Modulo Bigelow: da NASA nuovi dettagli

Non penso proprio che il PMA 2, il modulo Quest e il modulo Destiny siano stati progettati per essere utilizzati come magazzini; il loro utilizzo, per questo scopo, è dovuto al solo fatto che non ci sia spazio sulla ISS.
Che rischi potrebbero esserci nello stivare questi pacchi nel modulo BEAM? Come lo è per gli altri moduli, pur se non progettato per essere un magazzino, i pacchi in questione verrebbero bloccati con l’utilizzo di corde elastiche.

Pensi forse che nei due anni che il BEAM rimarrà agganciato alla ISS non verrà mai aperto per un controllo approfondito?

Pensi forse che nei due anni che il BEAM rimarrà agganciato alla ISS non verrà mai aperto per un controllo approfondito?

No assolutamente, questo forse lo pensi tu visto che lo riempiresti rendendone impossibile, nonché inutile, l’analisi… come scritto nella news il modulo dovrà essere ispezionato periodicamente e mi chiedo come pensi sia possibile farlo se al suo interno fosse stivato materiale… cosa che oltre ad essere pericolosa, come già scritto, sarebbe anche deleteria per la raccolta dei dati, rendendoli inattendibili…

Del resto,immagino che se stivare pacchi nel modulo BEAM sarà possibile,e non compromettente per la sicurezza o le analisi del modulo stesso,beh,lo faranno.
Altrimenti vorrà dire che la cosa non si poteva fare.

Non sarà bello da vedere, ma non è che quelle cose sono “fuori posto”, e si, lo spazio nel PMA non serve a NIENTE e le borse d’acqua stanno bene dove stanno.
Poi chiaro, ci fosse più spazio lo si userebbe…ma lasciagli testare il modulo in quanto tale. Poi magari te ne fanno uno grande il doppio come ripostiglio…
Se no in in Columbus Aft c’è un armadione con scritto FSL che non serve a niente, possiamo farci uno stowage rack (punzecchiamo Archipeppe che magari posta? :wink: )

una domanda che mi gira da un giorno. Rispetto all’esperimento Genesis I eII cosa in più testerà il nuovo modulo?

L’abitabilità e la compatibilità con i sistemi ECLSS della Stazione.

Se ho capito bene il modulo si “gonfia da solo” ma poi dipenderà dall’ISS per la corrente elettrica, l’aria respirabile, la raccolta di eventuale condensa etc etc
Giusto?

Io credo anche che NASA non si fidi tanto di Genesis I e II, e quindi voglia testare la cosa in prima persona, con astronauti che siano in grado di fare ispezioni e misurazioni in loco…
Quello che mi fa strano è che dopo due anni lo buttino. Secondo me se andasse tutto bene potrebbero decidere di estenderne la vita e di usarlo per qualcosa di utile.

A me invece sembra eccessivo il test di due anni. Ci vanno due anni per vedere se il palloncino perde? Io resto dell’idea che dopo qualche mese cominceranno ad usarlo almeno come “ripostiglio”.

In effetti sì, ci vuole un po’ di tempo. Non ci vanno due anni per vedere se il palloncino nuovo perde, ma ci vanno due anni per vedere se il palloncino non perde dopo aver assorbito qualche botta da qualche detrito.
Tutto il calcolo degli MDPS viene fatto in maniera statistica, considerando il flusso di detriti di una certa dimensione attraverso un metro quadrato in un’unitá di tempo e poi moltiplicando per la cross-section e per il tempo di permanenza in orbita. Per questo ad esempio PMM ha un MDPS diverso da MPLM, visto che la permanenza in orbita è molto più lunga.

Capito: bisogna aspettare un tempo statisticamente significativo affinche’ al palloncino capiti qualche evento “probante”. Grazie!

grazie mille

Questo è come lo interpreto io per lo meno, ma non ho informazioni di prima mano :wink:

Probabilmente anche per questioni di radiazioni, in un lasso di tempo di due anni, sempre per statistica, si dovrebbe avere un buon campione per analizzarne la protezione che offre.

Giusto. E in più ora che ci penso ci metterei anche la corrosione e l’invecchiamoento del materiale per colpa dell’ambiente esterno (sbalzi di temperatura, radiazioni, ossigeno atomico, ecc.).

quindi i due Genesis non hanno fornito dati validi o è una prassi standard per l’integrazioen con una nuova tecnologia?

Li hanno sicuramente forniti e stra-ri-forniti, ma la validazione in orbita è indispensabile. Il diavolo è nei dettagli, pensa (una delle tante…) al casino dei bulloni esplosivi delle Soyuz che a un certo punto hanno smesso di funzionare, nonostante tutti i test a terra e trent’anni di esperienza. Le cose che possono andare storte sono sempre molte, e prima di costruire qualcosa di realmente grosso bisogna validare la tecnologia - specialmente se è una prima assoluta.

grazie :slight_smile:

esperimento molto interessante, sono impaziente di vederlo all’opera!