MESSENGER ci svela le dinamiche di Mercurio

La NASA ha appena informato i media sulle ultime scoperte fatte dalla sua sonda MESSENGER (MErcury Surface, Space ENvironment, GEochemistry, and Ranging ), nel corso del suo secondo flyby dell’Ottobre 2008, che ha svelato come l’atmosfera, la magnetosfera ed il passato geologico del pianeta Mercurio siano caratterizzati da livelli di attività molto maggiori rispetto a quelli preventivati inizialmente dagli scienziati.

Il 6 Ottobre del 2008, la sonda ha effettuato il suo secondo sorvolo di Mercurio, catturando oltre 1200 immagini a colori ad alta risoluzione e riprendendo inoltre un altro 30 percento della sua superficie fino ad allora mai fotografata prima, e raccogliendo anche i dati necessari alla pianificazione del resto della missione della sonda americana.

Sean Solomon, della Carnegie Institution di Washington e Principal Investigator di MESSENGER ha spiegato che: “Il secondo flyby della sonda ha prodotto una quantità di nuove scoperte. Una delle maggiori di esse, è stata osservare come siano fortemente cambiate le dinamiche magnetosferiche del pianeta rispetto a quelle descritte nel primo flyby di Mercurio nel Gennaio del 2008. Un’altra scoperta è stata quella di un grosso e insolitamente integro bacino da impatto che si ritiene sia stato il centro delle attività vulcaniche e di deformazione morfologica. I primi rilievi di magnesio nell’esosfera di Mercurio confermano l’ipotesi che questo elemento sia un importante costituente dei materiali che compongono la crosta del pianeta più vicino al Sole. Infine, la copertura fotografica quasi completa, portata avanti durante il secondo flyby, ha fornito a noi scienziati importanti dati per capire come si sia formata la crosta di Mercurio.”

Ricordiamo che MESSENGER è la prima sonda in assoluto progettata per entrare in orbita del pianeta più vicino al Sole; essa è stata lanciata il 3 Agosto 2004, e dopo aver svolto i flybys con la Terra, Venere e Mercurio stesso, entrerà in orbita del pianeta nel Marzo del 2011, per dare inizio ad un periodo di intenso lavoro di studio che dovrebbe durare un anno.

“Lo spettrometro MASCS (Mercury Atmospheric and Surface Composition Spectrometer) ha rilevato quantità significative di magnesio nell’atmosfera del pianeta.” ha spiegato William McClintock dell’University of Colorado presso il Boulder’s Laboratory for Atmospheric and Space Physics, e co-Investigator della missione. “Il rilevamento del magnesio, di per sé, non è stato un fatto eccezionalmente sorprendente, ma misurarne la sua presenza in queste quantità ed in queste distribuzioni è stato un dato che ci ha sorpreso. Questo è un esempio del tipo di scoperte individuali che il team di MESSENGER dovrà combinare assieme per fornire delle nuove spiegazioni su come sia formato il pianeta e su come si sia evoluto.”
Lo strumento ha inoltre caratterizzato gli altri costituenti principali dell’esosfera, durante il flyby del 6 Ottobre, che hanno incluso calcio, sodio, e la sospetta presenza di alcuni elementi metallici come alluminio, ferro e silicio.

Jame Slavin, co-Investigator del Goddard Space Flight Center della NASA, ha spiegato che MESSENGER, durante il suo secondo flyby aveva rilevato una magnetosfera radicalmente differente se comparata a quella osservata per la prima volta nell’incontro ravvicinato del 14 Gennaio 2008. In quell’occasione, appunto, vennero fatte delle importanti scoperte, misurando i campi magnetici in prossimità del pianeta, anche se non si scoprì alcuna attività dinamica.

Nel secondo passaggio, quello del 6 Ottobre 2008, “MESSENGER ha trovato una situazione completamente differente. “MESSENGER ha misurato grossi flussi magnetici attraverso la parte rivolta al Sole della magnetopausa di Mercurio, 10 volte superiori di quelli osservati in prossimità della Terra. Naturalmente, l’elevato flusso energetico dovuto al forte vento solare era evidente nella larga ampiezza delle onde di plasma e nelle grosse strutture magnetiche misurate dal Magnetometro nell’arco di tutta la durata dell’incontro.” Ha concluso Slavin.
La variabilità magnetosferica osservata in questi due passaggi da parte di MESSENGER, supporta l’ipotesi che le enormi variazioni osservate giorno dopo giorno nell’atmosfera di Mercurio siano proprio dovute alle variazioni della schermatura fornita dalla magnetosfera.

Un altro eccitante risultato del lavoro della sonda della NASA svolto durante il suo secondo sorvolo è la scoperta di un grande bacino da impatto sconosciuto in precedenza. Il bacino Rembrandt ha un diametro di oltre 700 km e si è formato circa 3,9 miliardi di anni fa, verso la fine del periodo del pesante bombardamento subito dal Sistema Solare interno, secondo quanto spiegato da Thomas Watters, MESSENGER Participating Scientist. Benché antico, il bacino Rembrandt è più giovane degli altri bacini da impatto conosciuti su Mercurio.

Non c’è che dire, MESSENGER non è ancora entrata in orbita di Mercurio, ma ha già effettuato importanti scoperte su questo affascinante pianeta. Basti pensare che solamente un anno fa, la metà della sua superficie era sconosciuta, ora, grazie all’apporto della sonda della NASA, gli scienziati hanno a loro disposizione immagini ad alta risoluzione di oltre il 90 percento della superficie planetaria.

Brett Denevi, dell’Arizona State Univerity e membro del team di MESSENGER, ha evidenziato il fatto che sulla base delle ricognizioni fotografiche della sonda, si è dedotto che circa il 40 percento della superficie del pianeta è ricoperta da pianure relativamente lisce, e la maggior parte di queste pianure viene ritenuta essere di origine vulcanica. Esse sono distribuite su scala globale, diversamente da quelle della nostra Luna, che ha una marcata asimmetria nella distribuzione delle pianure vulcaniche fra la sua faccia rivolta permanentemente alla Terra e quella opposta. Non si sono ancora notate evidenze della presenza di feldspato che compone la maggioranza degli altipiani lunari, e che si pensa si sia formato per flottaggio durante il raffreddamento dell’oceano magmatico lunare primordiale. Al contrario, la maggioranza della crosta di Mecurio dovrebbe essersi formata tramite ripetute eruzioni vulcaniche in una modalità più simile alla formazione della crosta di Marte che di quella appunto della Luna.

Mentre gli scienziati continuano ad esaminare i dati dei primi due flybys, si stanno preparando a raccogliere le ulteriori informazioni fornite dal terzo sorvolo della sonda, previsto per il 29 Settembre 2009. Il terzo flyby fungerà da prova generale per l’inserimento in orbita della sonda, nel Marzo del 2011, oltre, come detto, a contribuire alla raccolta ulteriore di dati su questo interessantissimo paneta.

MESSENGER fa parte delle missioni della NASA del programma Discovery, la sua costruzione e gestione sono state affidate all’Applied Physics Laboratory della Johns Hokins University.

Immagini (C) di NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington

  1. 90 minuti dopo il secondo flyby, MESSENGER ha scattato questa splendida immagine di Mercurio.

  2. Il cratere Machaut, già individuato negli anni '70 dalla sonda Mariner 10.