Esatto, è la versione Cargo System nata nell’ambiito del CRS-2, si distingue dal Dream Chaser manned per un diverso tipo di TPS, nonché per l’assenza dei finestrini anteriori. Si differenzia, inoltre, per l’introduzione del Cargo Module che contiene del volume pressurizzato aggiuntivo, il sistema di rendez-vous e docking (APAS) con la ISS, i radiatori, i pannelli solari e tre contenitori per payload non pressurizzati (le tre scatole disposte grosso modo a 120° l’una dall’altra).
Vero, il Dream Chaser originale aveva le ali fisse ed il lancio era previsto sempre da un Atlas V ma posto in cima (con tutta una serie di disturbi aerodinamici di non poco conto al lancio). Il passaggio dalla versione manned a quella unmanned ha consentito l’utilizzo di una normale fairing, grazie alle ali ripiegabili, caratteristica questa che riporta il Dream Chaser al suo lontano antenato, ovvero il progetto russo Spiral 50/50 OS, poi realizzato come MiG 105-11 (versione pilotata per voli atmosferici), e Bor-4 (versione in scala ridotta non pilotata)…
Sarà un piacere incontrarci e…e perdonami l’ignoranza ma cos’è la spingarda (ovviamente non è il fucile seicentesco)???
In quell’occasione ti firmerò una della mie tavole a tua scelta.
Esatto.
Per intenderci si ripiegano come di norma avviene per i velivoli imbarcati su portaerei (la cosa non vale per gli F-35 ed Harrier i quali hanno semiali di dimensioni limitate e per l’ormai ritirato F-14 che le aveva a geometria variabile come il Tornado).
Purtroppo si…
Comunque questo è solo la parte pressurizzata per il rientro, sarà il modulo orbitale in coda a trasportare il grosso del carico verso la ISS.
Se non ricordo male la versione abitata inizialmente in studio aveva un equipaggio di 7 astronauti, quindi lo spazio disponibile sarebbe stato in ogni caso limitato.