L'orbita NRHO del Gateway

Visto che ne parliamo occasionalmente in molti post, riassumo qui le caratteristiche dell’orbita e le motivazioni che hanno spinto a scegliere proprio questo tipo di orbita. Molto di quello che dico è una ripetizione di quanto abbiamo già detto in altri post.

Intanto, la solita spiegazione. NRHO è una particolare orbita della famiglie di orbite lagrangiane del sistema Terra-Luna. I punti di Lagrange sono gli unici punti dove in un sistema a due corpi un terzo oggetto riesce ad orbitare con lo stesso periodo degli altri due e sono generalmente 5. I primi due punti lagrangiani, L1 e L2, sono molto vicini al corpo più piccolo, nel nostro caso la Luna. Se il terzo oggetto, un satellite artificiale in generale, non orbita proprio nel punto lagrangiano ma in una zona limitrofa, la sua orbita la chiamiamo di tipo lagrangiano.

Per il Gateway è stata scelta un’orbita lagrangiana molto più vicina alla Luna che al punto lagrangiano stesso, per ragioni puramente ingegneristiche e scientifiche. Questa orbita si chiama NRHO, Near Rectilinear Halo Orbit, tralasciamo i dettagli tecnici del perché si chiama così. Una tale orbita non è complanare all’orbita della Luna attorno alla Terra, ma è molto inclinata, quasi polare. L’interesse dei prossimi decenni è orientato prevalentemente verso il polo sud lunare, per via dei suoi vasti bacini di ghiaccio subsuperficiale. Un’orbita inclinata ha più visibilità del polo sud rispetto a una equatoriale, e questo è il motivo della scelta.


Dall’immagine si vede che avvicinandosi alla Luna le orbite lagrangiane si inclinano.

Ora, come si vede dalla figura, c’erano 4 possibilità di scegliere l’orbita NRHO, a seconda di quale punto lagrangiano e emisfero si sceglieva. Ma ragionandoci veramente poco, senza tecnicismi di meccanica orbitale approfonditi, la scelta sulla NRHO L2 Southern era obbligata.
La Luna infatti, orbita mostrando sempre la stessa faccia alla Terra. Da L1 si ha più o meno la stessa visibilità della Luna che c’è dalla Terra. Da L2 si vede di più la faccia nascosta della Luna. A parità di altri parametri L2 è chiaramente vantaggioso per un avamposto stabile di supporto a missioni sulla superficie, in quanto copre una zona non coperta da Terra.
Inoltre, la famiglia di orbite meridionali, Southern, hanno periselenio nei pressi del polo nord e aposelenio sopra il polo sud. Un satellite passa più tempo all’apoapside del periapside, per questo motivo con le famiglie Souther, il polo sud è più coperto come visibilità, per cui la scelta obbligata.

Ci sono anche motivi più tecnici che hanno spinto alla NRHO L2, tipo la stabilità maggiore rispetto a una L1, ma senza entrare in dettaglio, i motivi elencati sopra sono già sufficienti. Anche sulla scelta della particolare orbita, con periodo 6,5 giorni, ci sono importanti motivazioni a supporto.
Per capire questo, bisogna un po’ rendersi conto delle misure in gioco. L’orbita del Gateway avrà perilunio 3.000 km e apolunio 70.000 km circa. Il diametro della Luna è di 3.500 km, il che vuol dire che all’apolunio sarà molto distante dalla Luna. Inoltre l’inclinazione orbitale della Luna attorno alla Terra rispetto all’inclinazione orbitale della Terra rispetto al Sole è di soli 5°, il che vuol dire che l’ombra della Terra si sposta dal piano orbitale a nord o a sud di massimo 30.000 km. Praticamente all’apolunio il gateway non sarà sicuramente eclissato dalla Terra e riceverà luce solare.

Fatta questa premessa, il periodo orbitale è stato scelto in modo che sia in risonanza sinodica, Lunar Synodic Resonance (LSR). Vuol dire che dopo un certo numero di orbite si ritroverà nella stessa posizione relativa tra Sole Terra e Luna. Scegliendo ad esempio che durante la fase di luna piena il gateway sarà all’apolunio, siamo sempre sicuri che i pannelli del Gateway saranno sempre illuminati e la produzione di energia elettrica è garantita. Su questo bisogna ragionarci un po’, la Terra può eclissare la Luna solo durante la fase di luna piena, altrimenti non potrebbe proprio fargli ombra, la Luna deve trovarsi dalla parte opposta del Sole rispetto alla Terra.

Ora, non è esattamente così, perché è stata scelta una risonanza 9:2, cioè il Gateway fa 9 orbite attorno alla Luna quando la Luna ne fa 2 (sinodiche) attorno alla Terra. Orignariamente era stato studiata anche una risonanza 4:1, in modo che ogni mese lunare il Gateway tornasse esattamente allo stesso posto, ma questa precisione non è necessaria. L’ombra della Terra cade tra due apsidi, quando il Gateway è ancora abbastanza alto. Non è importante che sia proprio all’apoapside.

