Magari mi sono perso qualcosa io, ma è scritto da qualche parte che l’apertura è stata comandata da terra?
Non ne ho idea, io non l’ho letto da nessuna parte.
In teoria potrebbe anche esserci un ottimizzatore di traiettoria a bordo o a terra che calcola in tempo reale quando azionare attuatori e i vari eventi della missione. Calcolare il momento dell’apertura del paracadute in base a velocita’ e altitudine potrebbe essere previsto.
Comunque che sia a terra o a bordo i calcoli li ha fatti un software, se c’e’ un vincolo dell’astronautica e’ che i veicoli devono essere necessariamente a guida autonoma fin dal tempo delle V2 (e i primi astronauti ex piloti rosicavano).
Se qualcuno sa come funzionano i sistemi di controllo delle sonde, dei lanciatori o delle capsule in rientro o c’e’ un link con letteratura da leggere, e’ interessante.
che sia stata fatta da software o in tempo reale da terra…complimenti al team che aveva previsto il caso e lo ha gestito molto bene
Il TAGSAMM È ancora chiuso ma ci sono ovunque particelle di polveri👌
https://x.com/letiziadavoli/status/1706915860068130933?s=46&t=z-h1qp9R4aE0mP7M875I6Q
Io ho seguito la diretta ed anche a me sembra di aver sentito l’invio di un comando di apertura per il drogue chute nel voice loop della NASA…
L’unico “prima” che può essere causato dall’apertura anticipata riguarda lo spazio, non il tempo: se il paracadute si apre prima, la sonda atterra 5 minuti dopo e un chilometro prima (numeri a caso):
- 5 minuti dopo perchè inizia a viaggiare a 50 km/h verticali invece che 500 km/ha partire da 10 km invece che da 1 (sempre numeri a caso): quindi deve fare 10 km a 50 km/h invece che 9 km a 500 km/h e 1 km a 50 km/h
- un chilometro prima perchè il paracadute riduce la componente orizzontale della velocità fino a zero, quindi viene percorso meno spazio orizzontalmente.
Quindi.
- spazio verticale identico, velocità minore → tempo maggiore
- velocità orizzontale azzerata prima → tempo di viaggio orizzontale minore → spazio orizzontale minore
Nuovo articolo di Matteo Deguidi pubblicato su AstronautiNEWS.it.
La NASA ha rilasciato su Horizons la traiettoria della capsula, con id -64090, ho ottenuto questi grafici:
- 10:42: separazione
- 11:02: “qualcosa”
- 14:43:00: ? (1)
- 14:44:10: ? (2)
- 14:44:20: ? (3)
- 14:49: touchdown
Non so come interpretare i cambi di velocità 1, 2 e 3 e lo “spigolo in più” nella distanza capsula/sonda.
Live il 2023-10-11T15:00:00Z per le prime impressioni sui campioni di Bennu da parte degli scienziati di NASA
https://www.youtube.com/live/oFvIuSpACQA
https://x.com/NASASolarSystem/status/1711716809332724200?s=20
Mi focalizzerei sui grafici delle velocita. Forse i valori sono espressi in km/sec. Le velocita’ sono negative, ma se le rifletti verticalmente si capisce. Il grafico piu’ interessante e’ l’ultimo:
Partirei dall’ultimo evento, alle 14:49 si passa da spannometricamente 30-40 metri al secondo a zero. Quello mi sa che e’ l’mpatto con il suolo, sembra ragionevole come velocita’ terminale per un paracadute.
In precedenza la velocita’ si riduce con una cuva penso in parte dovuta alla frenata del paracadute principale in parte perche’ mano a mano che si entra negli strati piu’ densi la velocita’ terminale si riduce.
Da interpretare che e’ successo tra 14:22:10 e 14:44:20 … li da qualche parte penso si sia aperto il paracadute principale, probabilmente il punto 3.
Prima del punto 2 la sonda era a circa 250-350 m/s … e questo e’ il regime transonico, che potrebbe spiegare le stranezze della curva. C’e’ stato un boom li. Una volta subsonica la sonda ha smesso di rallentare, o meglio il rallentamento e’ molto meno visibile.
Per esclusione il punto 2 potrebbe essere l’apertura del drogue.
Pero’ potrei avere toppato tutto, questa analisi e’ altamente tirata a indovinare.
Ora servirebbe lo stesso grafico ma per la traiettoria nominale se tutto andava bene, per capire come mai e’ arrivato prima.
40 m/s di velocità terminale prima del contatto al suolo mi sembrano tantini. Una bella fucilata. Dalle immagini faccio fatica a valutare una scala ma ad occhio se sono 10 sono tanti
Mi associo, 40 m/s sono pari a 144 km/h tantissimi per un atterraggio a mezzo paracadute.
Ma anche 10 m/s sono pur sempre 36 km/h praticamente un’auto che va a sbattere contro un muro in un percorso urbano.
Avete ragione sembra troppo veloce, ho fatto ad occhio guardando il grafico… sembra a 1/3 di -0.1 o poco piu’.
D’altronde come altro interpretare quel calo verticale di velocita’ se non un impatto? Potrebbe essere la frenata del paracadute principale ma poi ci sarebbe una fase successiva di discesa piu’ lenta chel li non si vede. Sembra proprio una botta.
A meno che la scala non sia diversa. Magari -0.1 non e’ da interpretare come -100m/s ma e’ un’altra unita’ di misura. Se fosse 3-4 m/s forse andrebbe meglio, ma perche’ indicare 10m/s come 0.1, di solito si ragiona in metri o chilometri, o miglia, o miglia all’ora… e nessuno di questi mi pare che quagli.
Inoltre quello che sembra essere il regime transonico e’ proprio dove me lo aspettavo…
Intervista a Maurizio Pajola, tra i tre scienziati italiani coinvolti nella prima fase di analisi dei campioni di Bennu.
Nuovo articolo di Simone Montrasio pubblicato su AstronautiNEWS.it.
Da un nuovo post sul blog NASA:
La regolite all’esterno è stata raccolta tutta per un totale di 70.3 grammi.
Il contenitore sigillato TAGSAM non è ancora stato aperto perchè 2 dei 35 elementi di fissaggio del coperchio hanno difficoltà a essere sbloccati con gli attrezzi presenti nella glove box.
https://blogs.nasa.gov/osiris-rex/2023/10/20/nasas-osiris-rex-achieves-sample-mass-milestone/
70 grammi fuori rischia di essere quasi di più di quanto ce n’è dentro! Mi viene da pensare che questa massa extra abbia contribuito al problemino al rientro
Tanta roba, giusto.
Personalmente non credo che i 70 grammi in più abbiano rappresentato un problema.
La capsula di rientro per Osiris-REx è alta 0,8 metri ed ha un diametro di 0,5 metri con una massa totale di 46 chilogrammi.
Si tratta di 46.000 grammi dunque i 70 grammi extra rappresentano all’incirca lo 0,15% della massa totale, troppo pochi per aver potuto incidere sulla dinamica del volo di rientro.