FG è rientrata, ma polemiche e discussioni varie continuano. In particolare, cito Claudia di Giorgio:
La questione delle cause del fallimento di Phobos-Grunt (povera sonda senza pace…) continua, comprensibilmente, ad agitare la Russia, e con essa la tesi del sabotaggio involontario da parte di antenne radio degli Stati Uniti. Stavolta a parlarne è Yury Koptev, a capo della Russian Technologies, che ieri ha detto all’agenzia stampa RIA Novosti che l’ipotesi sarà testata sottoponendo “un blocco di equipaggiamento simile a quello su Phobos-Grunt” a radiazioni simili a quelle dei radar americani.
L’intervento di Koptev va preso particolarmente sul serio, poiché a lui è andato il compito di guidare la commissione di inchiesta governativa sulla missione. Con la sua dichiarazione, insomma, le precedenti accuse di responsabilià americane escono dall’ambito del pittoresco per entrare in quello assai più delicato e concreto delle relazioni diplomatiche. Non a caso, il vice primo ministro Rogozin ha detto che, sebbene i (numerosi) fallimenti spaziali degli ultimi mesi possano essere considerati una conseguenza degli scarsi finanziamenti ricevuti dall’industria spaziale dopo il crollo dell’URSS, è pronto a trarre conclusioni differenti se fossero confermate “interferenze straniere sui nostri velivoli spaziali al di sopra di una parte della Terra che non possiamo vedere”.
La NASA (o chi per lei) pastrocchia con la ionosfera mettendo a rischio quello che ci vola attraverso?
Beh, a lume di naso, non saranno i risultati del “test” di Koptev a dircelo. In primo luogo, perché finché quei risultati non saranno replicati in altri esperimenti indipendenti il loro valore scientifico sarà pari a zero.
In secondo luogo, perché non si capisce in che modo i russi determineranno la natura e l’intensità delle radiazioni. Il primo a puntare il dito oltre Atlantico, il generale Rodionov, ha infatti parlato delle antenne di HAARP, un programma che studia appunto la ionosfera, che sarebbe però sospettato di celare ben altri e più occulti obiettivi, tipo armi supersegrete e simili. A che tipo di radiazione (supersegreta??) sarà quindi esposto il blocco sperimentale? Esistono davvero antenne così potenti da raggiungere quelle quote? Peraltro, i primi a non essere tanto convinti sono proprio gli scienziati russi, che, per riprendere il titolo del pezzo di RIA Novosti “si prendono gioco della teoria del radar USA”.
In conclusione, non può che rassicurare che le agenzie russe di ieri riportino tra i titoli la dichiarazione del ministero degli esteri Lavrov che “Russia e USA non sono avversari e non vanno verso una nuova corsa agli armamenti”. Davvero, a seguire le storie spaziali non ci si annoia mai.
Dall’altra, in Russia si continua a discutere. Dal sito di Zak:
17 gennaio
Uno scenario plausibile per la fine rapida di Phobos-Grunt è trapelato da fonti del settore al forum online del giornale Novosti Kosmonavtiki il 17 gennaio.
La causa più probabile del fallimento della unità di propulsione della sonda ad accendersi subito dopo che era entrata in orbita il 9 novembre è stato un errore di programmazione nel sistema di controllo di volo. Un test post-fallimento (a quanto pare in simulazione delle condizioni di volo) ha rivelato che nel 90 per cento dei casi, il processore del computer principale di controllo di volo a bordo della navicella sarebbe sovraccaricato. Questo potrebbe facilmente portare a crash e riavvio, mentre più sistemi venivano attivati dopo che la navicella aveva lasciato la zona delle stazioni russe di controllo a terra dopo aver raggiunto l’orbita. Tra questi sistemi c’erano sensori stellari (utilizzati per il controllo di assetto nell’ombra della Terra) e un satellite cinese. Nel frattempo, il sistema di alimentazione a bordo della sonda ha lavorato senza problemi.
In seguito al fallimento iniziale, quando i controllori di terra apparentemente erano riusciti ad attivare il trasmettitore in banda X a bordo della navicella spaziale, sono sorti nuovi problemi. Il dispositivo dovrebbe trasmettere un segnale con una potenza di circa 40 watt, ma per proprio funzionamento si consuma circa 200 watt (valori ragionevoli, NdT). La disattivazione del trasmettitore non era in corso quando la sonda stava volando nell’ombra della Terra per periodi prolungati di tempo. Come risultato, la sonda stava lentamente prosciugato le batterie di alimentazione ricaricabili e poi la sorgente di emergenza KhIT, portando ad una completa disattivazione dei sistemi di bordo il 28 novembre 2011.
[i]Ogni commento… è superfluo.
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