Obrita del Gateway a evidenziare la risonanza. Una volta ogni due orbite, il Gateway si trova sempre più o meno allo stesso posto.

Senza risonanza, questo non sarebbe stato possibile. Con un’orbita con un periodo a caso, prima o poi sarebbe capitato che il Gateway passasse nel cono d’ombra terrestre. La Luna viene eclissata due volte l’anno senza questi accorgimenti, ad esempio. Ora il periodo sinodico della Luna è di 29,5 giorni, quindi due periodi sono 59 giorni. Il Gateway fa 9 orbite in 59 giorni, quindi un’orbita ogni 6,6 giorni, circa un’orbita a settimana. Guardando in un riferimento orbitale inerziale, quindi quando la Luna fa una rotazione attorno al proprio asse in 27, 3 giorni viene quasi una risonanza 4:1. Qui ringrazio @poweruser per avermi tracciato il grafico di CAPSTONE con i dati del JPL, un satellite che percorre la stessa orbita NRHO, visto dal polo nord sembra proprio che ogni mese la traittoria divida la Luna in 4 parti

Qualche altra considerazione, da questa orbita, ci si può andare muovere facilmente. Servono meno di 12 ore per andare da e verso la superficie lunare. Servono i soliti tre giorni per andare o arrivare da Terra, ma in realtà se non c’è fretta si può scegliere una traiettoria di tre mesi che fa risparmiare molto carburante. Si può andare facilmente in orbita eliocentrica. La stabilità è molto buona e richiede pochissime correzioni. La stima è di effettuare una correzione a orbita, durante il periapside per ottimizzare, di poco meno di 2 mm/s per compensare tutte le perturbazioni gravitazionali. Come ordine di grandezza è 0,1 m/s l’anno, veramente un’inezia e di fatto sarà abbastanza irrealistico per il caso reale. Vanno considerati anche fattori perturbativi esterni che porteranno a circa 5 m/s di correzioni, che rimane comunque pochissimo se confrontato con i satelliti in orbita geostazionaria, ad esempio.

La stabilità dell’orbita è calcolata su un periodo di circa 15 anni. Poi magari sarà necessaria qualche correzione più decisiva. Con le numeriche descritte sopra, ad esempio, sono previste eclissi di Luna brevi e non distruttive abbastanza regolari 2-3 volte l’anno, e sono previste eclissi di Terra con effetti abbastanza gravi a causa del periodo in ombra prolungato, dopo circa 14-15 anni di operazioni.

Documenti di riferimento, da cui sono prese le immagini sopra:

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Un’altra versione della stessa animazione un po’ più lenta e con visibili le posizioni di Terra e Sole e anche le traiettorie descritte dai punti lagrangiani 1 e 2 del sistema Terra-Luna

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credo sia risonanza non ridondanza

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Un’altra cosa interessante è capire come mantenere l’orbita pulita. In orbita terrestre bassa, i detriti prodotti dalla ISS stessa si separano dalla stazione a causa del lieve attrito dell’atmosfera, che agisce in modo diverso su corpi con massa e forma (area di sezione) diversa. Dopo un po’ la ISS fa un reboost dell’orbita, il detrito no e precipita in atmosfera.

In NRHO l’orbita del Gateway rimarrà abbastanza pulita ma per motivi diversi. Intanto, bisogna ricordare che il Gateway dovrebbe fare delle leggerissime correzioni d’orbita ogni settimana. Poi bisogna anche dire che in un certo senso il Gateway è in una specie di posizione di equilibrio instabile, un po’ come fosse una palla in cima a una collina molto ripida, se è esattamente nel punto più alto ci rimane, se diverge leggermente, o si corregge o parte via.

L’orbita NRHO è in equilibrio instabile proprio in questo senso. Senza piccole correzioni si diverge di molto col passare del tempo. Qui c’è uno studio che ho pubblicato anche nel thread di CAPSTONE:

Lo studio analizza la divergenza in due fasi, la prima è quanto ci mette un detrito a lasciare l’orbita NRHO, la seconda quanto ci mette il detrito, una volta discostatosi dall’orbita, ad allontanarsi “per sempre”. Le due fasi vengono anche studiate in due modelli di meccanica orbitale diversi. La prima fase viene studiata nel modello a due corpi, con solo Terra e Luna (chiamato comunemente modello CR3BP). Nella seconda fase invece, l’influenza gravitazionale del Sole non è più ininfluente, quindi viene utilizzato il modello con Sole Terra e Luna (BCR4BP).

Un’altra distinzione importante, si analizzano sia i modelli con LSR 9:2 che quello 4:1, i modelli di risonanza che abbiamo visto al primo post. L’orbita con risonanza 9:2 risulterà molto più pulita di quella 4:1, non so se sia stato proprio questo il motivo che ha fatto scegliere la 9:2 per il Gateway.

