Sono state catturate le prime immagini del nuovo lanciatore riutilizzabile, in fase di sviluppo da Lockheed Martin.
I primi test si sono svolti nel deserto del Mojave e più precisamente all’interno del complesso del Spaceport America.
Il mezzo è previsto possa essere utilizzato come lanciatore unmanned riutilizzabile e a basso costo imponendosi sul mercato dei lanci commerciali grazie a capacità di volo autonomo e possibilità di gestione con un ridottissimo numero di persone.
Per ora si tratta di un modello in scala 1:5 propulso autonomamente e che in questi test è salito per qualche migliaio di piedi veleggiando autonomamente e compiendo manovre predefinite prima di essere recuperato.
Lo scopo di questo primo esemplare è quello di validare la configurazione avionica, software e hardware di bordo e non è destinato a voli spaziali.
Lockheed Martin aveva firmato nei mesi scorsi un accordo con Spaceport America per l’utilizzo delle infrastrutture del nuovo e innovativo complesso il quale fornisce il necessario supporto alla campagna di test, in un ambiente idoneo alle richieste del team e molto vicino alla Factory incaricata dello sviluppo con comodi spostamenti per le analisi fra un test e l’altro.
Il prototipo si presenta con ali a delta e piccoli impennaggi verticali in configurazione canard.
L’iniziativa dello spazioporto sta avendo un grande successo, soprattutto fra le comunità nei pressi con l’ultima in ordine di tempo, la Sierra County dove domani si voterà per un’autotassazione di un quarto di cent procapite per finanziare lo spazioporto, seguendo iniziative simili già approvate nella Dona Ana County e prossimamente nella Otero County.
In allegato alcune immagini e un video:
Fatemi capire… potrà quindi fare concorrenza al nostro fantastico Vega?
A quale razzo farà concorrenza dipende dal suo payload previsto, quindi non è detto che sia della classe di Vega. Una cosa è certa, se funzionerà tutto come deve, darà parecchio filo da torcere ai suoi concorrenti, chiunque siano.
Vedo con molto piacere che gli aereospazioplani riutilizzabili non finiranno con gli shuttle!
A proposito di aereospazioplani automatici e riutilizzabili, i giapponesi non stavano sviluppando un progetto di questo tipo? Che fine a fatto? Qualcuno ne sa qualche cosa?
I giapponesi che io sappia stavano sviluppando un velivolo suborbitale ipersonico, ma la fase di test è ancora molto molto antecedente a questa per l’evoluzione ancora importante che i propulsori scramjet necessitano…
Questo da quel che mi pare di capire potrebbe rientrare nello stesso segmento di una possibile evoluzione commerciale di un derivato dell’USV.
Come campagna di test mi sembra molto simile e mirata all’analisi delle stesse fasi della missione, e forse per ora il Cira è ancora un po’ più avanti rispetto alla fase di questo… vedremo se dall’USV seguirà qualche iniziativa commerciale…
Interessante. Sarebbe il primo SSTO interamente riutilizzabile?
Oppure ha uno o piùbooster a perdere?
Sai qualcosa sul nome del modello e sul propellente usato?
Un saluto
Quaoar
SSTO credo proprio di no, per ora non si sa nulla ne su propellente ne sul nome.
Guardando prestazione e dimensioni, con l’evoluzione orbitale dell’USV si è ipotizzato l’utilizzo di un Vega… per cui credo che la spinta definitiva sarà qualche cosa di paragonabile…
Non so neanche se la propulsione sarà di questo tipo, questo è un modello in scala 1:5 per prove di controllo in bassa atmosfera, la propulsione ora utilizzata potrebbe essere installata solo per spedire in alto questo modello (anzichè utilizzare come per l’USV un pallone) e poi farlo veleggiare fino all’arrivo… di più non si sa…
Un concetto interessante, anche se con più di qualcosa di “deja vu” sopratutto rispetto ai cosidetti progetti “black” (ossia “neri” cioé altamente classificati), visto così sembra avere qualche “parentela”, oltre che con una serie di proposte NASA di fine anni '90, anche con il chiaccherato “Mothership” dell’ancor più chiaccherato “Progetto Aurora” (o “Blackstar” ad un certo punto i due progetti sembrano fondersi, posto che esistano…).
Piuttosto mi piacerebbe sapere quanto è grande e quanto pesa, la scala 1:5 buttata così non significa niente…1:5 rispetto a cosa??
Dubito che possa essere messo in relazione diretta con l’USV. Il velivolo CIRA è stato pensato per fare delle cose e questo della LM delle altre.
Inoltre chi ci assicura che non sia il modello in scala di un sistema TSTO (Twin Stage To Orbit) ossia il primo stadio di una combinazione a due stadi parzialmente (o totalmente) riutilizzabile…cioé più un “Kistler K1” che non un “Delta Clipper”…
Beh rispetto al modello finale… certo comunque che con quelle poche immagini è difficile capire le dimensioni attuali…
Dubito che possa essere messo in relazione diretta con l'USV. Il velivolo CIRA è stato pensato per fare delle cose e questo della LM delle altre.
