Nuovo esopianeta scoperto dalla missione COROT

Un team di scienziati europei che lavora per la missione COROT ha scoperto un esopianeta orbitante attorno ad una stella leggermente più grande del nostro Sole.
Dopo appena 555 giorni in orbita, la missione ha già osservato più di 50 mila stelle e continua a dare nuove risposte circa il funzionamento e l’evoluzione delle stesse.
L’ultima scoperta, COROT-exo-4b, è un esopianeta di circa la stessa taglia di Giove. Esso impiega più di 9 giorni terrestri per orbitare attorno alla propria stella, il periodo di rivoluzione più lungo mai analizzato per un pianeta di sistemi stellari esterni al nostro. Il gruppo di ricerca ha trovato che la stella, come detto di poco più grande del Sole, ruota impiegando lo stesso tempo che ci mette il pianeta a compiere una rivoluzione; questa è stata una grande sorpresa per il gruppo di scienziati che pensavano che il pianeta fosse troppo poco massiccio e troppo distante dalla stella per mostrare questa caratteristica.
Lanciata nel Dicembre 2006, COROT è la prima missione destinata alla ricerca e allo studio di esopianeti. Il satellite ha lo scopo, infatti, di individuare i pianeti rocciosi esterni al nostro sistema solare grandi almeno quanto la Terra. La tecnica che impiega per lo studio è quella dei transiti, ovvero l’analisi di quella piccola porzione di luce, emessa dalla stella studiata, che vien meno quando un pianeta gli passa davanti. Una grande quantità di studi e osservazioni da Terra completano l’operazione.
Monitorando l’esopianeta COROT-exo-4b, il team di ricercatori ha registrato variazioni di luminosità della stella; grazie ad un’osservazione più attenta sono state notate macchie più scure sulla sua superficie tramite le quali è poi stato ricavato il periodo di rotazione. Non si sa ancora se il pianeta e la sua stella hanno da sempre viaggiato in sincronia dal momento della loro formazione (circa 1 miliardo di anni fa) o se la rotazione della stella si sia sincronizzata più tardi. Continuare a studiare sistemi stellari esterni come questo aiuterà gli scienziati a capire, in un prossimo futuro, le interazioni fondamentali stella-pianeta.
Questo è il primo esopianeta trovato, grazie alla tecnica dei transiti, con una così peculiare combinazione tra massa e periodo di rotazione. Capire come si è formato ed evoluto è sicuramente uno degli più affascinanti interrogativi cui ora si cercherà di rispondere.
COROT è una missione organizzata dalla CNES (Centre National d’Etudes Spatiales, l’agenzia spaziale francese) che vede anche la partecipazione dell’ESA e di altri paesi come Austria, Belgio, Spagna, Brasile, Germania.

Fonte: ESA

E’ davvero una bella notizia. Ma, a quanti esopianeti siamo arrivati ?

Non riesco ad immaginare una stella che abbia spazzato tutto intorno a se.
Secondo me, tutte le stelle hanno intorno a se qualcosa: un asteroide, un plutoide, un sasso… è solo questione di tempo e di tecnologia giusta per poterli scoprire.

Voi cosa ne pensate ?

Secondo questa lista sono attualmente noti 211 sistemi planetari.

Paolo Amoroso

Di nuovo Grazie per l’utilissimo link :smile:

La cosa fa veramente pensare… :thinking:
I limiti strumentali ci permettono di scoprire pianeti massicci molto vicini alla propria stella!
Per di più in sistemi prossimi al nostro.
E sono molti quelli già individuati… con caratteristiche che probabilmente non sono neanche le più diffuse.
Nel momento in cui riusciremo a scoprire pianeti di taglia terrestre le probabilità di non essere soli nell’universo, avranno una bella impennata!

Questa statistica avrà importanti conseguenze sulla possibile esistenza di forme di vita extraterrestri.
Vi ricordo l’ipotesi formulata dallo scienziato americano F. Drake, per la possibile esistenza di civiltà intelligenti nella nostra galassia:

C = S x Sp x St x Sv x Si x Sit x D

* C - numero di possibili civiltà intelligenti;
* S - numero delle stelle della Via Lattea;
* Sp - percentuale di S con pianeti;
* St - percentuale di Sp con pianeti simili alla Terra;
* Sv - percentuale di St con presenza di vita;
* Si - percentuale di Sv con presenza di vita intelligente;
* Sit - percentuale di Si con presenza di vita intelligente ad un livello tecnologico simile al nostro;
* D - durata media di una civiltà.

E’ così. Solo i sistemi multipli come le stelle binarie (es. Alpha Centauri), ternarie, quaternarie e così via potrebbero avere meno probabilità che abbiano pianeti intorno, anche se non se ne ha ancora la certezza definitiva.
Ma in fondo le leggi della fisica, ma non solo di essa, sono le stesse in tutto l’ universo.

Non conoscevo l’ipotesi di F. Drake , è davvero interessante :smile: chissà se dall’altra parte dell’universo l’ha formulata anche qualche alieno :smile:

Per Henry : non avevo pensato ai sistemi multipli, però come hai già detto è solo meno probabile ma non impossibile.

Ne vedremo delle belle, appena sale su Keplero :smile:

A Drake ribatte il fisico Enrico Fermi con il paradosso che porta il suo nome:

“Se l’universo brulica di alieni, dove sono tutti quanti?”

Ho letto pure un libro di delucidazioni che come titolo riprende la frase del paradosso.

Questo?

Paolo Amoroso

Si.

Che lumaca :blush:.

Basito :scream:.

staranno tutti nel loro pianeta come noi stiamo nel nostro

Su questa lista ne segna 307, ci si arriva dalla pagina di corot sul sito dell’esa ed è aggiornamata puntualemnte :wink:

:clap: :clap: :clap: bella come risposta! :clap: :clap: :clap:

Un grazie Andreamoore per il link :wink:

La lista diventerà sempre più lunga :smile: