Il direttore generale del Centro Khrunichev, Alexei Varochko, ha dichiarato qualche giorno fa a RIA Novosti che l’azienda riprederà la produzione dei Rokot in un modello “deucrainizzato” denominato Rokot-M.
Come è noto, il lanciatore leggero derivato dal un vecchio ICBM utilizzava un sistema di controllo di volo realizzato a Kharkov, in Ucraina, e la sua produzione si era interrotta con la crisi politico-diplomatica iniziata nel 2014. L’ultimo lancio di Rokot russo-ucraino (il 34° della serie) era avvenuto il 27 dicembre del 2019.
Secondo RIA Novosti la realizzazione del nuovo Rokot modenizzato costerà 3,4 miliardi di rubli
In particolare, lo sviluppo del sistema di controllo russo ha richiesto 690 milioni di rubli, la creazione dell’upperstage Briz-KM-2 e la preparazione della sua produzione 1,45 miliardi di rubli, l’ammodernamento dei complessi tecnici e di lancio presso il cosmodromo di Plesetsk 450 milioni di rubli, mentre la preparazione del primo lancio […] costerà 750 milioni di rubli.
Varochko ha dichiarato che il primo lancio avverrà nel 2022 e che il nuovo vettore si presenterà come una soluzione ottimale per il lancio in orbita di veicoli spaziali di piccole e medie dimensioni.
Non è chiaro quale sarà il prezzo di un volo e come si collocherà in un mercato già ricco di proposte. Certamente contribuirà ad abbassare i costi di produzione il fatto che gran parte dell’hardware è già pronto, dal momento che fino al 2028, in base ad un recente contratto con il ministero della difesa russo, Khrunichev potrà disporre di 40 razzi UR-100N UTTX rimossi dal servizio di combattimento.