impianto elettrico ISS

All’università ho appena finito il corso “impianti elettrici di bordo” ed il prof. ci ha detto che la maggior parte dei satelliti utilizzano corrente continua, sia perchè i pannelli solari danno quel tipo di corrente e sia perchè comunque a bordo ho degli accumulatori che mi servono quando i pannelli non sono illuminati dal sole. Quindi una domanda mi è sorta spontanea. Sulla ISS che tipo di corrente usano?
Immaginando i grossi carichi penso che si utilizzi principalmente il regime in corrente alternata, ma aspetto notizie certe da voi :ok_hand:

La maggior parte? Io direi “tutti”…

E come la produrresti la corrente alternata? L’energia elettrica è prodotta dai pannelli solari, quindi ovviamente in continua… per avere corrente alternata servirebbero degli inverter apposta, e quale sarebbe il vantaggio?

Dov’é scritto che se c’è un grosso carico si deve usare la corrente alternata? La corrente alternata risulta conveniente quando si deve produrre grande potenza (con alternatori) e per le grandi reti di distribuzione, ma dal punto di vista dell’utilizzatore non c’è motivo per cui la corrente debba essere alternata e non continua…

Risposta breve: la ISS va in corrente continua con tensione a circa 120V o 28V a seconda dei casi :wink:
Qui trovi qualche dettaglio in più: International Space Station Electric Power System

Per la precisione, la corrente alternata è l’opzione migliore per il trasporto dell’energia elettrica su grandissime distanze, innalzando la tensione e di conseguenza abbassandone l’amperaggio (che è quello che produce le maggiori perdite di energia durante il trasporto di corrente elettrica). Ovviamente in un ambiente auto alimentato delle dimensioni di un centinaio di metri non si hanno grosse dispersioni di energia, e quindi un inverter risulta assolutamente inutile (e per di più assorbirebbe a sua volta energia che potrebbe essere utilizzata per altre apparecchiature).
Scusa Buzz, non era per “fare la punta” ma solo per chiarire. :wink:

Vittorio, la prossima volta che scrivi “amperaggio” (e per fortuna non hai scritto “voltaggio”) ti dò un remo in testa. In Italiano esistono “corrente” e “tensione”, e questi termini dicono tutto quel che c’è da dire. E scusate il pistolotto :wink: ma sono allergico.
Sospetto fortemente (99,999%) che sulla ISS ci siano innumerevoli inverters per passare dalla tensione intrinseca dei pannelli al 120V e dal 120 al 28V (CHT, DDCU, UOP sono inverters). Poi ogni utilizzatore avrà bisogno delle sue tensioni interne (oggi tipicamente 1.2, 3.3, 5, +/-12, +/- 15, 24V…) e se le fa con un altro inverter interno. Un inverter DC/DC elettronico pesa meno di un trasformatore tradizionale, e alla fine operando in questo modo c’è un risparmio di massa. Il peso di un trasformatore dipende dal peso del rame e del ferro; gli inverters operano a frequenze elevate (kHz piuttosto che Hz) e usano molto meno ferro, e un pò meno rame, rispetto ad un trasformatore a 50 Hz. Per questo motivo storicamente in avionica si usa il 400 Hz (1/8 del peso del ferro) o il 1000 Hz. Qui si è fatta, giustamente, una scelta più radicale.

p.s.: tale Korolev aveva avuto gli stessi identici problemi con l’N1, se usare AC o DC, e come risparmiare massa nei sistemi di distribuzione. Fu una scelta difficilissima, con la tecnologia disponibile al tempo.

Su Space Station Live si possono seguire i principali parametri telemetrici dell’impianto elettrico della ISS.

Tu sarai allergico, ma quello era il termine usato sia dai miei insegnanti alle superiori che in Accademia Navale. :ok_hand: :wink:
Dipende tutto nel contesto che lo usi, e il mio termine era per non creare una sovrapposizione di termini con la frase precedente (“Per la precisione, la corrente alternata”) che avrebbe ingenerato molta confusione e basta. Concordo che il termine “amperaggio” non sia bello e probabilmente anche scorretto, ma è accettato in tutti i dizionari d’italiano.

P.S. Io per inverter intendevo uno che serva a trasformare la CC in CA unicamente per trasportarla all’interno della ISS, non volevo assolutamente mettere in dubbio che i vari utilizzatori locali possano avere sistemi di riduzione della tensione di questo tipo.

no, no, NO e poi NO… fammi vedere un solo dizionario o enciclopedia o testo (serio) di elettrotecnica dove ci sia il termine. E mi fermo qui, sorry per l’OT.

… ma si può dire “metratura” …

Ad ogni modo [inserire qui generico invito a rimanere IT specialmente quando si hanno opinioni discordanti e molto forti su questioni marginali rispetto al topic]
E se bacchetto lo Zio, non potete dire che sono un Admin pusillanime :slight_smile:

Ouch ! :ambulance:

Non hai scritto niente di diverso da quello che ho scritto io quando ho parlato di “grandi reti di distribuzione”, solo io non sono andato nel dettaglio :slight_smile:

Se dai un’occhiata al PDF che ho linkato nel mio primo post, trovi la risposta ai tuoi sospetti. La tensione intrinseca dei pannelli non è 120 V, ma intorno ai 150. Poi le DDCU (DC to DC Converting Units) trasformano i 150V del circuito primario nei 120V del circuito di distribuzione secondario. E ancora a valle ci sono degli altri convertitori per i 28 V (in Columbus questa funzione è svolta dalla Power Distribution Unit).
La maggior parte degli utilizzatori non ha inverter interno però, che sappia io vanno tutti o a 120 o a 28V (ricordati che usiamo gli standard americani, quindi 120V e 28V invece di 220 e 24 :wink: )