Il " Polluce" secondo velivolo USV del CIRA, ha lasciato ieri Capua per raggiungere Civitavecchia e proseguire via mare per Arbatax e Tortolì, dove giungerà nella giornata di oggi.
Cosi, ad un anno dal primo volo, il presidente del Centro Italiano di Ricerche Aerospaziali Sergio Vetrella ha dato il “via” alla fase operativa che avrà il suo culmine con il lancio del laboratorio volante, sempre mediante pallone stratosferico, tra marzo ed aprile. La data esatta del secondo esperimento USV non è prevedibile in quanto vi sono stringenti limiti operativi dell’ENAC/ENAV, l’eventuale concomitanza di attività del contiguo Poligono Interforze di Salto di Quirra e le condizioni meteo.
Il rilascio del laboratorio deve avvenire in un preciso settore del Mar Tirreno ad una cinquantina di chilometri al largo delle coste sarde e sotto il monitoraggio radar, di un velivolo Atlantic e della Nave Tavolara, della M.M., che avrà il compito del recupero a mare.
Apparentemente simile al “Castore”, il primo esemplare della serie USV del CIRA, il “Polluce” è molto più sofisticato e avanzato del predecessore, grazie specialmente all’analisi dei dati raccolti durante la prima missione, a dispetto del rovinoso impatto in mare. Questo esemplare volerà molto più veloce ed effettuerà una serie di manovre durante la missione che durerà 140 secondi, contro i 47 del primo volo.
La quota di lancio, portata a 25 km, consentirà di raggiungere circa 1500 Km/h ( Mach 1.2). Raggiunta questa velocità verranno effettuate delle manovre per variare l’angolo di attacco, mantenendo costante la velocità ed infine una virata con “scivolamento” d’ala.
Conclusa la fase sperimentale, “Polluce” effettuerà ancora una manovra di rallentamento per raggiungere circa 250 Km/h che permetteranno l’apertura di un paracadute del tutto convenzionale e del costo di alcune decine di migliaia di Euro a fronte del milione di Euro che è costato il paracadute del “Castore”.
Ricordiamo che l’UAV del CIRA è un laboratorio volante unico nel suo genere al mondo, concepito per acquisire, nel modo più realistico, approfondimenti e nuove conoscenze nel campo dell’aerodinamica, delle strutture e delle leggi di controllo per la navigazione automatica.
Ultima novità di questa missione è la presenza a bordo di un “passeggero”: una black box basata su sistemi elettromeccanici miniaturizzati (MEMS) per le misure le accelerazioni caratteristiche del volo, questo prelude a futuri “passeggeri paganti” ospitati piggy back dal velivolo.
Servizio di Carlo Tripodi
Fonte: Dedalonews.it