Ingegneria aerospaziale: dubbi esistenziali

Ciao a tutti ,
mi chiamo Dario, ho 19 anni e sto per concludere il primo anno di ingegneria aerospaziale al politecnico di Milano. Vi scrivo per un consiglio, mi ero iscritto al poli perchè avevo visto che in Italia è la migliore, solo che al momento ne sono rimasto deluso. Le mie aspettative erano diverse, mi aspettavo un ambiente più internazionale e molti più progetti e opportunità per addentrarmi nel mondo dell’aerospazio. Invece l’ho trovato un luogo poco stimolante intellettualmente e non così aperto, anche se la preparazione di base a livello teorico è ottima , la mia paura è quella che alla fine del percorso di studi mi ritrovi con un pezzo di carta in mano senza nessuna esperienza. Per questo pensavo fin dal prossimo anno di andare a studiare all’estero.
Cosa ne pensate??

Ciao, sono uno studente del primo anno del polimi anche io quindi prendi quello che ti dico come un consiglio e niente di più… io pensavo (se continuo aerospaziale, cosa non sicura al 100% ma per altri problemi) che la cosa migliore sarebbe farsi una buona base teorica qui in italia per i primi tre anni, e poi andare all’estero quando si sa già meglio cosa si vuole fare… non farei troppo presto una scelta azzardata perché all’estero non è detto che sia sempre tutto rose e fiori…

Ciao ! Io studio ingegneria dell’ automazione al politecnico. Sono al terzo anno(dovrei esser al quarto ma son appena fuoricorso :joy:) Eh si, come hai potuto constatare il Polimi è parecchio teorico, spesso i lab. scarseggiano e uno vorrebbe sempre mettere le mani “in pasta”. Ma sai qual’é il vantaggio di tutto ciò ? Che quando poi devi avere a che fare con il mondo “reale” cioé usare un oscilloscopio piuttosto che programmare con Matlab(parlo del mio corso ma é una cosa valida in generale) é tutto più semplice. Chiunque veda un tutorial su youtube é in grado di fare le cose tecnico-pratiche che si studiano. La differenza tra un tecnico(non specializzato ovviamente) e un ingegnere sta proprio nella preparazione teorica. Fidati che poi le aziende guarderanno il titolo di laurea preso al Poli, le tue abilità non strettamente didattiche, cioé quelle che chiamano le “soft skills”, come parlare in pubblico o lavorare in squadra, sapersi trovare di fronte a situazioni impreviste etc., le lingue che parli e tante tantissime altre cose.
Per quanto riguarda andare all’ estero sicuramente é un’ esperienza arricchente ma pensaci bene ! La fama del Poli si spinge già ben oltre i confini nazionali.

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