I pannelli di controllo dei veicoli spaziali

il building che si vede a 1:47 sarebbe quello dove oggi ci sono i due relitti dei due buran incompleti e sovente visitati dagli urbex in quei popolari video su yt?

Non sono del tutto d’accordo con Elon, il futuro è come lo smart working, ovvero si avrà una situazione mista.

Da una parte la componente umana in volo è (per fortuna aggiungo io) ancora imprescindibile, dall’altra parte avremo reti neurali di droni sempre più complesse e con droni organizzati sempre più in sciami, specie quelli ad uso militare.

Ovvero avremo un limitato numero di aerei da caccia pilotati estremamente sofisticati circondati da una nuvola di droni ognuno con il proprio compito, interconnessi al caccia il cui pilota avrà anche capacità di gestione di sistemi, oltre a saper volare ovviamente.

Qualsiasi aereo moderno è in grado di atterrare in autonomia, più semplice ancora condurre il volo. Le considerazioni che ha fatto Musk nel video non sono scioccanti per USAF, loro stessi lo dicono da decenni. I caccia di prossima generazione potranno anche essere pilotati, ma nel caso saranno gli ultimi.
Bisogna distinguere il volare dal portare a termine una missione per ragionare della imprescindibilità della presenza umana a bordo. Far atterrare Buran o Shuttle, oppure un 787 è fattibile. Quello che cambia è la possibilità di gestire senza aiuto esterno il resto della missione. I droni sono lì a dirci che basta un container da qualche parte per governare le 4 fasi di volo del drone che richiedono un contesto per portare a termine la missione. Un caccia senza pilota, ma a pilotaggio remoto potrebbe facilmente superare in performance uno pilotato, proprio per non essere limitato dal carico umano.
Specializzando una IA per alcuni contesti specifici, ad esempio il dogfight, l’uomo potrebbe uscire dal loop senza problemi. Da tempo si fanno esperimenti a riguardo.
Poi è chiaro che si passerà da fasi ibride, ma già da anni completare un lancio di un ordigno da un drone si fa in smart working.

Riporto il discorso sui pannelli di controllo. Digitale o analogico? Mah, i nostalgici vorrebbero l’analogico e i futuristi il digitale. I primi perché levette e pulsanti fanno maschio, i secondi perché gli schermi colorati sono più computerosi.
In caso di emergenza? Quando hai un veicolo fuori controllo se non sei ben saldo sul seggiolino di comando, non riesci a fare nulla ed anche nel seggiolino, non è detto che riesci a premere il tasto o lo spazio giusto.
Gli schermi digitali la faranno da padrona perché non è lontano il tempo in cui l’astronauta diventerà solo un passeggero con limitate capacità di pilotaggio, anzi, la soluzione anche per l’aviazione civile saranno veicoli totalmente automatizzati dove l’essere umano interverrà da remoto non appena l’automatismo rileva una anomalia.
Effettivamente il passo indietro di Boeig mi lascia perplesso ma so per esperienza che in una azienda a volte le scelte non sono esclusivamente tecniche ma di tipo economico e/o di pancia dei vertici aziendali.

In realtà già oggi i sistemi di abort in emergenza sono abbondantemente autonomi ed automatizzati, anche perché i tempi di reazione richiesti superano quelli umani. In ogni caso si lascia sempre all’equipaggio la possibilità di intervenire sia per ragioni di backup (in caso di un improbabile malfunzionamento dei sistemi automatici) sia per una comprensibile ragione psicologica di avere sempre la parola ed il controllo ultimo anche nelle situazioni di emergenza.

Facciamo un paragone con il settore automobilistico: è come se in caso di incidente oltre ai sensori che dispiegano automaticamente gli airbag avessimo anche a disposizione un pulsante manuale per farlo. In realtà nessuno pensa a mettere un pulsante di attivazione degli airbag semplicemente perché i tempi di reazione richiesti e lo stato di coscienza o meno di chi è a bordo potrebbe rendere vano il sistema.
Nessuno dubita che in caso di incidente gli airbag si dispieghino correttamente.

