Il 2023 spaziale

Dopo il grande 2021, quando ben 27 persone raggiunsero l’orbita, si nota un trend in calo considerato le “sole” 21 persone arrivate in orbita nel corso del 2023. Si tratta comunque di un valore ben al di sopra di quelli registrati nel periodo 2012-2020.

Sono invece state molte le EVA in questo 2023, che di fatto si posiziona al 5° posto di tutti i tempi, con 18 uscite e 36 persone in totale.

Per quanto riguarda il numero di lanci con equipaggio salta all’occhio il risultato della Russia, che ne ha effettuato uno solo, cosa che non accadeva dal 1999.

Per quanto riguarda i veicoli utilizzati per portare gli equipaggi in orbita, continua la lenta scalata di Shenzhou e Crew Dragon, con quest’ultima che ha superato i veicoli Apollo per numero di persone portate in orbita (42 contro 36).

Nel 2023 ci sono state, seppure per un solo giorno, per la prima volta nella storia ben 17 persone contemporaneamente in orbita.

Questo grafico evidenzia un fatto curioso. L’età media di coloro i quali sono andati in orbita per la quinta volta (50,55 anni) è superiore rispetto a quella (50,51 anni) di coloro che ci sono andati per la sesta volta.

La Cina ha superato il Giappone per numero totale di giorni passati nello spazio sommando ognuno dei propri astronauti, e a meno di improbabili tracolli ci resterà a tempo indefinito.

In ambito EVA c’è stato un nuovo ingresso, quello degli Emirati Arabi Uniti (UAE), che superano subito il Regno Unito lasciandolo fanalino di coda.

Emirati Arabi che si piazzano appena davanti al Regno Unito anche per quanto riguarda i giorni passati in orbita dal loro miglior (in questa classifica) rappresentante. Curioso (e unico) il caso dell’Arabia Saudita che vede due astronauti come migliori rappresentanti.

Se la Russia sta languendo per numero di lanci orbitali, i suoi astronauti invece nello spazio ci rimangono (complessivamente) più di ogni altro. Dei primi 20 per tempo complessivo passato in orbita, 19 sono infatti russi.

Per quanto riguarda invece le singole missioni più lunghe, la Russia la fa leggermente meno da padrone, dovendo condividere il terzo posto assoluto con un astronauta USA

Nella classifica dei primatisti in fatto di tempo passato in EVA c’è da rilevare l’inserimento al terzo posto di Stephen Bowen, che nel 2022 occupava “solo” la 17ª posizione.

Rispetto al 2022 c’è un solo ingresso fra le 20 persone più giovani ad aver raggiunto l’orbita, quello del saudita AlQarni. L’Arabia Saudita diventa così l’unica nazione a parte la Russia (che ne ha addirittura nove) ad avere più di un astronauta in questa lista.

Sono invece ben 5 i nuovi ingressi, rispetto al 2022, delle 20 persone meno giovani ad essere state in orbita. Insomma, l’orbita terrestre è sempre più un “paese per vecchi” parafrasando il titolo di un celebre film.

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Questi sono invece i numeri riguardanti il programma ISS.

Nel 2023 le persone salite a bordo sono state 15, il valore più basso degli ultimi tre anni.

I membri di Expedition sono stati 11, cioè il valore più basso degli ultimi quattro anni.

Il numero di EVA ha eguagliato quello del 2022, con 12 uscite equamente ripartire tra Russia e USA.

Il traffico ai boccaporti è stato piuttosto elevato con 31 fra attracchi e distacchi, un valore superato solo in due occasioni. Crew Dragon e Progress, con 8 manovre a testa, sono stati i veicoli più utilizzati da questo punto di vista.

EDIT: ringrazio @LuckyFive per avermi fatto notare che il 22 dicembre c’è stato l’undocking della Cygnus NG-19 che quindi porta a 32 il totale delle manovre effettuate nel 2023.

Per quanto riguarda invece il numero di manovre da quando esiste la ISS, nel 2023 è avvenuto il sorpasso della Crew Dragon nei confronti di HTV, ormai da qualche anno fermo al palo.

EDIT: per quanto sopra le manovre totali della Cygnus salgono a 38.

Continua ad alzarsi la barra delle 7 persone contemporaneamente a bordo, che presumibilmente nel corso del 2024 supererà quella delle 2 persone.

Questo grafico mostra quanti veicoli sono stati contemporaneamente agganciati durante l’esistenza della ISS. Come si vede, per la maggior parte sono stati fra 2 e 4.

EDIT: sempre per via della partenza di Cygnus NG-19 il 22 dicembre, si alza leggermene la barra dei 4 veicoli e si abbassa di altrettanto quella dei 5.

Rispetto al 2022, la Crew Dragon ha praticamente raggiunto la Cygnus come tempo complessivo di permanenza sulla ISS.

