Missili, computer e auto Pechino blinda il controllo sui 17 minerali dell'hi-tec

MILANO - Se qualcuno vuole sapere dove va il mondo, può prendere nota di un indizio: i tank della Us Army sono «made in China». Non solo i carri armati, lo sono anche i missili intelligenti che inseguono il bersaglio. E con quelli anche alcuni dei radar militari più sofisticati o i motori ibridi degli incrociatori della Marina.
Ovviamente non tutto di questi armamenti prodotti da grandi gruppi Usa come Lockheed Martin, Northrop Grumman o General Dynamics è «made in China». Vengono da lì solo quelle piccole, invisibili componenti magnetiche che consentono a queste tecnologie di funzionare. Si tratta di 17 elementi della tavola periodica dai curiosi nomi come lutezio, ittrio, scandio, europio o neodimio. Sono le materie prime del futuro, quelle alla base di gran parte delle tecnologie più promettenti del ventunesimo secolo: dalle auto ibride, alle pale eoliche, agli smartphone.

[table][tr][td][left][table][tr][td][/td][/tr][/table][/left]Una loro qualità minerale è che esercitano un magnetismo resistente ad altissime temperature. Ma la particolarità strategica più vistosa è che il 97% della produzione globale di questi materiali viene dalla Cina. Sia per uso commerciale, che per le tecnologie militari. E Pechino mostra tutte le intenzioni di far leva sul suo potere di mercato in questo campo per obbligare il resto del mondo ad accettare le proprie condizioni: queste comportano non solo un trasferimento netto di capitali, ma anche di lavoro e soprattutto di segreti industriali dall’Occidente verso la Repubblica Popolare.
I rapporti di forza in questo campo sono tutti a favore della Cina, nota un rapporto dell’aprile scorso del Government Accountability Office (Gao) dell’amministrazione Usa. Senza questi 17 elementi rari della terra, non è possibile produrre niente di tutto ciò che oggi dà speranza all’industria più avanzata. Il neodimio per esempio è l’elemento essenziale per la produzione di batterie e motori delle auto ibride o elettriche, per l’hardware dei computer, per i cellulari e per le telecamere. In campo militare, con l’ossido neodimio sono composti i magneti che azionano le ali direzionali dei missili di precisione. Con l’europio e l’ittrio si producono invece le fibre ottiche e le lampadine «verdi», lo scandio è la materia prima dell’illuminazione da stadio, mentre il prometio serve per i macchinari medicali di ultima generazione. Da Philips a Siemens, da Toyota a Nokia, a Hewlett Packard a Apple, fino a Sony e Canon: nessuna grande multinazionale delle democrazie industriali può produrre i propri beni più preziosi senza rifornirsi in Cina di questi 17 materiali rari.

Senza, la vita sarebbe diversa. Il problema è che la Cina non vende, o vende sempre meno e a condizioni sempre più difficili: anziché esportare gli elementi, vuole che far produrre in Cina le tecnologie estere che li integrano. Secondo quanto riferisce il rapporto del Gao al Senato Usa, il monopolio di Pechino in questo campo in realtà è frutto della lungimiranza del governo più che della dotazione di materie prime. In Cina si trova il 37% delle riserve conosciute di questi 17 elementi, nell’ex Urss il 18%, negli Stati Uniti il 12%. Ma la Russia non ha i mezzi per l’estrazione e l’America negli ultimi 12 anni l’ha bloccata (a Mountain Pass, in California) in nome della tutela ambientale. I minerali rari sono infatti spesso uniti a sostanze radioattive e le miniere inquinano le acque dell’area circostante: in una democrazia nessuno le vuole avere vicino a casa propria. Servono tecnologie di tutela dei minatori, investimenti elevati, complesse autorizzazioni, tutto ciò di cui la Cina non si interessa. Anche se volesse, l’America avrebbe bisogno di altri 15 anni per rilanciare l’estrazione (e a costi ben più alti che in Cina).Da qui il potere di Pechino sulle materie prime del futuro, che il governo ora usa come una leva sul resto del mondo. In primavera ha alzato i dazi all’export al 25%, a luglio ha tagliato le quote delle vendite all’estero del 72% per il 2010. L’anno prossimo esporterà solo il 60% del fabbisogno globale e, per il resto, propone alle multinazionali di venire a produrre dove si trova la materia prima. Per capire perché lo faccia, basta seguire le proteste di Siemens, Basf, General Electric: accusano il governo di Wen Jiabao di rubare metodicamente il know-how dei suoi «ospiti».

