Il modulo BEAM consegnato a NASA per il lancio

Sono curioso di vedere come faranno. Credo sarebbe utile avere degli appigli per ispezionare l’esterno dei moduli gonfiabili.

Mi viene da pensare alle maniglie e ai cordoni dei canotti che possono essere ripiegati assieme al resto.

Per adesso in nessuna illustrazione dei moduli Bigelow ho visto niente del genere.

Ecco, questa potrebbe essere una buona soluzione però, dal mio punto di vista e con quanto visto in anni di astronautica, sarebbe meglio avere dei mancorrenti rigidi per permettere agli astronauti di avere un sostegno rigido.

Se il modulo avrà il successo sperato e avrà un futuro, sicuramente troveranno una soluzione idonea alle necessità!

Riattivo questo topic per suggerire una recente intervista all’International Space Station project manager per BEAM, in cui racconta la storia e le operazioni previste sulla ISS.

Prego gli amministratori di spostare eventualmente il post, ero indeciso essendo a cavallo di ISS-Dragon-Bigelow…

In merito al prossimo lancio di questo interessantissimo modulo, che andrà ad arricchire la ISS, mi sovviene spontaneo chiedere alcune informazioni in merito:
-la procedura di dispiegamento del BEAM verrrà seguita dalle telecamere poste all’esterno della stazione?;
-il dispiegamento avverrà grazie all’introduzione dell’aria al suo interno, o sarà eseguito tramite la presenza di qualche meccanismo?;
-come verrà introdotta l’aria al suo interno; forse con l’uso di valvole previste per tale scopo?;
-una volta gonfiato gli astronauti dovranno aspettre la purificazione dell’aria al suo interno, o potranno accedervi fin da subito?

Ringrazio fin d’ora chiunque riesca a soddisfare questa mia curiosità.

Non lo so.

-il dispiegamento avverrà grazie all'introduzione dell'aria al suo interno, o sarà eseguito tramite la presenza di qualche meccanismo?;

Tramite introduzione di aria al suo interno.

-come verrà introdotta l'aria al suo interno; forse con l'uso di valvole previste per tale scopo?;

Attraverso una valvola nel portello.

-una volta gonfiato gli astronauti dovranno aspettre la purificazione dell'aria al suo interno, o potranno accedervi fin da subito?

L’aria sarà quella della ISS, per cui già purificata.

A me invece piacerebbe vedere com’é il kit di toppe di rattoppo in caso di foratura :grin:

Presumo che comunque entreranno con le mascherine per evitare di inalare minuscoli oggetti volanti.

A tutto questo aggiungo: si sa quando verrà installato il modulo BEAM sulla ISS?

Non prima di fine Maggio, pare.
Qui ci sono un po’ di info: http://www.iflscience.com/space/groundbreaking-inflatable-module-be-launched-iss-next-week

Lancio Dragon il giorno 8 aprile con attracco entro il giorno 11 aprile (nessun Dragon ha impiegato più di 3,3 giorni a raggiungere la ISS). Il record di permanenza sulla ISS per un Dragon è di 33,8 giorni ed anche CRS-8 da quel che ho letto finora è destinato a rimanere attraccato per circa un mese e quindi non oltre il 15 maggio. Ovviamente prima della sua partenza BEAM deve essere estratto dal trunk per cui se effettivamente quest’ultimo verrà agganciato a fine maggio come scritto nell’articolo significa che il braccio robotico dovrà tenerselo “in mano” per circa due settimane. Speriamo che in quel lasso di tempo non ci sia la necessità (vedi contingency EVA) di doverlo utilizzare.

Possibile che lo lascino stivato nel trunk per tutto questo tempo? Solitamente, facendo un confronto con le missioni già svolte, il carico nel trunk viene rimosso non oltre i primi 10 gg di missione.

Pur non avendo letto in giro niente in merito, penso che lo estrarranno e lo installeranno nella sua sede finale dopodichè, in un secondo tempo, procederanno al gonfiaggio e a renderlo operativo.

Mistero risolto. BEAM verrà agganciato 5 giorni dopo l’arrivo di Dragon e verrà gonfiato a fine maggio. Si utilizzerà l’aria della ISS per portarlo a 0,4 psi e poi alcune bombole al suo interno per portarlo alla stessa pressione della ISS. Dopo 80 ore di leak check gli astronauti potranno entrarvi con le solite mascherine.

Grazie per la nuovo notizia che conferma quanto da me ipotizzato nel post precedente. Mi sembrava infatti strano che lo lasciassero nel trunk per così tanto tempo. Il motivo per cui si aspetterà fino a fine maggio? Forse a causa degli impegni che hanno già gli astronauti?

Dai un’occhiata qui. Oltre alle toppe, usano anche delle resine/colle, che sono liquide ma solidificano in pochissimo tempo.
Considerando quanto sarà rigida la parete di Beam una volta gonfiato a 1 atmosfera, secondo me si possono usare le stesse toppe che si usano per i moduli rigidi

Grazie Buzz! Proprio queste mi incuriosivano. Un paio sono belle, potremmo metterle tra i gadget di FA.
In effetti queste toppe non sono poi molto diverse da quelle da bicicletta (! :grin:), anche se più grandi e di materiali speciali.
Anzi, la differenza sostanziale c’é: la toppa da bicicletta va applicata all’esterno della camera d’aria, mentre quella spaziale all’interno.

