NASA: abitazioni spaziali entro il 2018

Il Congresso degli Stati Uniti chiede di accelerare i tempi per lo sviluppo di moduli abitativi spaziali.

55 milioni di dollari per costruire un modulo abitativo in due anni? A quel prezzo forse riescono a costruire la toilette :smiley:
Insomma, mi sembra un articolo un po’ inutile, che cerca di dare un po’ di pepe alla notizia dell’approvazione del budget sparando un titolone. Quei 55 milioni sono lo 0.3% del budget NASA di cui si parla nell’articolo :wink:

Come sviluppare il modulo però non è ancora chiaro: secondo Sam Scimemi della Nasa è ancora presto per fornire dettagli su come sarà fatto.

Quindi entro due anni con 55 milioni di dollari,e al 31 dicembre 2015 non hanno ancora le idee chiare su cosa realizzare?
Mi parrebbe più verosimile un articolo sul mostro di Loch Ness.

Come detto da Buzz è il solito articolo fuffa… La notizia è che una parte del budget NASA è dedicato alla prosecuzione degli studi sui futuri habitat necessari per i voli BEO… Tutto il resto è appunto… fuffa.

Certo che, in merito a quanto scritto riguardo un possibile studio di un’abitazione spaziale da utilizzarsi in orbite o sone non LEO, si potrebbe far uso di quei moduli realizzati e non utilizzati nella ISS. Infatti non bisogna dimenticare il modulo HAB o i moduli MPLM oramai inutilizzabili ma comunque buoni per tale uso.

Ora sono più che certo che ci sarà chi trovera tale idea impropria però, vista la crisi recente che imperversa in quasi tutto il mondo e la nuova filosofia di utilizzo di quello che già esiste o è avanzato da qualche altro progetto, non sarebbe male per risparmiare qualche soldo e utilizzare i 55 milioni di dollari a disposizione.

L’articolo comunque duce che il Congresso ha imposto di spendere almeno 55 dei 300 destinati all AES che è diverso.

Mi pare che sia una filosofia già utilizzata in astronautica: lo Skylab non era stato realizzato e messo in orbita con gli “avanzi” del programma Apollo?

Topo, mi dispiace essere sempre quello che va contro le tue proposte, ma quello che dici IMHO ha poco senso.

MPLM è stato progettato per stare in orbita 14 giorni e per contenere solo racks non attivi. Significa che non ha un sistema di controllo termico, ha un misero sistema ECLSS (sostanzialmente 1 fan), ha un sistema di command e data handling praticamente inesistente, etc.
L’unica cosa che si potrebbe utilizzare di MPLM per fare un modulo abitativo sarebbe la struttura. Ma anche in quel caso ci vorrebbero delle migliorie, quanto meno all’MDPS (protezione da micrometeoriti), così com’é stato fatto per PMM.

Detto questo, bisogna anche parlare delle dimensioni. Un modulo di 4 metri e mezzo di diametro e 6 metri e mezzo di lunghezza, ha davvero poco spazio se ne vuoi fare un modulo abitativo, ed è in netta controtendenza con quello che probabilmente è il futuro dell’esplorazione spaziale, ovvero i moduli gonfiabili.

Quello era un caso molto diverso, perché usarono un secondo stadio del Saturn V, che era decisamente enorme (tra l’altro, un sistema cilindrico con un diametro così grande è davvero poco efficiente, perché la parte centrale deve per forza rimanere vuota, e rimane sostanzialmente volume inutilizzato)

beh, inutilizzato…ci facevano di quelle piroette… :stuck_out_tongue_winking_eye:

Piuttosto, come mai dici che un cilindro tanto ampio si traduce per forza in un sistema poco efficiente? Su Skylab sicuramente c’ era molto volume morto, ma credo con qualche paratia interna si sarebbero potuti gestire meglio gli spazi, volendo.

Te lo chiedo perché anche i moduli gonfiabili, in fondo, dovrebbero essere cilindri belli larghi, con in più la complicazione legata alla mancanza di una parete esterna fissa in cui alloggiare strutture di supporto, sistemi etc.

Boh, ho fatto semplicemente una considerazione basata sul rapporto volume/superficie laterale. La superficie laterale è presumibilmente dove potevano essere attaccati i sottosistemi, mentre il volume centrato era presumibilmente inutilizzato.
Se confronti lo spazio “libero” in Skylab con quello nei moduli della ISS, si vede subito una grande differenza.

Nel caso dei moduli gonfiabili c’è una grossa differenza, non c’è bisogno di un lanciatore grande come il modulo nella configurazione finale. Quindi si riempie a tappo il volume della parte centrale, che è quella che determina le dimensioni del lanciatore, e il volume della parte gonfiabile è tutto “bonus” :wink:

C’è anche da considerare l’aspetto psicologico: sicuramente un grosso volume vuoto aiuta gli astronauti perché dà più spazio vivibile. Questo era valido anche per lo Skylab, ma in quel caso richiedeva un lanciatore grosso come il Saturn V, mentre i moduli gonfiabili potrebbero essere lanciati con un lanciatore “standard”.

