Interessante configurazione “marziana” per il programma Orion.
Come ho già detto, se la Bigelow saprà concretizzare per bene la sua creatura, potremmo essere di fronte ad una delle poche novità… davvero innovative (scusate la cacofonia) degli ultimi 10 anni in campo spaziale.
In bocca al lupo!
Un idea delle dimensioni del modulo Bigelow.
L’Italia ha avuto e spero avrà ancora un grosso peso nel concepimento dei moduli “gonfiabili” (del resto siamo gli esperti mondiali per la realizzazione dei moduli pressurizzati)
Vi allego un po’ di storia italiana sui MODULI GONFIABILI
Dalla fine degli anni ’90 si è cominciata (ASI-NASA) a studiare la possibilità di utilizzare moduli gonfiabili per utilizzo spaziale, prima con il Programma TransHab, il progetto di un modulo abitativo configurabile in orbita, poi con una serie di studi su materiali ed architetture di nuova generazione per utilizzo spaziale che prevedono:
- elementi configurabili in orbita
- strutture in fibra di carbonio
- materiali leggerissimi ma resistenti
- rack gonfiabili
l’ASI ha finanziato uno studio (iniziato nel maggio del 2001 ed appena concluso), dedicato alle strutture gonfiabili per applicazioni spaziali con l’obiettivo di valutare le possibilità di estendere l’utilizzo dei sistemi di tecnologie gonfiabili spaziali ad usi diversi da quelli ad oggi previsti; e con l’intento di acquisire un quadro delle potenzialità dell’apparato scientifico, tecnico ed industriale italiano nel settore delle applicazioni spaziali della tecnologia “inflatable”. Lo studio si è proposto quindi di evidenziare i campi specifici per applicazioni industriali a breve e medio termine, individuando anche le possibilità di partecipazione di industrie attualmente non coinvolte in attività di costruzioni spaziali.
Le attività di studio sono state effettuate da un team composto dal consorzio IACSA, in qualità di primo contraente, da Ingegneri Speranza Srl, dal Dipartimento Aerospaziale dell’Università degli studi “La Sapienza”, da Alenia Spazio Spa e Oerlikon Contraves Spa,.
Info su:
http://www.icomo.it/ICOMO_EV_060302/AlcatelAleniaSpace.PDF
http://www.asi.it/html/ita/news/presentazione%20ing.Lorenzoni.pdf
Nel Piano Aerospaziale Nazionale 2006-2008 le attività umane italiane in orbita saranno incentrate sulla utilizzazione della stazione spaziale, ma anche sullo sviluppo del modulo FLECS per la validazione di tecnologie gonfiabili e studio di sistemi di rientro.
X Archipeppe: come si chiama quella società toscana specializzata in questa tecnologia?
x Archipeppe: come si chiama quella società toscana specializzata in questa tecnologia?
L’hai già nominata è la IACSA (International Advanced Center for Space Applications). La società è nata per volontà dell’Arch Daniele Bedini, decano degli architetti spaziali italiani (categoria a cui appartiene il sottoscritto) che si laureò per primo in questa specialità nel 1983, con una tesi di laurea su di un habitat spaziale denominato O.L.G.A. Town.
Ulteriori informazioni possono essere reperite al seguente sito:
Daniele Bedini ha scritto anche:“Breve storia della conquista dello spazio” edito da Mondadori:non un capolavoro,ma molto interessante quando riporta brani di Von Braun, il quale già allora aveva capito che le strutture spaziali oltre ad essere funzionali dovevano garantire ai futuri astronauti scienziati comfortevolezza.Prima di entrare in Forumastronautico nn pensavo che architetti potessero lavorare su progetti spaziali,più precisamente di cosa si occupano e che iter formativo devono compiere?(potrebbe essere utile quest’informazione a qualche utente od ospite del sito che deve decidere che facoltà scegliere).
WOW…sono stato promosso di livello!!!
Anch’io non ho mai sentito parlare di architetti che lavorano in progetti spaziali…
Bhe il nostro Archipeppe è uno di questi!!!
Anch'io non ho mai sentito parlare di architetti che lavorano in progetti spaziali...
Se per questo neanche io .
Interessante questa configurazione della nave “Von Braun” ma è soltanto per una missione orbitale attorno a Marte? Perchè non mi sembra vi siano moduli di discesa per la superficie…
Penso che più che altro sia un concept,per far vedere l’utilità di un modulo Bigelow per questo tipo di missioni,cioè avere la possibilità di avere molti metri cubi di spazio abitabile a fronte di un volume di trasporto in LEO piccolo (appunto perchè “si gonfia” nello spazio),e di una massa più piccola rispetto a moduli tradizionali.
Bhe il nostro Archipeppe è uno di questi!!!
Puoi dirlo forte … anche se poi, nel suo lavoro quotidiano, è un architetto molto particolare …
Qualcuno sa come reperire i due .pdf elencati qui sopra? Grazie a chiunque possa aiutarmi…