Nuovi dettagli sulla Exploration Roadmap della NASA

Gli ultimi documenti sulla NASA Exploration Roadmap indicano per la prima volta la volontà da parte dell’agenzia spaziale americana di un ritorno di astronauti sulla superficie della Luna. Il documento in questione, elaborato dalla divisione Exploration Systems Development (ESD), è noto negli ambienti interni di NASA come ConOps (Concept of Operations).

Secondo la linea ufficiale adottata fino ad ora da NASA e dal suo amministratore, Charles Bolden, soltanto un piano di sviluppo generico e un paio di missioni di test del nuovo Space Launch System (SLS) erano state definite. Questa linea è stata mantenuta anche al Congresso nella recente richiesta di finanziamento per l’anno fiscale 2013. A quanto pare, però, diversi team stanno lavorando dietro le quinte per definire con maggiore dettaglio il piano di esplorazione oltre l’orbita terrestre (BEO) che la NASA dovrà adottare nei prossimi anni.

Il piano definito fino ad ora prevede due missioni (EM-1 ed EM-2) circumlunari, una senza equipaggio ed una con, seguite da un piano di sviluppo generico che porti all’esplorazione di un asteroide (NEA) nella metà degli '20 e con l’obiettivo finale di una missione con equipaggio verso Marte negli anni '30.

L’esistenza del rapporto ConOps documenta per la prima volta dopo la cancellazione del programma Constellation gli sforzi della NASA di definire maggiormente il proprio piano di esplorazione nei prossimi decenni. Il documento definisce le cosiddette Design Reference Missions (DRMs) per Orion e SLS. Tra le varie DRMs c’è anche l’utilizzo della coppia Orion/SLS come backup per il trasporto di astronauti sulla ISS, anche se questa tipologia di missione rimane piuttosto improbabile per varie ragioni, tra le quali il sovradimensionamento di SLS per un utilizzo del genere. I requisiti di questa missione, comunque, prevedono un massimo di 216 giorni di durata, con 6 giorni di trasferimento e 210 di attracco alla ISS.

Altri DRMs sono elencati nella cosiddetta “Tactical Timeframe”, che comprende i voli per i quali si aveva già un certo dettaglio, ovvero EM-1 ed EM-2, e per i quali è previsto l’utilizzo di SLS nella versione iniziale, o Block 1. Essa prevede un payload massimo di 70 tonnellate tramite l’utilizzo di due booster a propellenti solidi a 5 segmenti, 4 motori RS-25D per il primo stadio ed uno stadio superiore criogenico provvisorio (Interim Criogenic Propulsion Stage, o ICPS), probabilmente derivato dal Centaur. Come noto EM-1 prevede una missione senza equipaggio della durata di circa 7-10 giorni, con Orion che effettuerà un flyby lunare e successivo rientro a terra, qualificando per il volo umano BEO sia SLS che Orion. Il lancio è previsto per il 2017. EM-2 utilizzerà lo stesso hardware, questa volta con un equipaggio a bordo. La missione prevede una durata di circa 10-14 giorni con immissione in orbita lunare. Il lancio è attualmente previsto per il 2021, ma è ormai noto che la NASA stia premendo per anticipare la missione al 2019.

Il rapporto ConOps aggiunge quindi una serie di DRMs sotto il nome di “Strategic Timeframe”. Per queste missioni, di cui fino ad oggi non si conosceva molto, è previsto l’utilizzo di SLS Block 1A, capace di mettere in orbita fino a 105 tonnellate tramite l’utilizzo dello stadio superiore definitivo, che prevede l’utilizzo dei motori J-2X. La prima missione elencata è simile ad EM-2, ed è di tipo LLO (Low Lunar Orbit). Si prevede l’invio di un equipaggio in orbita lunare per un totale di 12 giorni, di cui almeno 3 in LLO.

La Strategic Timeframe del rapporto ConOps menziona anche una missione di tipo LSS (Lunar Surface Sortie) prevedendo quindi l’esplorazione diretta della superficie lunare. Per la prima volta dalla cancellazione del programma Constallation si fa riferimento al ritorno di astronauti sulla Luna.

Nel dettaglio, la missione prevede l’esplorazione da parte di un equipaggio di quattro astronauti delle regioni equatoriali oppure polari del nostro satellite. Ovviamente sarà necessario sviluppare un opportuno Lunar Lander, a due o tre stadi. Non è chiaro se questo significherà la resurrezione del programma Altair o si svilupperà il tutto ex-novo. Si prevedono due lanci dell’SLS Block 1A, a distanza di 121 giorni, il primo con il modulo lunare, ed il secondo con Orion e l’equipaggio. Non sono state stabilite date precise, ma poiché tale missione dipende solo dalla disponibilità di SLS Block 1A e del lander, potrebbe essere fattibile già nella prima metà degli anni '20.