Senza scendere troppo con i tecnicismi (non so se ormai è troppo tardi :smiley: ), un detrito che al momento migliore viene espulso dal Gateway a 1 m/s, la velocità di una camminata umana regolare per intenderci, lascerà l’orbita NRHO in poco più di un mese.
Nella figura 4 si analizza proprio questo scenario:

Intanto il caso particolare è quando l’oggetto lascia il Gateway al perilunio nella direzione, visto dalla Luna, direzione di marcia del Gateway (tecnicamente nella direzione data dalla velocità del Gateway meno la velocità della Luna). Questo è l’effetto Oberth di cui abbiamo parlato spesso, al periapside gli effetti di una manovra si amplificano in qualche modo nel resto dell’orbita, una cosa che abbiamo visto tipo con Beresheet, quando piano piano allungava la sua orbita accendendo i motori sempre al periapside.

Nel riquadro a sinistra, la Luna è all’origine degli assi, l’orbita del Gateway è in blu e quelle rosse sono le orbite del detrito, che piano piano si allontanano. Per formalizzare il “piano piano si allontanano”, nel documento hanno introdotto una misura che in qualche modo calcola un valore ottenuto da posizione e velocità media dell’oggetto, e l’hanno chiamata momento integrale. Praticamente, se un oggetto dopo un’orbita torna esattamente nello stesso punto e con la stessa velocità, si è spostato mediamente di 0 e con una velocità di 0, questa è la sintesi della variabile creata apposta per questa valutazione. Nel riquadro a destra in alto c’è proprio il momento integrale. Quello del Gateway torna sempre a 0 dopo un’orbita. Quello del detrito nelle prime orbite si discosta leggermente e poi sfarfalla proprio. Gli autori hanno definito un limite di 0,1 arbitrario per il momento integrale dicendo che se il detrito supera questo valore ha tecnicamente lasciato l’orbita NRHO.
In basso c’è qualcosa di più familiare, semplicemente la distanza tra detrito e Gateway; ci sono dei picchi al perilunio perché la velocità relativa aumenta.

Poi c’è la seconda fase, anche se nell’articolo si parla di molte altre cose. Qui entra in gioco la risonanza. Praticamente, con risonanze diverse, si sposta la posizioni dei periluni. Nel caso precedente, espulsione di un detrito al perilunio a 1 m/2 in direzione del gateway, il detrito lascia il sistema Terra-Luna senza mai avvicinarsi alla Terra entro un anno in svariati casi, mentre con una risonanza diversa, tipo 4:1, in nessun caso. I casi da considerare sono esattamente nove, perché 9 possono essere i punti dove il Gateway passa al perilunio. La figura da osservare è la 20b
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Quando il perilunio è in un uno dei punti rossi, l’espulsione in orbita eliocentrica avviene con successo, quando è nei punti blu, no. Non avere successo vuol dire che o ci mette più di un anno o passa troppo vicino alla Terra, ma normalmente il sistema Sole-Terra-Luna è così dinamico che prima o poi un oggetto finisce comunque o a scontrarsi con un corpo o in orbita eliocentrica.

Ora, a parte il caso particolare, il documento evidenzia come non ci sia un grosso problema con i detriti spaziali in orbita NRHO, anche senza atmosfera che cattura un po’ di spazzatura. Volendo buttar via oggetti lontano da traiettorie di altri satelliti, si può fare in modo controllato con delta v bassissimi. L’orbita eliocentrica è grande, circa un miliardo di chilometri di lunghezza, quindi non c’è rischio di inquinarla. Anche i detriti incontrollati possono essere solo un pericolo temporaneo. Posso essere pericolosi per altri satelliti in orbita lunare o terrestre, posso essere pericolosi per il Gateway stesso in caso di orbite particolari di ricongiungimento, ma prima o poi la loro orbita si degrada e finiscono altrove a non dar fastidio.

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Una considerazione anche su quanto i vari corpi celesti influiscano sul Gateway, conti fatti con carta e penna stamattina, approssimativi e soggetti a errori. Mettendo un corpo di una tonnellata in orbita NRHO, la forza di gravità esercitata dal Sole è di 6 N, la forza di gravità esercitata dalla Terra è di 2,8 N, la forza esercitata dalla Luna al perilunio è di 200 N mentre all’apolunio è di 1 N. Quindi all’apolunio è il Sole che vince su tutti. In generale è a 260.000 km dalla Terra che la forza di gravità di Terra e Sole si eguagliano. Bastano conoscenze da primo liceo per fare questi conti, non è affatto difficile.

Il motivo per cui il Sole influisce poco sul movimento del Gateway, pur essendo il corpo che esercita la forza maggiore, è che il campo gravitazionale del Sole è quasi costante. Praticamente è come se Gateway, Terra e Luna si muovessero in caduta libera nel campo del Sole. Di fatto l’influenza del Sole sull’orbita è dovuta solo al cambio di forze del Sole, che è un campo radiale, e non rettilineo uniforme. Nel giro di una singola orbita del Gateway il campo gravitazionale terrestre cambia di molto, 90° di orientamento, mentre quello del Sole solo di 6°.
La Luna invece ha un’influenza variabile a seconda del punto dell’orbita, visto che al perilunio sono 3.000 km (4.700 km dal centro della Luna, valore da usare per calcolare la forza di gravità) e all’apolunio 70.000 km.

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