Come promesso allego il link, del GAVS, sulla storia del pesce di aprile deiMe-163 Komet destinati all’ANR (Aviazione Nazionale Repubblicana) e mai arrivati.
http://www.gavs.it/Articoli/Komet%20ANR/ME_163_Komet_ANR.htm
Di seguito, invece, un estratto dal saggio
“…ET SILENTER DELEO”
GLI ALIANTISTI MILITARI ITALIANI DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE
di Gabriele Taddei
8 Piloti a reazione ovvero piloti a vela
Esiste un’altra esperienza volovelistica che vide, nei tempi di guerra, piloti italiani come protagonisti, un’esperienza non legata in alcun modo al tentativo di costituire una componente aliantistica d’assalto ma ad un tutt’altro genere di esigenza.
Nel novembre del 1944, terminato il ciclo operativo sui Macchi C. 205 V, il 1° Gruppo Caccia dell’Aeronautica Nazionale Repubblicana, comandato dal magg. Adriano Visconti, era in addestramento ad Holkirchen per il passaggio sui Bf 109 G.
Fu qui che la Luftwaffe offrì ad un numero limitato di piloti del reparto di iniziare l’addestramento per il passaggio su di una macchina che, al momento, rimase segreta.
All’offerta aderirono 17 piloti, tutti scapoli per la pericolosità del incarico che sarebbe stato loro assegnato; comandati dal cap. Giuseppe Robetto, i nostri furono scherzosamente ribattezzati dai loro camerati “i reazionari” nella convinzione che la macchina cui sarebbero stati destinati fosse il modernissimo bireattore a reazione Me 262. Ma una volta trasferiti nell’aeroporto di Rangsdor i 17 piloti ebbero la sorpresa di non vedere affatto i tanto attesi 262 ma alianti modello Grunau Baby ed Habicht. Il fatto è che i nostri connazionali non erano stati destinati al bireattore della Messerschmitt ma ad un altro innovativo velivolo della stessa casa costruttrice: l’ancora sconosciuto Me 163 Komet.
(…)
Comprensibile dunque l’esigenza di addestrare i volontari del 1° Gruppo al volo planato e soprattutto agli atterraggi di precisione ad alta velocità senza alcuna possibilità di “riattaccata”. L’Habicht è per questo una macchina assai indicata potendo montare ali di 14, 8, e 6 metri (alcune fonti bibliografiche citano addirittura una versione da 4 metri). Che il volo del Me 163 sia particolarmente affine a quello di un aliante è del resto dimostrabile dal fatto che il reparto tedesco cui ne è demandato lo sviluppo ed il primo impiego bellico, l’Erprobungs Kommando 16 (EK-16), è formato intorno ad una ristretta èlite di piloti già dotati di consistente esperienza volovelistica al comando del cap. Wolfang Späte.20
Mentre l’avanzata sovietica da est prosegue inarrestabile, l’attività dei piloti italiani dà i suoi frutti…i nostri, ancora all’oscuro della loro destinazione finale, si dimostrano assai abili nel pilotaggio dei caricatissimi Habicht 6. Agli atterraggi di precisione ad alta velocità imposti dagli istruttori tedeschi i nostri estrosi piloti alternano dimostrazioni acrobatiche di tutto rilievo. Nei primi mesi del ‘45, durante alcune lezioni teoriche viene svelato agli italiani il velivolo al quale sono destinati. L’entusiasmo sale. Ormai tutto è pronto, sull’aeroporto di Sprottau, per i primi voli librati su Me 163 zavorrati con acqua e trainati in quota da Me110. Purtroppo il campo si copre di neve mentre il 12 gennaio i sovietici passano la Vistola. Gli italiani, delusi, sono così costretti a tornare in patria dopo aver prestato la loro parola di mantenere il più rigoroso silenzio su quanto visto ed appreso.