Oltre a queste missioni tramite SLS ed Orion, NASA lavorerà anche allo sviluppo del cosiddetto “Exploration Gateway”, la stazione orbitante da posizionare nel punto lagrangiano Terra-Luna L2, che potrà servire come base di appoggio sia per le missioni lunari che per quelle di esplorazione degli asteroidi NEA e, successivamente, quelle marziane. Ci sarebbero forti spinte all’interno di NASA per cominciare lo sviluppo e la costruzione dell’Exploration Gateway già dopo la missione EM-2. Indipendentemente da questo, sia che le missioni lunari vengano effettuate utilizzando solo hardware SLS, sia che si utilizzi l’Exploration Gateway, appare sempre più probabile che la NASA stia preparando un programma che preveda missioni LLO seguite da missioni LSS, prima di passare all’esplorazione degli asteroidi NEA. Le missioni relative a quest’ultimo obiettivo coprono una buona parte del rapporto ConOps, ma ancora non sono filtrati ulteriori dettagli in merito.

Il documento non specifica nessun dettaglio sulle missioni di esplorazione di Marte, classificate come TBD (To Be Determined). A quanto pare, comunque, ci sarebbe almeno un team al lavoro su missioni verso Phobos e/o Deimos, prima di un vero e proprio sbarco su Marte. Sicuramente queste missioni avverranno comunque non prima della metà degli anni '30.

Fonte: NASASpaceflight.com

WOW che bomba…

…'sta fissa della NASA per gli oggetti NEO davvero non me la spiego. Ok, atterriamo su un sasso, facciamo qualche trivellazione per scoprire che è…un sasso. Tutto questo al prezzo di qualche miliardo di dollari. Mah…

FANTASTICO :ok_hand: :ok_hand: :ok_hand: era quello che speravo la Nasa proponesse… cioè il ritorno sulla Luna. Ottime notizie anche sul fronte della Exploration Gateway. Ora mi chiedo… sarebbe possibile nella missione EM-2 (2019) o in quella simile prevista dalla Strategic Timeframe, l’utilizzo nell’orbita lunare di un modulo Sundancer o BA 330 (entrambi della Bigelow Aerospace), come prima base orbitante lunare, dove gli astronauti potrebbero soggiornare per lunghi periodi (30-60 giorni)? Il modulo potrebbe successivamente essere integrato nella Exploration Gateway. Il lancio del modulo avverrebbe mediante un Falcon 9 Heavy.

Se non ricordo male, uno dei motivi era “conoscere” più da vicino le dinamiche di questo genere di oggetti per eventuali azioni, nel caso in futuro qualcuno di essi si avvicinasse un po’ troppo al nostro pianeta … mandando in malora tutto il lavoro fatto in questi due ultimi millenni :wink:

Che sia la volta buona?? :roll_eyes:

Magari fosse così, i moduli gonfiabili per certe tipologie d’uso credo siano una delle migliori idee mai avute.
Il problema é Bigelow, non so perché ma ultimamente mi da l’impressione che l’azienda sia in una fase di stasi “sonnecchiante”, spero non per problemi finanziari.

I russi fanno programmi da SF, ora anche gli americani.
Ok, un pò di fiducia nel futuro, ma alla fine nulla di nuovo sotto al sole, perché al momento tutto quello che hanno definito era non dico ovvio ma abbastanza scontato. La vera novità la ISS lagrangiana…
Quanto agli asteroidi non sono proprio dei sassi. anche l aTerra è un sasso, alla fine dei conti, però è pieno di ferro, zinco, carbonio, uranio, oro, argento, platino, coltan… gli asteroidi non sono fatti di cristalli di calcio. Possono fornire minerali che adesso gli USA importano. Con un asteroide tutto loro… qualche staterello potrebbe iniziare a preoccuparsi per le sue casse pubbliche, dal momento che mancano i fondi per la corruzione.

:stuck_out_tongue_winking_eye:

tutta roba che fanno gia’ egregiamente (e per un costo inferiore di qualche centinaia di volte) le missioni automatiche…

In realtà ci sono anche altri 2 motivi di interesse:

  • sarebbe il primo passo effettivo di esplorazione del sistema solare con equipaggio umano. Chiaramente sarebbe più “bello” andare direttamente su Marte o una delle sue lune, ma sarebbe un “balzo” troppo grosso. E’ preferibile procedere per gradi sviluppando tecnologie in maniera graduale. Per esempio sistemi di navigazione autonoma, studio del comportamento dell’equipaggio umano in isolamento e con comunicazione ritardata, studio delle radiazioni ed efficacia delle contromisure, atterraggio e ripartenza con oggetti con bassa gravità e quindi senza la necessità di costruire un grosso modulo per la ripartenza. Fare tutto questo ad una distanza relativamente piccola dalla Terra permetterebbe di avere un controllo maggiore ma anche la possibilità di un rapido rientro nel caso in cui qualcuna di queste nuove tecnologie dovesse avere dei problemi
  • Gli asteroidi sono gli oggetti che più sono vicini allo stato primordiale del sistema solare, quindi studiando gli asteroidi sarebbe come andare un po’ indietro nel tempo e vedere come erano i mattoncini che sono andati a formare i nostri pianeti. Inoltre recenti studi ipotizzano che molti elementi che hanno potuto contribuire alla nascita della vita siano stati portati da alcune determiante classi di asteroidi. Quindi visitare un asteroide di quella classe permetterebbe di validare oppure cassare alcune determiante ipotesi. Oltre anche al fatto che si potrebbe addirittura determinare la classe di provenienza di alcuni meteoriti arrivati sulla Terra.