Poi c’è un’altra differenza: nel caso dei moduli gonfiabili, dove i sottosistemi sono tutti raccolti nella parte rigida centrale, la parete esterna può comunque essere utilizzata per attaccarci cose leggere, ad esempio usando del velcro, tipo dei condotti per l’aerazione, le pareti di un crew quarter, o cose così.
Nel caso di skylab invece, nel centro non c’era nessuna parete “soffice”, era proprio spazio vuoto, quindi davvero non ci si poteva mettere niente.

Grande come era non si sarebbero potute ricavare pareti all’interno in modo da sfruttarne meglio il volume?

Di sicuro hanno aggiunto dei “pavimenti” per dividere il volume in vari piani, e forse hanno messo qualche parete divisoria.
Non conosco abbastanza bene Skylab per poterne parlare in dettaglio, la mia era appunto solo una sensazione dovuta a quelle poche foto che ho visto e al mockup che ho visto nel museo di Huntsville. Mi sembra che ci fosse molto più spazio “vuoto” rispetto ai moduli odierni.

In effetti ogni volta che rivedo i video dell’epoca di quei “giri”, rimango sempre a bocca aperta … sembra davvero di vedere un vecchio film di fantascienza … affascinante …

Concordo appieno con il tuo punto di vista, il MPLM non è stato studiato per stare tanto tempo nello spazio però, allo stesso tempo con quanto si è visto fare con il PMM, sarebbe comunque possibile farlo e renderlo utilizzabile per un periodo di tempo più lungo. Oltre questo, da non dimenticare, l’esistenza del modulo costruito per l’HAB che mai venne terminato di cui però, esiste la struttura.
Non dimentichiamo che, comunque sia, rispetto a quanto ora già pianificato per la missione EM-1 della capsula Orion, gli astronauti avrebbero più spazio che vivere 15 gg dentro uno spazio limitato come quello della capsula.

Certo, utilizzare un modulo gonfiabile sarebbe meglio però…bisognerebbe vedere quanto la Bigelow lo farebbe pagare alla NASA e se abbastanza sperimentato per dare le giuste garanzie a chi vi dovrà soggiornare. A breve la NASA sperimenterà il BEAM; sarà disposta a sperimentarlo già in luoghi lontani dall’orbita terrestre?

Non è solo questione di durata, PMM può esistere perché è attaccato al Nodo 3. Fare quanto fatto a PMM non trasformerebbe mai MPLM in un modulo abitativo, perché non ci sarebbe un sistema per il controllo termico e non ci sarebbe un sistema per il controllo ambientale (controllo di temperatura in cabina, rivitalizzazione dell’aria, controllo dell’umidità, controllo della pressione totale e delle pressioni parziali, ventilazione, controllo dei contaminanti, etc.). Dopodiché, gli astronauti lassù, oltre a morire di freddo e soffocati, nelle loro poche ore di vita non avrebbero neanche un sistema per comunicare con terra…

PMM non ha niente di tutto questo, e può essere abitabile solo perché il Nodo 3 e il resto della ISS svolgono queste funzioni per lui. E lo stesso credo che valga per la struttura di HAB, anche se questo non so in che stato sia.
La struttura di per sè è una minima parte del costo e della progettazione (questo è il motivo per cui storco sempre un po’ il NASO quando qualche italiano dice che metà della ISS è stata costruita a Torino)

Si si in quel caso senz’altro i volumi non erano sfruttati al meglio. Le immagini sono ancora oggi impressionanti, l’intera stazione d’altronde (doccia, tavolo per mangiare…) era dotata di caratteristiche che la facevano apparire come un oggetto rubato alla fantascienza…anche questo un piccolo miracolo del Saturn.

Oggigiorno un volume simile sarebbe sicuramente sfruttato “meglio”,magari con un numero maggiore di livelli o con una colonna centrale simile a quella che dovrebbe essere l’architettura dei moduli gonfiabili. Come hai giustamente scritto prima, d’altronde, il vantaggio dei moduli gonfiabili è che per avere un habitat di diametro x non devi avere un lanciatore di diametro x…non è un vantaggio da poco, chissà che i primi moduli gonfiabili non ci consentano di rivedere gli straordinari volumi di Skylab…

Ma infatti non dico che dovrebbe funzionare di suo, è logico che quest’ultimo dovrebbe essere associato a qualcosa che gli fornisca quel che gli manca. Stessa cosa, almeno attualmente, sarebbe anche con un modulo Bighelow.

La struttura del MPLM dovrebbe essere riadattata come per quello già agganciato alla ISS, e il restante dovrebbe essere garantito da un modulo “logistico”.