Trovo notevole di come sia progredita l’analisi sensoriale di questi robot al punto da essere in grado di mantenere l’equilibrio e svolgere compiti complessi come muoversi su terreni accidentati.
Gli sviluppi sono promettenti e chissà quali potranno essere i risvolti nel campo dell’esplorazione robotica su altri pianeti…quando sarà risolto il problema della sostituzione del motore a scoppio con uno elettrico alimentato da adeguate batterie.
MILANO - Perfetti muli da soma: obbedienti e mai testardi. Li vuole l’esercito americano per il trasporto di materiale bellico durante le ricognizioni di terra e l’impresa Boston Dynamics glieli costruisce. Ovviamente muli robot. Tutti bulloni, circuiti, software e motori. Queste macchine a quattro zampe si chiamano LS3 (Legged Squad Support System) e sono state commissionate dalla Darpa (Defense Advanced Research Project Agency) con un finanziamento di 32 milioni di dollari per 30 mesi. Sono appetibili per la Difesa statunitense perché possono trasportare carichi da 181 chili per circa 32 chilometri, su ogni tipo di terreno: scosceso, innevato e scivoloso. Una pista di ghiaccio, una montagna fangosa, un cumulo di macerie o un bosco fitto di alberi non rappresentano un problema. Insomma, i quadrupedi artificiali possono camminare accanto ai soldati in ambienti difficili, inaccessibili a moto e auto. A sviluppare l’LS3 è Marc Raibert, già professore del Mit di Boston e oggi a capo dell’industria con la commessa, che progetta robot con le zampe dagli anni 80. MULO-ROBOT- Il suo mulo-robot non è altro che l’evoluzione di Big Dog, una specie di cavallo meccanico dalla stazza di 75 chilogrammi, ma più sofisticato: ogni volta che si trova su un terreno difficile mette in azione i sensori di equilibrio per non cadere. «E’ in grado di eseguire camminate instabili come quelle dell’uomo — spiega Giulio Sandini, direttore del dipartimento di robotica dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) — vuol dire che i suoi motori non si fermano mai e reagiscono istantaneamente agli squilibri. Un esempio per capire meglio? Pensiamo a quando corriamo, c’è un istante in cui tutti e due i piedi sono sollevati da terra e se in quel preciso istante ci fermassimo, cadremmo. La stessa cosa succede alla macchina». A pieno carico il mulo robot deve pesare circa 570 chili (disposizioni del cliente) e camminare in maniera autonoma. «Può seguire un capo con addosso un dispositivo elettronico — dice Raibert — come un cane fedele, oppure essere guidato da un Gps». Al momento la velocità al trotto e al galoppo è limitata, al massimo viaggia a 16 chilometri all’ora. Nessuna difficoltà invece nelle uscite in pattuglia: «Individua fino a cinque persone vicine in movimento e così evita di scontrarsi con loro» dice Sandini. La tecnologia dei motori a benzina che azionano i sistemi idraulici è da perfezionare — Big Dog ne monta uno da 18 cavalli mentre LS3 ne avrà uno da 40 cavalli — cercando di aumentare l’autonomia fino a 24 ore. «Un fattore importante è l’affidabilità: se una parte meccanica si rompe, il robot cade» dice Claudio Semini dell’Iit che sta assemblando HyQ (Hydraulic Quadruped), un cyber-San Bernardo sui 90 chili, progettato per trovare le persone da soccorrere dopo terremoti, tsunami e valanghe. Il prossimo passo per migliorare LS3? Darli la capacità di evitare un numero maggiore di ostacoli in movimento e soprattutto dotarlo di motori non rumorosi, altrimenti addio effetto sorpresa.