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In ogni caso quali comandi e quali informazioni devono essere in vista su un veicolo spaziale penso che sia un problema ancora non del tutto risolto, non c’e una sola soluzione.

In questo senso non avere tasti fisici ma solo monitor touch permette di ridefinire solo con il software quello che si vede e si fa in base all’esperienza e alle preferenze.

D’altronde i tasti fisici hanno un livello di sicurezza e di ergonomia migliore, lo dico da automobilista… anche se attraverso i guantoni della tuta la ridotta sensibilita’ li vanifica un po’.

Penso che la soluzione migliore sia un mix di monitor touch e tasti/cursori fisici ridefinibili per missione o on the fly. Strumenti meccanici/analogici non penso abbiano piu’ senso se non come arredi (e lo dico senza ironia, e’ bella la fisicita’ delle cose). Ma vado puramente a naso.

Tutto elettronico permette anche di replicare display e comandi da piu’ punti, e anche da tablet o altri dispositivi trasportabili. E questo puo’ essere molto utile per molte possibili manovre… che so, mi sposto con una dragon cupola pilotando il braccio della ISS dal tablet :wink:

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Nel breve periodo credo anch’io. tra 30 anni chi avrà ancora dei limiti nei velivoli dettati dai limiti dei corpi al loro interno avrà degli aerei perdenti. Se servirà ancora avere velivoli simili a quelli attuali credo che la rete che verrà dopo starlink sarà il modo per comunicare con loro e guidarli da remoto, con AI o umani o una combinazione, ma non con corpi nei velivoli. Togliere qualche quintale di apparecchiature che non servono a volare e incrementare le accelerazioni porta ad un vantaggio notevole. Quei piloti avranno ancora lavoro ma i loro figli dubito

Questi velivoli avranno dei controlli probabilmente limitati. In questa fase embrionale dell’IA abbiamo ancora un bisogno psicologico di poter correggere gli errori della macchina, e forse l’affidabilità del’IA è effettivamente insufficiente a poter risultare vincente nel 100% dei casi sull’uomo.

Tra 30 anni forse non sarà più così e sarà normale affidarsi ai sistemi automatici ritenendo sé stessi un aggravio di rischio, anche se accettare che una disgrazia stia per accadere senza poter fare nulla seppure inutile è una cosa difficile da immaginare

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Uno dei vantaggi principali dei sistemi touch screen rispetto a quelli classici con visualizzatori e input hardware dedicati è che si ottimizza lo spazio. Se su un telefonino la tastiera telefonica serve solo quando si compone il numero, perché avere quei tasti sempre d’avanti agli occhi e sotto le dita? Se l’indicatore di funzionamento o il tasto di apertura dei paracadute servono solo nella fase di rientro, perché averli tra i piedi quando si è in orbita?

Un esempio di questo lo si può percepire facilmente con le tastiere degli smartphone. La dimensione attiva (non quella che si vede con l’occhio) del tasto di ogni lettera varia in continuazione. Su un iPhone con la tastiera italiana a inizio parola mettete il dito quasi completamente sulla W, uscirà una E, perché è statisticamente più probabile che quella era la vostra reale intenzione.
Inoltre sono stati depositati brevetti (senza ancora un’applicazione disponibile pubblicamente) di schermi touch che permettono di modificare lo schermo nella terza dimensione. Un esempio dello stesso principio è nel tasto home degli ultimi iPhone che lo avevano oppure il trackpad dai MacBook degli ultimi anni; non hanno parti meccaniche nel tasto, ma il feedback che si percepisce è indistinguibile da quello di un pulsante vero e proprio.

Nello spazio i touch screen hanno anche un limite ergonomico in meno rispetto che sulla Terra ed è quello che il braccio non pesa più. Si possono usare schermi touch verticali senza alcun affaticamento da parte dell’utente.

Diventa poco sensato parlare dell’affidabilità di un pulsante meccanico se il resto del veicolo è comunque controllato con il drive-by-wire.