Anche la questione relativa a come trovare il buco che hai descritto é interessante.
Gli astronauti usano un microfono speciale. Così come fa un idraulico quando cerca una perdita d’acqua, che usa uno stetoscopio appoggiato contro il muro.
Niente scene in stile Mission to Mars, dove seguono la scia di sangue che vola :stuck_out_tongue:

Anche la toppa della bici sarebbe meglio se applicata all’interno, ma farlo è un gran casino :stuck_out_tongue_winking_eye:
Comunque leggere “REMOVAL OR DAMAGE WILL RESULT IN LOSS OF ATMOSPHERE” è… frightening

Data e ora approssimative dell’installazione: sabato 16 Aprile h 12.30 nostre. Se tutto resta così, giorno e orari sarebbero ottimi per assistere.

Assistere? Per gonfiarlo impiegheranno ore… :zzz: :smile:

Installazione.
Il gonfiaggio sarà a fine Maggio :wink:

Nell’attesa del lancio ho raccolto qualche informazione relativa a BEAM dalle recenti interviste e conferenze stampa pubblicate sul forum (post1, post2).

Moduli espandibili
Bigelow Aerospace ha acquisito i diritti di sfruttamento dei brevetti sviluppati da NASA col progetto TransHab negli anni ‘90 (poi cancellato dal Congresso). Mr. Bigelow racconta che i sistemi espandibili si adattano bene ai vincoli di forma del fairing e di massa che hanno a disposizione al lancio. Genesis I e II usarono un vettore Dnepr e hanno design ben diverso dal BEAM. BEAM è stato sviluppato da Bigelow Aerospace con supervisione di NASA. Il design del BEAM sarà testato in volo per la prima volta (si porterà quindi solo ora a TRL9). Mr. Bigelow fa presente che è impacchettato per il lancio da più di un anno (sembra un po’ mettere le mani avanti…).

Mr. Bigelow vede opportunità commerciali nel breve periodo per 1) opportunità per astronauti di nazioni che attualmente ‘volano’ poco o nulla 2) affitto di tempo/volume in orbita per creare un mercato a prezzi ben più accessibili di ora. Per sostanziare questo, afferma che già 2 nazioni e 2 società private sono interessate a mandare esperimenti da ospitare dentro BEAM: spera che in sei mesi NASA possa dare i relativi permessi (non è stato chiarito con che sistema questi payload raggiungerebbero la ISS).

Operazioni su BEAM
Dragon raggiungerà la ISS due giorni dopo il lancio. Dopo ulteriori 5 giorni BEAM verrà estratto col braccio robotico e collegato al nodo 3. A fine maggio verrà gonfiato. Prima si pressurizzerà il vestibolo e lo si preparerà per le successive operazioni. Per questa prima volta l’espansione sarà molto lenta per controllare che tutto vada come pianificato senza mettere a rischio la stazione e l’equipaggio. Dapprima verrà iniettata aria in modo lento e controllato dal nodo 3. Quando si raggiungerà la pressione di 0.4psi (apparentemente sufficiente a espandere il modulo), verrà comandata l’apertura dei serbatoi di aria dentro BEAM per raggiungere infine la pressione di 14.7 psi analoga al resto della ISS. Dopo un lungo controllo di perdite l’equipaggio potrà finalmente entrare, preparando le tubazioni per il ricambio d’aria attraverso il vestibolo. BEAM contiene sufficiente aria per gonfiarsi del tutto da solo, quindi finita la procedura, “restituirà” alla stazione l’aria risucchiata all’inizio. L’equipaggio dovrà entrare nel BEAM almeno 2-3 volte per incremento per raccogliere i dati che verranno poi inviati a terra, ma nulla vieta di entrarvi quando gli astronauti vorranno.

I sensori in BEAM consentiranno di misurare:

  • radiazioni (comparando con sensori identici nella zona tradizionale della ISS)
  • carichi dinamici durante le varie operazioni sul modulo
  • impatto di micrometeoriti.
  • temperatura

Dopo i due anni la porta dov’è attraccato BEAM dovrà essere utilizzata quindi il modulo verrà rilasciato tramite robotic jettison dall’estremo nadir della ISS: ci verrà quasi un anno per un rientro distruttivo in atmosfera.

Elementi critici
I punti più critici secondo Mr. Bigelow sono le interfacce tra gli elementi metallici e la parte “morbida”. A livello di protezioni da micrometeoriti, gli studi indicano che BEAM protegga meglio di un un modulo tradizionale equivalente.

In caso di problemi di espansione, NASA prevede la possibilità di EVA nei casi estremi per rimuovere eventuali impedimenti, alternativamente potranno usare il gas interno al BEAM per l’espansione. Nella peggiore delle ipotesi potranno staccare il modulo BEAM tramite il braccio robotico (anche se non perfettamente espanso e non completamente rigido) e lo rilasceranno in attesa di ritorno distruttivo in atmosfera.

Vantaggi di peso?
BEAM non è stato ottimizzato per la massa: NASA ha richiesto un fattore di sicurezza 4X, mentre i moduli metallici tradizionali sono progettati con un fattore 1.5-2X. In questo modo il rapporto peso-volume del BEAM diventa paragonabile al Cygnus, di dimensione comparabile. I vantaggi in massa si vedranno su moduli più grandi, come il BA330 (330 mc per un peso di circa 20 t), con data di lancio attualmente prevista (ottimisticamente?) per il 2020.