Il Dr. Sigfried Hansen, la tuta spaziale Mark I e ... le valvole termoioniche

Ma che c’azzecca dire voi??? Bhè documentandomi quà e là per il famoso libro ho scoperto qualcosa di insolito e che ho reputato molto interessante.
Conoscerete tutti la mitica tuta spaziale Mark I per il semplice fatto di averla vista ovunque, citata come il primo e il più avvenieristico degli apparati pressurizzati. La Mark I fu realizzata da un valente scienziato, il Dr. Sigfried Hansen, dipendente della Litton Industries nel 1950.
Quello che non si sa, o perlomeno, non è poi così conosciuto, è il fatto che questo tuta non fu ideata per essere impiegata nelle capsule spaziali o per permettere ad un astronauta di avventurarsi nello spazio.
Il Dr. Hansen era prima di tutto un ingegnere specializzato nel campo delle valvole termoioniche che si trovò a capo di un team istituito dalla Litton Industries con lo scopo di migliorare le valvole a quel tempo in produzione e che rappresentavano il componente chiave dei dispositivi elettronici in grande espansione in quegli anni, a partire dai Radar fino a giungere ai primi apparati televisivi. La produzione di valvole presentava molteplici difficoltà ed il prodotto era spesso difettoso, l’obiettivo della Litton era quello di ottenere prodotti integri ed affidabili.
La Litton commissionò la costruzione di una camera a vuoto sufficientemente larga per permettere ad un uomo di potersi muovere ed operare nel proprio interno. Il Dr. Hansen con il suo team si occupò di realizzare una tuta da indossare all’interno della camera a vuoto al fine di minimizzare gli effetti del vuoto e dell’atmosfera conduttiva sul corpo umano. La tuta, chiamata successivamente Mark I, era costituita da un torso rigido in alluminio, disponeva appendici in gomma vulcanizzata, di giunti con nervature e di un casco piuttosto grossolano e rudimentale. Ad un primo sguardo, la tuta poteva somigliare molto al famoso personaggio “L’uomo di latta” visto nel film di “Il Mago di Oz”
Molto più importante dell’aspetto era però senza dubbio la sua funzione: contrariamente alle precedenti tute pressurizzate, la Mark I permetteva di mantenere un volume ed una geometria costante una volta pressurizzata, il che permetteva al proprio occupante di respirare all’interno della camera a vuoto e di muoversi con discreta destrezza in modo da operare con cacciaviti e trapani. Purtroppo, l’avvento dei transistor rese le valvole termioniche un componente superato, e così l’ingegnoso apparato ideato da Hansen sembrava destinato a cadere nel dimenticatorio.
Gary L. Harris, uno dei massimi esperti mondiali di apparati pressurizzati, progettista, storico e autore di diversi libri sull’argomento riporta a tal proposito che quello che salvò la tuta dall’essere buttata e distrutta fu l’avvento dell’era spaziale in quanto l’apparato disponeva di tutte quelle caratteristiche e peculiarità proprie di una tuta pressurizzata.
Harris definisce Hansen il “padre delle EVA” e della “extravehicular activity suit”, realizzata espressamente per sostenere la vita di un uomo al di fuori di una capsula spaziale a centinaia di km oltre l’atmosfera terreste.
Nel 1946 Hansen cominciò a lavorare alla Hughes Aircraft strettamente a contatto con il fondatore Howard Hughes. Durante quegli anni però molti dei tecnici impiegati alla Hughes lasciarono la società per via delle idee e dei modi piuttosto discutibili di Hughes. Fu così che Hansen si trovò a lavorare per Charles Litton con obiettivi rivolti all’emergente settore spaziale.
L’ Air Force sovvenzionò gli esperimenti condotti alla Litton nel tardo 1950. Quello che fa oggi sorridere è che la paura di cadere nel ridicolo e la disapprovazione dell’amministrazione di Eisenhower, fecero proibire l’utilizzo della parola “space suit” a tutti i tecnici impegnati nel progetto, sostituendola con un più tranquillo “manipulator station.” :scream:
Come sappiamo, dopo lo Sputnik l’atteggiamento dell’opinione pubblica cambiò e la NASA stessa si interessò a quel prototipo che presentava caratteristiche che si adattavano alla nuova strada scelta dall’ente. Concettualmente parlando, la NASA devo molto ad Hansen la cui visione precedette il programma spaziale ufficiale di parecchi anni.

Interessantissimo. Stimo molto Eisenhower come Presidente,ma bisogna riconoscere che almeno all’inizio la sua amministrazione fu di ostacolo al volo spaziale (Ike si rifece in parte con la geniale decisione di istituire un ente civile,la NASA e di usare piloti collaudatori come Astronauti).

Ecco un altra foto della Mark-I conservata al museo dell’USAF. ed ecco la didascalia: “Litton Suit
Based on a Litton “constant-volume” concept of the so-called “hard suit” of early 1955, the Mark I Extravehicular and Lunar Surface Suit was tested during the 1958-1959 period for more than 600 hours at simulated altitudes exceeding 100 miles. The unique construction of this suit permitted almost a full range of body motions by the person wearing it”. (U.S. Air Force photo)

Assolutamente affascinante!!! :slight_smile:

Avevo trovato altre info riguardo i test condotti con la Mark I, non solo in simulazione ma anche operativamente. Il pilota collaudatore che la testò si trovò pienamente soddisfatto delle prestazioni globali della Mark I

Il mio riferimento mi da il 1955 come anno di costruzione della Mark-I.Risale invece al 1950?