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[Piccolo OT bajkonuriano, scusate]

La risposta è no. L’edificio che appare appartiene allo Yubileyniy Airport, l’aeroporto interno al cosmodromo di Bajkonur costruito per il Buran nel sito 251.

https://www.google.it/maps/place/Cosmodromo+di+Bajkonur/@46.057395,63.2456886,403m/data=!3m1!1e3!4m5!3m4!1s0x41f44e75f19aa62d:0xfa47e4a76f02164d!8m2!3d45.9645851!4d63.3052428

I due Buran (incompleto + mockup) si trovano un po’ più a Sud, nell’edificio presso il sito 112A che appariva in quasi tutti i filmati di rollout Sojuz quando era in uso il pad di Gagarin.

https://www.google.it/maps/place/Cosmodromo+di+Bajkonur/@45.9403377,63.3186429,402m/data=!3m1!1e3!4m5!3m4!1s0x41f44e75f19aa62d:0xfa47e4a76f02164d!8m2!3d45.9645851!4d63.3052428

[Fine dell’OT, scusate]

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Durante il lancio, quando sei sottoposto a 3g, pero’, e’ il contrario.

Visto che gli astronauti smanacciano i touch screen per tutto il volo evidentemente non e’ cosi’ terribile, pero’ mi sono chiesto piu’ volte se non sarebbe stato meglio avere un joystick o trackball integrati nella poltrona per evitare di dover sollevare il braccio.

D’altronde come non citare la soluzione ad altissima tecnologia della Soyutz per replicare i comandi a distanza ed evitare di sollevare troppo il braccio:

A che servono i touch e l’elettronica quando hai uno stick di prolunga :smiley:

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Non voglio andare troppo OT per ovvi motivi, ma i requisiti di un veicolo spaziale e quelli di velivolo da combattimento sono radicalmente diversi e non mi risulta che Musk abbia molta esperienza con i secondi (e dalle sue parole in quella conferenza è apparso evidente). Nel lungo termine potrebbe diventare realtà, per ora e almeno i prossimi 10/20 anni decisamente no.
Come ha già detto giustamente @archipeppe nel breve/medio termine vedremo diversi droni semi autonomi comandati da un aereo madre dotato di equipaggio (anzi, velivoli da utilizzare come “Loyal Wingman” sono già in fase di sviluppo e test).

Si ma svolgere operazioni complesse in un ambiente dinamico e caotico è tutta un’altra cosa. Si è vero, per i vari NGAD, Tempest e FCAS si parla della possibilità di renderli “optionally manned”, ma il requisito di avere l’elemento umano sul campo per motivi sia etici che pratici (es: capacità di improvvisazione) resta. Inoltre sensori e connessioni si possono jammare, il caro Eyeball Mk1 no.

Fra 30 anni il B-52 sarà quasi sicuramente ancora in servizio, e il BAE Tempest, ammesso che venga effettivamente realizzato, sarà probabilmente entrato in servizio da pochi anni. L’attuale F-35 è previsto che rimanga in servizio almeno fino al 2070.
In altre parole, i tempi sono più lunghi di quel che pensi.

Il punto è che le realtà in cui operano un velivolo militare e uno spaziale sono totalmente differenti. Per quanto le situazioni impreviste possono accadere sempre, un veicolo spaziale opera in quello che è essenzialmente un ambiente molto meno caotico e variabile, e non ci sono (le stesse) considerazioni di carattere etico di mezzo.

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Conoscevo questa usanza, ma da quanto è che viene adottata questa soluzione altamente tecnologica? Già dai tempi sovietici oppure è più recente?

Per come è posizionato, da sempre, il pannello di controllo rispetto ai cosmonauti delle varie Soyuz l’usanza si protrae dall’epoca sovietica.

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poi non aggiungo altro visto che siamo OT ma in guerra la filosofia finisce dove inizia la supremazia. Se domani “il nemico” avrà mezzi migliori dei tuoi, o cambi i tuoi mezzi in fretta anche se avevi pianificato di usarli per 50 anni o perdi la guerra.

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Tanto per farvela vedere, la foto più dettagliata al momento del cockpit del gioiello di Casa Cina: il J20

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