Per quanto riguarda i membri di Expedition abbiamo ben due new entry, gli Emirati Arabi Uniti (UAE) e la Danimarca, con quest’ultima che entra col botto, nel senso che assume pure il comando della ISS.

Per la prima volta una donna è salita a bordo per la quarta volta, ma ci è salita ad un’età piuttosto avanzata, evidenziando come il vantaggio anagrafico femminile sia tale solo fino alla terza missione.

Gli UAE entrano nel club delle nazioni che vantano più di 100 giorni a bordo della ISS, con anche la Danimarca ad aver superato questa soglia, che di fatto è appannaggio delle nazioni che vedono almeno un membro di Expedition.

A differenza della Danimarca, gli UAE entrano anche nella classifica delle nazioni che hanno effettuato EVA.

Questi sono gli stakanovisti per ognuna delle nazioni che hanno portato a bordo un loro rappresentante. Le missioni di Kononenko e Mogensen sono ancora in corso e quindi le loro barre si alzeranno ulteriormente nel grafico di fine 2024.

Nel club dei 365 (giorni) ci sono tre new entry, Prokopiev, Rubio e Petelin.

Il trio sopracitato è stato in particolare protagonista della missione simbolo del 2023, che ha superato in durata ogni altra mai effettuata sulla ISS.

Il primato di ore in EVA è ancora in mano a Lopez-Alegria in quanto nel 2023 Bowen lo ha avvicinato ma non raggiunto/superato.

Nel 2023 l’Arabia Saudita ha portato i suoi primi due rappresentanti sulla ISS, entrambi estremamente giovani, come evidenziato dal grafico sottostante.

Se fra i più giovani le new entry sono state due, quelle fra i meno giovani sono state il doppio (Kononenko, Furukawa, Bowen e Shoffner).

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Mi alzo in piedi a fare i fatidici 92 minuti di applausi a Lupin e alle sue statistiche.
Il lavoro di raccolta certosina ed organizzazione di tutti questi dati è enorme e fatto enormemente bene. Un grandissimo grazie (credo anche a nome di tutto il forum) credo sia doveroso. Bravo davvero.

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Così come fatto lo scorso anno, vediamo come è messa la CSS paragonandola alla Mir dopo 977 giorni in orbita.

Sostanzialmente la CSS, come alla fine del 2022, si distingue per numero totale di persone salite a bordo, donne, membri di Expedition e numero di EVA. La Mir, nei suoi primi 977 giorni di vita, vide invece quasi il doppio di attracchi e distacchi rispetto alla CSS. Questo dato dimostra come il programma CSS sia molto più efficiente rispetto al programma Mir, necessitando di meno “lavoro” per mantenere perfino più persone.

La Mir era sostanzialmente una poltrona stazione per due, mentre la CSS ospita in maniera permanente tre persone.

La Mir era invece abitata da equipaggi decisamente più giovani rispetto alla CSS.

Dopo 977 giorni, la CSS non ha ancora ospitato alcun cittadino straniero, mentre invece la Mir si era aperta a tre nazionalità diverse dalla madrepatria russa.

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Nuovo articolo di Vincenzo Chichi pubblicato su AstronautiNEWS.it.

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Senza nulla togliere alle tue stupende statistiche, questo è un po’ come confrontare mele con banane.

I due veicoli sono fondamentalmente diversi e hanno un utilizzo fondamentalmente diverso da parte di NASA, per via delle loro diverse caratteristiche.

1a: Cygnus (più grande) viene usato come veicolo principale per lanciare consumabili, e lo spazio che avanza viene dedicato alla scienza. E visto che Cygnus non rientra a Terra, si tratta di solito di scienza da non eseguire “urgentemente” a bordo.

1b: Dragon invece viene usata quasi esclusivamente per lanciare scienza (a parte il caso infame di SpaceX-28 nel 2023, che è stato quasi esclusivamente utilizzato per lanciare consumabili, per supplire ai ritardi di NG nel lanciare NG-19 che avrebbero lasciato gli astronauti a corto di cibo e materiale igienico).

Questo guida le priorità al lancio tra i due, che di solito sono a favore della Dragon. Cygnus ha priorità solo quando NASA si trova a corto di consumabili, ma nella maggior parte dei casi in cui c’è un conflitto, NASA decide di ritardare un NG per poter lanciare una Dragon.

2a: Cygnus fa rientro distruttivo, e quindi viene tenuto attraccato alla ISS da NASA il più a lungo possibile, per riempirlo il più possibile di spazzatura da portar via dalla stazione. E quindi tipicamente le missioni durano come minimo 100 giorni, ma vengono allungate in corso di missione da parte di NASA fino a 140 giorni o più, trend che è andato aumentando nell’ultimo paio d’anni.

