GrandeFratello marziano!

Il “grande fratello marziano”, dopo 105 giorni, è terminato:
http://www.wired.it/news/archivio/2009-07/14/mars500.aspx

http://www.esa.int/esaCP/SEMIS47CTWF_index_0.html

Vi è mai passato per la testa che forse DAVVERO anche il GF “terrestre” è seguito con interesse da psicologi di NASA e ESA per capire i meccanismi che si innescano in un gruppo di giovani costretti a convivere per 3 mesi in uno spazio chiuso comune? :sunglasses:

No.

Credo che i profili psiclogici e caratteriali siano molto diversi, l’unica cosa in comune è la convivenza forzata in un luogo ristretto.
Nel gioco televisivo poi il tema della concorrenza e della spettacolarità dominano qualsiasi tipo di relazione interpresonale di persone molto spesso scelte proprio per non andare d’accordo, a tutto vantaggio dello “spettacolo”.
Nel caso di una ipotetica missione su Marte (o comunque di una simulazione della stessa durata) avremmo a che fare con individui selezionati con cura, totalmente focalizzati sulla riuscita della missione (e ancor di più la loro stessa sopravvivenza) e probabilmente scelti tra personale militare, particolarmente addestrato al sacrificio e all’obbedienza.
Se poi ipotizzassimo di lanciare i concorrenti dei reality su Marte mi trovi completamente d’accordo! :slight_smile:

Quoto! Così potremmo continuare a dire con assoluta certezza che non c’è traccia di vita intelligente su Marte :rage:

Credo che gli psicologi siano interessati agli esseri umani, non ai partecipanti a quelle cose.

invece secondo me è un “campione di riferimento” molto utile, proprio per la differenza rispetto a un team di professionisti e di militari, perche’ mostra quali sono gli “istinti primordiali” che, in mancanza di opportuno addestramento, portano al collasso delle relazioni interpersonali.
Nel GF (almeno nei primi 2, i restanti 8 non li ho seguiti… :slight_smile: ) emerge sempre la stessa cosa: ognuno si aspetta che siano gli altri a fare quello che c’e’ da fare (cucinare, pulire,…) , e quindi non lo fanno … e alla fine tutti litigano, e la casa diventa un porcaio.

In teoria a persone addestrate questo non dovrebbe succedere, perche’ devono rispondere a un’autorità superiore riconosciuta… ma c’e’ da dire che Marte è lontano svariati minuti-luce, oltre che svariati milioni di km, per cui questo rapporto di subordinazione potrebbe venir meno anche tra gente addestrata… che ricadrebbe cosi’ negli “istinti egoisti standard”.

Aggiungi però che i partecipanti ad un reality show per forza di cose sono persone molto più esibizioniste della media, e già questo toglie di generalità alle conclusioni che se ne possono trarre, e inoltre agiscono sapendo che devono compiacere un pubblico che elimina i meno graditi, per cui spesso adottano comportamenti da primedonne apposta per attirare l’attenzione.

Non lo so, nella storia remota e meno remota ci sono stati esempi di comunità ristrette isolate dal resto dell’umanità per anni in un ambiente ostile, che tuttavia hanno retto la situazione e mantenuto una struttura di ordine e disciplina.
Trascurando le grandi esplorazioni a cavallo tra '500 e '600 mi viene in mente la leggendaria spedizione di Ernest Shackleton nel polo sud, tra il 1914 e il 1917. Il ghiaccio stritolò la loro nave e loro si ritrovarono soli, nel clima più ostile e sperduto della terra. Eppure proprio grazie alla Leadership del loro capo e all’abnegazione di ogni membro riuscirono tutti a tornare a casa.
Ribadisco, nei reality ho la sensazione vengano scelte delle persone con dei caratteri più o meno omologati: un’ambizione sfrenata, slegata però ad un vero impegno per raggiungere i risultati attraverso la fatica, profilo culturale tendenzialmente basso che gli impedisce di analizzare la situazione da un punto di vista complesso, scarsa dedizione al sacrificio e (per quello che ho visto fino ad oggi) una mancanza assoluta di ideali civili a cui fare riferimento…

Secondo me è anche una questione di ambiente in cui vivi. Se sei in missione e la tua vita e quella dei tuoi compagni di viaggio veramente dipende dal tuo comportamento, credo che sia più naturale accettare l’autorità e le regole imposte (anche chiamandosi Taricone).
Nel GF a fare casino non si rischia niente, anzi. Litigando ti metti in mostra e magari riesci a non farti votare dal pubblico…

