La cooperazione italo-giapponese tra le Agenzie spaziali JAXA e ASI aggiunge un altro tassello alla sua consolidata storia. Il Framework Agreement siglato nel 2009 a Tokyo dai rispettivi presidenti, Keiji Tachikawa ed Enrico Saggese, aveva già impresso una decisa accellerazione ai processi sinergici messi in campo soprattutto nel settore del trasporto spaziale e della propulsione.
Proprio in questi due ambiti sono infatti poi stati firmati nel 2010 alcuni Accordi implementativi che hanno determinato l’avvio di attività congiunte nel settore della propulsione ad Ossigeno/Metano e a propulsione ibrida per lo sviluppo di motori in piccola scala.
Oltre a questo, nel 2011 è stata anche avviata una collaborazione per lo studio preliminare di un innovativo veicolo spaziale in grado di essere lanciato nello spazio a bordo di un vettore per poi rientrare a terra su una pista convenzionale, come un aeroplano.
Ed è a conclusione di un primo periodo di collaborazione di circa 8 mesi, che nella prima settimana di giugno due delegazioni di JAXA e di ASI, coadiuvate dal CIRA, si sono incontrate per concludere la prima fase di questo lavoro congiunto riguardante lo studio di fattibilità delle caratteristiche aerodinamiche del veicolo spaziale.
Nella sede del CHOFU Aerospace Center, centro della JAXA specializzato nelle attività sul rientro atmosferico situato vicino Tokyo, le delegazioni hanno positivamente verificato la fattibilità preliminare di un concetto per un veicolo in configurazione alata, lanciato all’interno del fairing del vettore europeo Vega, ed in grado di rientrare in atmosfera con capacità di manovra adeguate ad un atterraggio su una pista convenzionale.
L’Agenzia giapponese JAXA ha sviluppato nel passato significative esperienze tecnologiche in questo settore realizzando alcuni prototipi, denominati Hope ed Hyflex, che sono stati provati in volo atmosferico.
Il veicolo allo studio delle due Agenzie è progettato per disporre di una cargo-bay per alloggiare esperimenti o strumenti per l’esecuzione di missioni ‘multipurpose’ e ne è previsto l’ impiego per dimostrare tecnologie altamente innovative con importanti potenziali ricadute sui futuri sistemi di trasporto aerospaziale orbitale o sub-orbitale. Sono state altresì definite le linee guida per lo sviluppo dell’intero progetto, fino alla realizzazione del prototipo e di una missione sub-orbitale dimostrativa, che saranno presentate a breve ai rispettivi presidenti delle due Agenzie.
Per parte sua, il numero uno dell’ASI Enrico Saggese ha dichiarato che “queste attività sono in linea con gli indirizzi del Documento di Visione Strategica 2010-2020, che vedono l’Agenzia impegnata tra l’altro anche nel programma europeo dell’ESA IXV a forte leadership italiana. Che vede - ha aggiunto Saggese - un dimostratore tecnologico proprio per lo studio degli effetti aerotermo dinamici del rientro in atmosfera dallo spazio. L’impegno congiunto con il CIRA, che ha realizzato i due USV lanciati nel 2007 e nel 2010 e che sta progettando gli sviluppi futuri, dimostra ulteriormente come l’ASI intenda mettere in sinergia gli sforzi nazionali in questo settore”.
Fonte: ASI