2b: Dragon torna a terra con prezioso carico scientifico, e quindi la durata delle sue missioni viene decisa esclusivamente in base ai requisiti scientifici dei cosiddetti “crossover payloads”, ovvero quegli esperimenti che lanciano e rientrano con la stessa Dragon. Tipicamente la durata delle missioni è dai 30 ai 40 giorni, con alcune eccezioni di durata poco maggiore, durante i quali si danno all’equipaggio quasi esclusivamente compiti scientifici relativi alla missione.

Insomma: da un lato Dragon per definizione lancia più frequentemente di Cygnus, mentre dall’altro lato Cygnus per definizione rimane attraccato molto più a lungo. Il fatto che le durate a bordo tra i due veicoli siano molto simili secondo me è abbastanza un caso.

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Crew Dragon, non Dragon. :wink: :wink: :wink:

La Dragon è al 3%.

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Allora invece che mele con banane, sono mele con angurie :smiley:

Nuovo articolo di Matteo Carpentieri pubblicato su AstronautiNEWS.it.

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Anche la NASA esce con gli eventi principali del 2023, un po’ in ritardo, ma sappiamo che in redazione ogni tanto ci può essere qualche problema.
Questo è il pezzo sulla stazione spaziale

che collega a questo PDF (sinceramente le statistiche di @Lupin sono migliori, non trovate?)
https://www.nasa.gov/wp-content/uploads/2024/02/annual-highlights-results-iss-2023.pdf?emrc=652c92
Infine, un po’ di spiegazioni, più dettagliate del primo link e più generiche del secondo, sono delineate in questo link:

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Arrivo un po’ in ritardo, ci sono però alcuni spunti di riflessione interessanti.

Analizzando il monte ore in EVA, la situazione resta immutata, con il 2023 che si conferma il quinto anno più profittevole in termini di tempo trascorso all’esterno dagli astronauti. Tra i 10 anni con più attività extraveicolari, per numero e per durata, si evince come attribuibili in gran parte all’intensa attività di costruzione della Stazione Spaziale Internazionale. Addirittura tutte le 23 EVA del 2007 sono state fatte qui, diversamente dal 2002 dove cinque sono state adibite alla penultima missione di manutenzione del Telescopio Hubble.

Per le correzioni orbitali invece è stato un anno vivace, leggermente di più del solito. Rilevante notare come in cinque occasioni i propulsori del veicolo cargo Progress hanno portato la Stazione in un’orbita differente per mitigare il rischio di un incontro ravvicinato con un detrito spaziale. Soltanto dieci anni fa, nel 2014, si sono registrate così tante manovre evasive.

Una novità introdotta di recente affinando le funzioni del database, ci consente di acquisire un altro punto di vista. Come detto da @Lupin il 2023 è stato teatro di 18 EVA, 36 individuali. Bene, sono state complessivamente 17 persone a uscire nello spazio con una tuta per attività extraveicolari, 12 di queste erano astronauti alla primissima EVA. È un numero notevole da record, stabilito per la prima volta nel 1984 e eguagliato nel 2008 prima ancora dell’anno scorso. Infatti nel 2023 si sono aggiunti alla lista degli astronauti che hanno preso parte ad un’attività extraveicolare, che oggi conta 261 individui:

  • Jasmin Moghbeli
  • Loral O’Hara
  • Koichi Wakata
  • Nicole Mann
  • Sultan Al Neyadi
  • Warren Hoburg
  • Nikolaj Čub
  • Fei Junlong
  • Jing Haipeng
  • Tang Shengjie
  • Zhang Lu
  • Zhu Yangzhu

Parlando dal futuro, è un minus che l’attività extraveicolare di Loral O’Hara e di Andreas Mogensen è stata posticipata. Il danese sarebbe stato il tredicesimo astronauta a cancellare nel 2023 quegli zeri nelle voci “EVA” e “Tempo in EVA”.

Chiaramente con questo “potente” strumento adesso anche nelle sapienti mani di Paolo, ci sono tanti altri parallelismi che si possono fare! Intanto come bonus ecco chi nel 1984 e nel 2008 ha rotto il ghiaccio nelle EVA. Quante storie, alcune più famose di altre, dietro quei nomi, vero?!

1984 2008
Bruce McCandless Garrett Reisman
Dale Gardner Hans Schlegel
David Leestma Michael Foreman
George Nelson Oleg Kononenko
James van Hoften Robert Behnken
Joseph Allen Ronald Garan, Jr.
Kathryn Sullivan Sergej Volkov
Leonid Kyzym Shane Kimbrough
Robert Stewart Stanley Love
Svetlana Savickaja Stephen Bowen
Vladimir Džanibekov Jurij Lončakov
Vladimir Solovëv Zhai Zhigang
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