Infine, ma un po’ defilatao, c’è la possibilità di poter utilizzare un asteroide come Pit Stop verso altri pianeti. Per esempio utilizzare delle sonde automatiche che visitano un pianeta, prelevano acqua e materiale polveroso, lo riportano sull’astronave “madre” e utilizzano il materiale come scudo contro le radiazioni cosmiche

Ci sono novità interessanti anche sul fronte dell’Hab che verrebbe utilizzato per le fasi orbitali/trasferimento, entro il weekend un articolo tutto dedicato :wink:

…non metto in discussione l’interesse dal punto di vista scientifico di un asteroide o di un corpo cometario (forse ancora più interessante quest’ultimo del primo).
Paolo ha espresso esattamente il mio pensiero circa l’opportunità di delegare missioni di carattere scientifico a ben più economiche sonde automatiche e destinare ogni sforzo per quello che dovrebbe essere considerato…il culmine del lavoro fatto in questi due ultimi millenni :smile: .

Circa le problematiche tecniche e la necessità di procedere per gradi ne so troppo poco quindi…mi fido dei tuoi argomenti :ok_hand:

C’è un articolo interessante su Le Scienze di Marzo.

Riguardo al fatto che sonde automatiche possano effettuare in maniera più economica (e sicuramente anche meglio) il lavoro che possa essere effettuato da una spedizione umana, sono d’accordo anche io. E infatti le sonde automatiche saranno sicuramente i pionieri su qualsiasi corpo celeste e faranno il “lavoro sporco” (ovvero tutte le analisi lunghe e sistematiche). Però se vogliamo esplorare lo spazio profondo, considerando anche l’impossibilità di andare direttamente su Marte, perché non esplorare siti scientificamente rilevanti? Sarebbe una maniera sinergica di lavorare. Poi c’è anche un punto di vista antropologico, ma andremmo OT quindi rimarrei sul lato tecnico della questione.

Attendiamo pazienti (mica tanto …)

peraltro per alcuni studi critici come quelli dell’evoluzione orbitale dei NEO, una nave “abitata” e’ una pessima piattaforma. il movimento degli astronauti a bordo perturba il moto del centro di massa dell’astronave in modo piu’ significativo che gli effetti minuscoli (Yarkovski, YORP e cosi’ via) che si cerca di misurare

Effettivamente dipende da cosa bisogna studiare. Studiare centro di massa, campo magnetico o effetto Yorp con un’astronave con a bordo esseri umani dubito sarebbe fattibile per i lunghi tempi di osservazione necessari, ma anche per il sistema in sè che non sarebbe adatto a quel compit,o come tu hai messo in evidenza. Una missione umana su un NEO avrebbe sicuramente come primo obbiettivo la realizzazione della missione stessa, come secondo obbiettivo studi scientifici sull’equipaggio e solo come terzo obbiettivo realizzare uno studio scientifico dell’asteroide stesso. Probabilmente l’unico valore aggiunto possibile sarebbe una missione di tipo geologico (essenzialmente prelevare materiale) e lasciare payload di misurazione e osservazione. Se l’unico obbiettivo fosse lo studio scientifico, sicuramente non ne varrebbe la pena. Ovviamente per come la vedo io

A leggere queste roadmap c’è sempre da chiedersi se siamo tornati realmente nei ruggenti anni '60… :angel:

Riguardo all’esplorazione umana contro quella robotica, il primo pensiero è che l’unico vantaggio è la versatilità del corpo umano sul breve periodo; Sulla falsa riga delle ultime missioni lunari, penso a spostamenti anche di km in pochi minuti, geologi sul sito che usano direttamente mani e occhi in luogo di telecamere e manipolatori, possibilità di spostare massi anche di un certo peso ed effettuare scavi di decine di cm, tutto con la stessa macchina. Tutto in chiave di raccolta campioni senza analisi in sito, però la quantità e qualità dei campioni è infinitamente maggiore rispetto ad una missione robotica…
Per contro, sul lungo tempo anche un rover può fare il lavoro di un’astronauta a costi molto ridotti…

Si potrebbe fare un confronto fra le ultime Apollo con rover e Opportunity… Pochi giorni “full immersion” contro anni a bassa velocità.

Certo posare il piede su un asteroide mette in secondo piano qualsiasi analisi scientifica :flushed:

Piccolo OT: perchè solo 2 millenni? Celti e babilonesi non osservavano anche loro le stelle, forse più di noi?

Ah…Ehmmm… :roll_eyes:
E i soldi? :kissing_smiling_eyes:

Il solito venale!!! :stuck_out_tongue_winking_eye:
In effetti siamo al solito problema: tutto bello ed interessante, vedremo cosa sarà dopo le sforbiciate dei tagli di bilancio…