Tra l’altro questo discorso è lo stesso per cui secondo me esperimenti come Mars500 hanno in realtà una valenza limitata: sia i progettisti del sistema che gli “astronauti” sanno bene che in qualunque evenienza, essendo sulla terra, la crew ha il cu*o parato (scusate l’espressione), e in nessun modo la sopravvivenza è messa a rischio. Ben diversa cosa è se sei su Marte…

Questa secondo me è una delle più forti obiezioni che si possono fare a Bignami quando dice che è intile andare sulla Luna. La Luna sarà un VERO test-bed per Marte, per gli aspetti psicologici della crew e per il design dei sistemi spaziali. Cose come Mars500 possono aiutare ma hanno una valenza limitata.

Perfettamente d’accordo. Abitare sulla Luna sarà il vero test per Marte: molto più costoso di Mars500 ma 1000 volte più utile e secondo me necessario.

ma è vero che qualcuno sta pensando di organizzare un viaggio di sola andata su marte (per risparmiare), con in programma permanenza sul posto sfruttando risorse locali?

Beh… se veramente fanno un viaggio di sola andata ho qualche idea di chi mandare come crew :wink:

Personalmente non ho mai sentito una cosa del genere, tipo progetto “Pilgrim” portato all’estremo. Mi sembra un’enormità sotto tutti gli aspetti.
Quello di cui si parlava all’inizio del progetto Constellation era sviluppare dei motori in grado di funzionare a metano, che in teoria si potrebbe reperire e distillare in loco. Ma era solo un’idea, e comunque non per un viaggio di “solo andata”…

ho trovato l’origine della “voce”: nientemeno che Buzz Aldrin!!
http://io9.com/5068104/aldrin-says-first-manned-mission-to-mars-should-be-a-one-way-trip

questo è uno degli esperimenti più ricchi di novità “popolare” degli ultimi tempi!

intendo che è qualcosa di veramente concreto e importante per un passo verso marte! non un esperimento sui materiali non uno sulla tecnologia… uno sulla capacità dell’uomo di fare davvero quel che pensa! bellissimo.

Con tutto il rispetto possibile per il buon Buzz, credo che sia davvero qualcosa di improponibile, scientificamente e moralmente.
Buzz stesso è stato coinvolto in un programma dove il ritorno in sicurezza degli astronauti era dato per scontato. Senza contare le cose che potrebbero andare male con i lanci di rifornimento…
Forse Aldrin voleva solo scherzare (almeno lo spero, visto che l’età avanza…)

alcuni commentatori fanno notare che anche passate esplorazioni (parlo del secolo scorso) erano a senso unico: i famosi “pionieri” che andavano… per restare! Oggi sembra una sciocchezza, ma 200 anni fa, pensare di andare in america o in australia e stabilircisi, senza saperne quasi niente, era un’impresa che richiedeva grande coraggio, e grandi sacrifici!

Tempo fa lessi uno strano romanzo, che parlava di una missione semi-fallita su marte, in cui l’unico superstite passa anni a cercare di sopravvivere da solo, e bene o male ci riesce… per un po’. Peccato che il romanzo finisca male, pero’ era interessante la serie di espedienti che si invento’ per sopravvivere.
Non mi ricordo se era "uomo piu’ " o un altro…

Oggi andare su Marte senza ritornare significa andare su Marte e morire in un più o meno breve tempo, che è ben diverso dall’andare, vivere e un giorno in un futuro indefinito morire. Se è oggi problematico tornare non lo è certamente meno sopravvivere in COMPLETA autosufficienza per un periodo indefinito su Marte…
Detto questo l’idea mi sembra (ovviamente) senza alcuna logica e totalmente assurda.

Una cosa è trasferirsi da una parte all’altra della terra, dove aria, acqua e cibo non mancano, un’altra è partire per un viaggio-kamikaze di più di un anno, verso un pianeta che non garantisce nessuna risorsa strettamente legata ai bisogni elementari dell’uomo.
A meno che non si sia dei fanatici religiosi o di altra natura, è pazzesca la stessa idea alla base del progetto.
Aldrin dice che è antieconomico spendere molti soldi per un viaggio andata e ritorno… beh, pensi ai soldi che sono stati spesi per assicurare il suo ritorno, sano e salvo sulla terra, la grandezza del progetto Apollo sta anche in questo.
Per quanto riguarda i romanzi, è bello e anche giusto che la fantasia voli sul pianeta per utilizzarlo come scenario, ma una cosa è la realtà e l’altra il sogno di uno scrittore.