Impariamo da giacobbo!

http://scienzaintv.ning.com/profiles/blogs/le-stelle-cadono-nelle-pentole?xg_source=activity

Non avevo mai visto la faccenda da questo punto di vista! Che ora condivido o almeno pondero seriamente.
(La minuscola nel titolo “giacobbo” l’ho lasciata volutamente)
Divulgare la scienza? Forse è una pretesa troppo grande se guardiamo l’etimologia del termine.
Sarebbe più giusto dire: Comunicare la scienza.
La conclusione dell’articolo:

“E per finire - e per cominciare - penso che dovremmo imparare da Giacobbo. Non da quello che dice, ma da come lo dice…”

ha un fondo di verità sconcertante.

Non vedo perché non si possa imparare da venditori di pentole culturalmente integri, di cui il mondo scientifico e della comunicazione sono ricchissimi. No, Giacobbo non ha nulla da insegnare. Chi lo indica come modello è pigro o poco informato.

Il termine “divulgazione”, poi, viene ormai considerato superato. Si preferisce per esempio parlare di “diffusione della cultura scientifica”.

Paolo Amoroso

Hai ragione, ma credo che il tono dell’articolo vada letto in tono provocatorio, come dire che si può essere “culturalmente integri” ma usare i mezzi di informazione in modo meno noioso e più attraente verso il grande pubblico.

Il termine "divulgazione", poi, viene ormai considerato superato. Si preferisce per esempio parlare di "diffusione della cultura scientifica".

Ecco un tema interessante di cui parlare e che un articolo del genere può e forse voleva innescare.
(anche io)
Sai come ho intitolato tempo fa la mailing list che uso come canale informativo delle nostre attività?
“diffusione-nome sito associazione”

Io inizio a vedere i limiti della Tv, certo, della tv di oggi.
Chi scrive ha imparato a leggere e scrivere a 4 anni con “Non è mai troppo tardi”, trasmissione del maestro Alberto Manzi che era destinata agli analfabeti che, negli anni '60, erano parecchi.
Sinceramente Giacobbo, come ho già scritto più volte, mi fa dormire e, ritenendo di avere un buon background tecnico scientifico, non mi spaventa. Può incantare gli allocchi … da cui sinceramente, trovo inutili e altrettanto tediosi coloro che si dannanno per smontare ciò che dice.

Purtroppo quello che mi spaventa è quando la tv parla di cose di cui non so nulla, che so, della cultura ittita o delle analisi di borsa … e allora mi domando: “ma se quello che sta parlando usa il metodo Giacobbo, c’è il forte rischio che io venga turlupinato”.
In sostanza inizio anch’io a domandarmi quanto ci si possa fidare della “divulgazione scientifica” ( ovviamente non mi riferisco a Giacobbo ) in tv. Secondo me è utile per suscitare interesse che poi deve essere sviscerato ed approfondito con altre fonti.

La citazione dall’articolo che riporto qui sotto credo che rappresenti bene il problema della reale diffusione della scienza in genere. La “distanza” c’è ed è troppa e forse va fatto di più e meglio per ridurla.

Vorrei sollevare solo un piccolo aspetto della questione che, a mio parere, gioca un certo ruolo.

Mi riferisco al rapporto tra gli “scienziati” e la gente. Ancora troppa distanza.

A me è piaciuto questo passo:

A parte casi sporadici e spontanei, manca nella nostra cultura e nella formazione dei nostri scienziati, questa educazione alla comunicazione, vista non come accessorio, ma come ingrediente essenziale.

A mio avviso è questo che manca. Persone di scienza che sappiano coinvolgere (soprattutto in tv) ed interessare il grande pubblico.