Certo, infatti ho parlato di possibili evoluzioni di USV, sicuramente non dell’attuale ma da USV-X in avanti, più volte il Cira ha parlato come di possibile utilizzo di evoluzioni scaturite dagli studi in corso in lanciatori leggeri riutilizzabili e a basso costo accoppiando ad esempio questi sistemi al Vega.
Inoltre chi ci assicura che non sia il modello in scala di un sistema TSTO (Twin Stage To Orbit) ossia il primo stadio di una combinazione a due stadi parzialmente (o totalmente) riutilizzabile....cioé più un "Kistler K1" che non un "Delta Clipper"....
Possibile… come detto di più non si sa…
Allora dopo aver visto il video che hai segnalato (molto utile), ne ho dedotto le seguenti considerazioni:
- Il modello sembra essere lungo circa 2 m, con un’apertura alare di circa 1,5 m. Il che significa che il modello reale dovrebbe essere lungo intorno ai 10 m con un’apertura alare di circa 7,5 m.
- Il modello sembra essere fatto di materiali plastici, in realtà sembra essere più un razzomodello amatoriale che non un prodotto industriale.
- Il sistema di propulsione sembra (e dico sembra) basato su propellenti liquidi, o al massimo ibridi, a giudicare dal fumo prodotto (ossia zero).
- Il sistema di propulsione è rimasto acceso per 8 secondi.
- Il modello sembra aver raggiunto una quota di circa 100 m.
- La parte di volo planato sembra che sia stata di tipo dinamico ossia con le superfici mobili attive e cooperative al volo (cosa facilmente ottenibile con un telecomando per radiomodelli).
A mio avviso sembra essersi trattato di un “concept-proof” probabilmente per validare una determinata configurazione a valle di una serie di test in galleria del vento subsonica. Difficile dire se dietro ci sia effettivamente un vero e proprio programma oppure no, una cosa è sicura: l’intero sistema deve essere costato relativamente poco…
Caspita Archy, hai esaminato il filmato fin nei minimi particolari!
quoto e aggiungo… che occhio!
Grazie ragazzi…praticamente lo faccio per forza d’abitudine…
Dato che mi trovo a scrivere vorrei spendere ancora due parole sulla configurazione del modello.
Siamol in presenza di un velivolo dotato di una fusoliera alquanto allungata, con LERX di raccordo ala/fusoliera (tipo SR-71 per intenderci), in configurazione delta-canard (con ala a delta “puro”) e due grosse winglets d’estremità in funzione di elementi di controllo dell’imbardata. L’analisi di questo tipo di configurazione, invero alquanto ortodossa, porta a due considerazioni fondamentali:
- La velatura delta-canard, per sua natura, non si presta ad un volo atmosferico ad alti numeri di mach (così come avviene, ad esempio, in un veicolo spaziale che rientra nell’atmosfera), benché il velivolo presenti una somiglianza (e non è una coincidenza) con un SR-71 capace di volare fino a mach 3,4/4.
- L’assenza di un generoso impennaggio verticale centrale, sostituito dalle due winglets all’estremità dell’ala, suggerisce che il velivolo debba lasciare il dorso della fusoliera libero, sia per trasportarvi sopra un qualcosa (tipo un upper stage) sia per essere agganciato a qualcosa (tipo un velivolo madre).
Queste due considerazioni rafforzano l’idea, fino a prova contraria, che si tratti del primo stadio (o di uno stadio intermedio) di una configurazione TSTO e non SSTO (Single Stage To Orbit). Quindi non sarebbe (il condizionale, in assenza di altre informazioni, è d’obbligo) il modello in scala di un sistema di lancio spaziale interamente riutilizzabile, quanto di un suo componente.
Concordo, non fa una grinza
Sarà un “flyback first-stage booster” di un TSTO… Bravo Peppe!
Dimensioni del modello, 1.88m di apertura alare e 2.44m di lunghezza, è il risultato di 4 anni di studi in galleria del vento e simulazioni numeriche.
Il nome non verrà ancora svalato per motivi commerciali, potrà avere applicazioni sia civili che militari.
La scala viene definita “roughly fifth” quindi non basta moltiplicare le dimensioni, anche perchè le leggi aerodinamiche non sono lineari… per cui potrebbe essere possibile anche una revisione delle proporzioni.
Ancora top-secret l’upper stage che verrà utilizzato.
L’innovazione è nelle procedure di lancio e di volo altamente automatizzate, le quali richiederanno un numero esiguo di persone al lavoro.
Il test nel filmato si è svolto lo scorso Dicembre, l’altezza raggiunta è di 900m circa e il payload del progetto definitivo sarà nella categoria degli attuali Pegasus e Minotaur, quindi piccoli payload in LEO (5-600kg).
Per quest’anno sono previsti altri test in questa scala.
Il periodo di sviluppo prima di raggiungere la scala finale è ancora di 3-4 anni.
Potrebbe anche essere il primo prototipo dell’Ares/Falcon:
http://www.astronautix.com/lvs/ares.htm