NASA spegne la sonda Stardust

Giovedì 24 Marzo intorno alle ore 16:00 CET la sonda Stardust della NASA ha eseguito l’ultima accensione dei suoi motori principali.

L’accensione dei motori di una navicella spaziale non è più un evento che racchiude particolari significati, ma nel caso di Stardust questa sua ultima manovra rappresenterà un po’ come porre termine all’esistenza di questa sonda cacciatrice di comete.

Stardust, dal peso di circa 300 Kg, lanciata nello spazio il 7 Febbraio 1999, ha avuto il compito di intercettare comete ed asteroidi. La sua missione principale è stata completata il 15 Gennaio 2006 quando è riuscita a far ricadere sulla Terra una capsula contentente alcune particelle della cometa Wild 2. Prima di ciò aveva intercettato l’asteroide Annefrank ed un piccolo sistema solare già visitato da un’altra sonda NASA, la Deep Impact.

Così facendo Startdust ha totalizzato 4630 milioni di Km ma la NASA, constatando che le condizioni di salute della sonda erano ancora soddisfacenti, ha riprogrammato la sonda per farle intercettare, 5 anni dopo e precisamente il 15 Febbraio 2011 la cometa Tempel 1, incrementando così il suo “contachilometri” di ulteriori 1,04 miliardi di Km.

Ora però , dopo che i motori principali ed il sistema di controllo assetto sono stati accesi per più di 2 milioni di volte, si è ormai giunti all’esaurimento del carburante. Questa ultima accensione esaurirà del tutto il combustibile rimasto nei serbatoi e permetterà di verificare le teorie ed i modelli matematici di previsione sui consumi, non essendo ancora disponibile un affidabile ed accurato indicatore consumi per navicelle spaziali.

Stardus, distante dalla Terra circa 312 milioni di Km, punterà le sue antenne verso di noi per trasmettere le informazioni sull’accensione dei motori. Il comando di accensione verrà inviato da Terra alla sonda per 45 minuti , ma si ritiene che i motori possano rimanere accesi per una durata compresa tra i 2 ed i 10 minuti, permettendo a Stardust di accelerare la sua velocità di valori compresi tra i 2,5 ai 35,2 metri al secondo.

20 minuti dopo lo spegnimento dei motori per l’esaurimento del carburante, i computer principali spegneranno i trasmettitori per inibire la possibilità che in futuro possano interferire su frequenze in uso a prossime sonde spaziali.
I pannelli solari non saranno più puntati verso il sole poiché senza carburante non si potrà più intervenire sul controllo assetto della navicella. In questa situazione anche le batterie di Stardust sono destinate a scaricarsi completamente in poche ore.

A differenza di altre sonde, come ad esempio Galileo indirizzata intenzionalmente verso l’atmosfera di Giove per una distruzione controllata, Stardust vagherà spenta e dormiente nello spazio.

Startdust-Next è stata una missione a basso costo pensata per estendere l’indagine sulla cometa Tempel 1 avviata con la sonda Deep Impact.

JPL, una divisione del California Institute of Technology ha gestito il programma Stardust-Next per conto della NASA, Joe Veverka della Cornell Univerity di Ithaca è il responsabile del team di ricerca mentre Lockheed Martin Space System ha costruito la sonda spaziale.

Fonte : NASA

arrivederci stardust!

:cry:

E un giorno tornerà come VIGER

alla fine l’accesione è durata quasi 2 minuti e mezzo (146 secondi), prima di esaurire il carburante :wink:

alla faccia della missione low-cost, questa sonda ha fatto un lavorone! :clap: :clap: :clap:
:cry:

Ho pensato che la NASA, vista la mole di lavoro che Stardust ha svolto, abbia voluto risparmiarla lasciandola vagare spenta per l’universo anziche’ farla precipitare nell’atmomosfera di qualche pianeta.

Trovo che sia sempre un qualcosa “affascinante” una sonda che vaga perennemente nello spazio.

sì, decisamente, una fine più “elegante” a mio modo di vedere :wink: se non altro perchè non è una vera fine…

VIGER?

sì… è romantico pensare ad un’astronave nel lontano futuro, che rilevando una massa metallica incredibilmente pura, si avvicini e la raccolga, magari con colorite esclamazioni dell’equipaggio sulle saldature malfatte e gli sprechi di progettazione degli antenati… :facepunch:

XD

O magari rimarranno stupiti da come gli antichi riuscivano a realizzare certe cose con la tecnologia che avevano…
A quel punto interverrebbe Giacobbo a dire che furono aiutati dagli alieni :stuck_out_tongue_winking_eye:

…ma quindi…Giacobbo…vivrà per sempre??? :fearful: :fearful: :fearful: :fearful:

NO

sopravvivrà la sua memoria in una tavoletta da un exabyte, conservata all’interno di una caverna lunare insieme ad una raccolta di tutti i peggiori virus e pestilenze, biologiche ed elettroniche, mantenute al sicuro in vista di un utilità futura…
e per ammazzare il tempo giocherà a scacchi con HAL

Personalmente, pur se affascinato dalla sonda e dal lavoro che ha svolto, trovo che questa soluzione sia solo antiecologista; un rottame che navigherà per anni nello spazio. Fra qualche secolo avremo conciato le altre orbite come tutte quelle intorno alla nostra Terra.

Lasciare i rottami dell’impatto sulla superficie di un pianeta sarebbe forse più “ecologico”?

Poverina, tutta sola ed al freddo…
Mi viene da paragonarla ad un cagnolino randagio. Mi piace pensare che potra’ incontrare un nuovo “padrone”, chissa’ quando e dove, che le dara’ una nuova “casa”…

Per quanto riguarda l’affermazione " …ma quindi…Giacobbo…vivrà per sempre??? ":
ma come, non sapete che quello che vediamo noi in tv oggi, non e’ un personaggio dei nostri tempi? in realta’ e’ un entita’ che era presente gia’ durante la costruzione delle piramidi! :stuck_out_tongue_winking_eye:

immergetevi nel silenzio più profondo, chiudete gli occhi:vi apparirà il buio! pensate poi di essere a bordo di questa navicella, stardust, nel profondo dello spazio e lontano, molto lontano dalla nostra madre terra… whow o bbrrrrr! comunque grazie stardust!

c’è molta differenza per una sonda spenta tra il perdersi alla deriva nello spazio, se questo è
il logico caso, che orbitare intorno alla Terra.

Neanche questo sarebbe ecologico però, vista la situazione della sonda, farla immettere in un’orbita che la porti ad impattare sul Sole sarebbe certo meglio.

Se non altro tale soluzione scongiurerebbe gli impatti in orbita.

Dubito fortemente che Stardust a questo punto della missione (e forse nemmeno al momento del lancio) avesse tale deltaV disponibile. E’ estremamente dispendioso un cambio così grande di orbita…

Ma lo esporrebbe ad inquinamento biologico… boh…