Corriere della Sera[/td][/tr][/table]

Alcuni MIEI veloci commenti leggendo a caldo questo articolo:

E’ il classico articolo di pura polemica basato su pochi anche se reali fatti e mirato a fare scalpore.
Il Neodimio per esempio ce l’abbiamo (assieme al Ferro ed Bario) in tutti i magneti dei nostri altoparlanti degli HiFi sia di casa che dell’auto.
Di sicuro tutto il discorso degli armamenti è interpretato male: è vero che questi oggetti di alta tecnologia avranno al loro interno componenti prodotti in cina, ma da li a dare il knowhow americano dell’industria bellica a dei “comunisti” ce ne passa ancora molto…
Inoltre se effettivamente queste materie prima sono “prodotte” (e già il concetto di produrre materie prima e non di estrarle o raffinarle o trattarle è sbagliato) in cina, sappiamo tutti bene che la produzione dell’elettronica di massa è in cina per un discorso di costi e non di obblighi. E altresì vero che il governo cinese fa di tutto per stimolare le aziende straniere ad investire da loro, ma questo lo farebbe qualsiasi altro governo con un pò di buon senso.

ciao

Raffaele

Si. Ricordo anche che i famosi proiettili decalibrati portano una goccia di uranio impoverito sulla punta al posto del tungsteno. Perché il tungsteno lo si estrae in Cina e gli USA non volevano arricchirli. Forse nell’ottica del risparmio acquistano in Cina componenti già pronti che poi assemblano negli USA. La Cina non può farci nulla perché anche se il componente non lo acquistano direttamente gli USA, lo comprano presso uno stato"amico" della Cina, e sul mercato commerciale.
Qui ci si riallaccia al discorso sulle visioni future dell’astronautica USA, dove è entrato il volo umano verso gli asteroidi. Vi suggerisce nulla? Un bell’asteroisde da spolpare senza problemi d’inquinamento, di deturpazione dell’ambiente o diritti o di proprietà da espropriare?
Per molti stati terrestri sarebbe un duro colpo se gli USA cessassero d’essere un compratore di materia prima. Qualcuno si ritroverebbe senza soldi per alimentare le sue forze armate, palesi o occulte che siano. Siamo nella fantascienza o Obama stà mettendo le mani avanti? Obama o i superconsulenti del governo USA che anche se cambia colore non perdono il posto e quindi già hanno valutato i futuri scenari mondiali? Oh, come prendi un asteroide prendi anche una cometa. Di cosa è fatta una cometa? Acqua. Quale sarà il petrolio del futuro? L’acqua. Così sembra che uno più uno fa due…
Così la Cina apre le porte alle fabbriche occidentali per scopiazzare alla grande le loro tecnologie e risprmiare sulla spesa per la ricerca. Insomma cavalca l’onda del progresso creato dagli altri, e gli altri sono tanto fessi che guardando solo al profitto regalano alla Cina il frutto delle loro costose ricerche. Complimenti. Poi vanno a piangere dai loro governi quando dalla Cina se ne escono prodotti identici ai loro.
Si, al momento molti prodotti cinesi sono noti per la loro scarsa affidabilità, ma non tutti. Ormai ci sono cose che si fabbricano solo lì.
Quindi?

Io non credo che l’amministrazione Obama abbia una chissà quale lungimiranza in campo spaziale anzi,direi che più semplicemente gli USA e non solo loro prendono atto della loro infelice dipendenza cinese per quanto riguarda gli elementi chimici citati e stanno comprendendo che devono prendere provvedimenti a riguardo prima che il mercato interno cinese si sviluppi seriamente.
Difatti fino a quando i consumi interni cinesi non marceranno a livelli occidentali non potranno fare a meno degli acquisti occidentali,quando invece l’economia interna cinese sarà sviluppata allora si porrà il problema del ricatto strategico che la Cina eserciterà nei confronti dei vecchi acquirenti.

è interessante sto discorso delle materie prime…

pensate ad esempio ad avatar, dove tutta la baracca ruotava intorno all’estrazione di un minerale che avevala caretteristicha di esser superconduttore a temperatura ambiente e di produrre fortissimi campi magnetici.

tanto valeva da architettare un’impresa faraonica di colonizzazione ( ok, è fantasy, ma poco distante dalla realtà )

Anche la serie di giochi Comand & Conquer era incentrata su un minerale raro che dava la supremazia sugli altri…
E’ un tema molto gettonato in ambito fantapolitico, nella realtà le cose non sono proprio così semplici e lineari.