Condivido quest’ultimo punto. Forse che oggi, almeno nel nostro paese, ho l’impressione che gli scienziati possono attingere alle risorse economiche solo facendosi amico qualche santo in parlamaneto. Stante questo, non hanno bisogno dell’approvazione popolare nè di divulgare le loro attività, sicuri che comunque le porteranno avanti.
Altri invece sembrano reticenti a parlare dei loro esperimenti, come se vi state impicciando degli affari loro…
Ma lasciando da parte la ricerca, il problema è che non c’è nemmeno la base fondamentale. Sir Newton è un perfetto sconosciuto, nemmeno la fisica di base è nota, quindi occorre partire da 0. Dovrebbe farlo la scuola? Eh, sono stato studente anch’io, e quante cose avrei dovuto imparare allora ed oggi che ho un pò più di sale in zucca mi tocca imparamele adesso. Con gran fatica e senza che qualcuno perda il suo tempo per spiegarmele.
Non sono a favore della scienza spettacolo, volta solo a stupire come un film di SF, ma se c’è un modo per spiegarla che magari assomiglia più a quella di un venditore di pentole televisive, ben venga, se c’è chi la recepisce meglio così. Il problema che il panorama divulgativo italiano è ben misero. Che scelta c’è?
Poi conoscere la scienza, si , ma l’italiota medio si fà amico quello che ne sà più di lui ed è a posto così. Perché sbattersi ad imparare quando conosco qualcuno che lo sa già?

In America e Inghilterra l’hanno capito da diversi anni: su sky ormai proliferano decine di programmi di divulgazione scientifica, mentre fino a due anni fa c’era solo Miti da Sfatare e Brainiac:
Scienziati Pazzi, Non lo sapevo!, La scienza ha fatto bang, com’e’ fatto, Ai confini della scienza, Ingegneria Estrema… ce n’e’ per tutti i gusti.

In italia sappiamo fare solo quark e un TG scientifico di 10 minuti al giorno.

Mi accontenterei di importarli.
Se la RAI non è in grado di fare un servizio pubblico di qualità, almeno lo acquisti e lo riproponga, in cambio del canone.

nel suo piccolo già lo fanno gli Angela; a volte riescono anche a produrre documentari di qualità. Ma sono comunque un’eccezione, nel panorama televisivo.

Ora c’è anche RAI3 con Cosmo, ma ha un taglio che trovo da “complottista”, anche se è basato su interviste a persone autorevoli.
Se può aiutare, ben venga anche questo.
Alla fine si tratta sempre di “vendere”. Se sai vendere, vendi qualsiasi cosa.

Luca De Biase sul suo blog non era troppo fiducioso su una continuazione del programma, visti gli ascolti.
Ad ogni modo, ce l’ho qui registrato da vedere (e dovrebbe essere disponibile su Rai.tv)

bhe alla fine giacobbo racconta alla gente quello che la gente vuole sentire, certo se si mettesse a parlare di marte dicendo che nonostante le prime sonde diedero esito negativo su qualche forma di vita farebbe meno scalpore piuttosto di dire che su marte ci sono piramidi sfingi tunnel spazio/temporali e Zahi Hawass che scava.
il suo è un programma di intrattenimento per la scienza c’è Piero o Alberto Angela.
Lui fa solo il presentatore poi magari a casa può pure mettersi a ridere sulle castronerie che ha sparato in tv, come facciamo a dirlo?!

Intanto ci marcia sù, vedere il suo libro sul 2012. Comunque io non sono un suo cliente.

visto il contesto sociale, non si può biasimare

Il problema è che la diffusione della cultura scientifica non la dovrebbero fare gli scienziati, che già dobbiamo fare gli amministratori, i procacciatori di fondi, ecc. Io per mantenere il mio piccolo blog perdo un sacco di tempo, se dovessi fare divulgazione in modo più esteso non avrei più tempo per fare ricerca.
L’altro problema è che la gente non è interessata, il servizio pubblico men che meno. Pagassero meno astrologi di cui sono piene le trasmissioni e mandassero più giornalisti nelle università per scoprire cosa si fa in Italia.

Assolutamente d’accordo. Direi che in Italia manca un ASIMOV divulgatore. Ma poi noi siamo un paese di “secondo mè”, di avvocati (senza volerne ai professionisti). Parlerei di neoaristotelismo, perché altrimenti dovrei usare termini da psicanalisi.
Credo che nel resto del mondo comunque non vada meglio.