Perche' è cosi' difficile andare sulla Luna?

Ma io non ho mai parlato di tiranni, io ho parlato di “padroni”, o committenti come li chiami tu, buoni o cattivi che siano stati…
Anzi in questo caso si rafforza ancora di piu’ la mia teoria: Quantomeno Von Braun era “obbligato” da un superiore malvagio a compiere quello che fece, da quello che dici tu Archimede lo fece di suo spirito, visto che il suo committente era uno di spirito buono.
…e poi anche Hitler, non si puo’ dire che non fosse particolarmente interessato alla tecnologia…

Perchè venne ideato, progettato e realizzato da zero in tempi brevissimi e a tappe forzate (meno di 10 anni), causa il “moon race” intrapreso tra i due blocchi ideologici di allora.
L’originario programma spaziale (sia USA che URSS), prevedeva lo sbarco sulla luna tra la fine degli anni 70’ e l’inizio degli 80’, come passo sucessivo della realizzazione di complesse strutture orbitanti da usare come avamposti di lancio per la luna e oltre…

“Leggevo su una rivista l’intervista a uno degli ingegneri del programma Apollo: dice che all’epoca il budget era praticamente illimitato; allora, mi chiedo, perche’ è stato cosi’ difficile andare sulla Luna? Voglio dire, perche’ ci si è dovuti “arrangiare” con una mini-capsula tipo scatola di sardine…”

Citazione di Jumpjack.

Il budget non fu illimitato, sarebbe il caso che prima di scrivere castronerie ti dessi almeno la pena di consultare la pagina di Wikipedia alla voce “Programma Apollo”:

Il costo dell’intero programma fu di 25,4 miliardi di del 1969 (circa 100 miliardi del 1994).

http://it.wikipedia.org/wiki/Programma_Apollo

Perché ho come la sensazione che i tuoi post contengano, invariabilmente, un fondo di complottismo neanche tanto malcelato???
Se è così ti consiglio, vivamente, di rivolgerti ad altri Forum dove puoi tranquillamente discutere del fatto che la NASA, nonostante un budget “illinitato”, non potesse davvero sviluppare le tecnologie per andare sulla Luna, ergo è stata tutta una montatura.

in effetti le responsabilità di Von Braun durante la guerra erano minori di coloro che gli impartivano ordini, di sicuro non era un obiettore di coscienza al punto di tentare di fuggire dalla Germania nazista a rischio della propria libertà ed incolumità personale (la sorveglianza delle SS era impossibile eluderla). alla fine della guerra solo le sue notevoli capacità di scienziato gli consentirono di essere assolto dal governo americano in cambio di inviare loro degli uomini sulla luna.
In conclusione secondo il suo modo di pensare qualsiasi mezzo era per lui valido al fine di realizzare i suoi progetti spaziali.

Leggendo tutti i post, ho notato che la discussione lanciata all’inizio, e’ passata a giudicare l’etica o la moralita’ di alcuni dei piu’ grandi nomi della scienza contemporanea e non.
Desiderei riportare la discussione sulla domanda iniziale, anche se non credo di sbagliare dicendo che la maggior parte delle scoperte e sforzi, sono sempre stati fatti durante periodi bellici e nel caso in questione, durante la guerra fredda.
Von Braun credo che non dovrebbe essere in questione, in quanto lui ha trovato solo terreno fertile per le sue idee . . . e raggiunto “forse in parte”, gli scopi dei vari programmi spaziali. Cosi’ hanno fatto anche i Russi.
La questione e’ . . .perche’ hanno smesso? . . . so che dopo l’Apollo 17, l’opinione pubblica si era annoiata, l’enormi spese erano . . . ormai, ingiustificate, ma il punto e’, che da allora, quello che adesso ritengono una meta, fondamentale per l’esplorazione spaziale . .e’ stata completamente dimenticata. Qualcuno (scusate se non mi ricordo il nome) ha scritto giustamente, che se avessero continuato, con i soldi spesi fino adesso, avrebbero potuto gia aver costruito, base d’appoggio orbitante e sulla superficie Lunare. So che e’ semplice dirlo, ma se consideriamo la tecnologia attuale, sia dei materiali che dei sistemi . . .credo che la cosa sarebbe fattibile. Ovviamente questo e’ solo un discorso ipotetico. Capisco perfettamente che impostare un programma ex-novo per andare sulla Luna adesso, e’ un progetto veramente costoso . . . .forse abbiamo perso il treno.

Salute a tutti

gia, diciamo, un pò egoistco…


cmq, ha ragione chuck e a tal proposito, ritornando in tema:

leggevo su focus storia che recenti rivelazioni della nasa, aseriscono che la torre di fuga del saturn 5 era totalmente inutile!

da un documento ben nascosto, all’eoca noto a poche persone, risulta che dal momento della rilevazione di un guasto al primo stadio all’effettiva espulsione della capsula, i calcolatori impiegavano a processare i dati e a giungere alla conclusione “emergenza” più di due secondi, mentre al primo stadio bastava appena mezzo secondo per esplodere!

ciò comportò, un pò più di due minuti di “azzaro” ad ogni lancio!

mi viene da pensare che in realta forse non esiste un sistema di fuga sicuro.

Ma se fosse solo un problema di velocità necessaria a processare i dati, i calcolatori di oggi impiegherebbero diversi ordini di grandezza di tempo in meno, e quindi ci sarebbe il tempo necessario.

Comunque secondo me non ci sarà mai un sistema di fuga sicuro al 100%, andare nello spazio è un’affare rischioso e che mette in pericolo la vita degli astronauti. Certamente, però, i sistemi di fuga devono essere perfezionati e resi il più possibile “sicuri ed affidabili”.

Non dimenticare che nel mezzo c’è stato lo Space Shuttle, un programmino spaziale mica da ridere… per come la vedo io hanno smesso perchè all’epoca avevano raggiunto quello che interessava loro e non potevano permettersi di continuare a spendere quelle cifre. Lo shuttle nasce appunto come programma per ridurre drasticamente i costi per raggiungere lo spazio (obiettivo che poi non è stato raggiunto).

So che e' semplice dirlo, ma se consideriamo la tecnologia attuale, sia dei materiali che dei sistemi . . .credo che la cosa sarebbe fattibile. Ovviamente questo e' solo un discorso ipotetico. Capisco perfettamente che impostare un programma ex-novo per andare sulla Luna adesso, e' un progetto veramente costoso . . . .forse abbiamo perso il treno.

Arrivare sulla Luna ora non è come andarci 40 anni fa. Ora si sanno molte più cose sull’ambiente spaziale che all’epoca si ignoravano, e questo fa cambiare un bel po’ i requisiti di design. In più il budget adesso è ben diverso…
Abbiamo perso il treno? Non so… vengo da una settimana negli USA in cui ho avuto modo di parlare con diverse persone che lavorano al constellation, e la mia impressione è che ci stiano lavorando (quanto meno su Altair e Orion). Personalmente dubito che riusciremo ad arrivarci nel 2020, ma se il programma va avanti i risultati ci saranno…

Quoto in pieno il pensiero espresso da Buzz.

Il Programma Apollo cominciò a subire tagli quando era ancora in pieno corso. Basti pensare che nello stesso 1969, all’indomani della missione Apollo 11, il Presidente Nixon dette vita alla task force che cominciò la serie di studi per lo Space Shuttle.

Nixon volle lo Shuttle più di quanto lo voleva la stessa NASA e non meno di quanto lo desiderasse l’USAF.
Le missioni Apollo “pagate” furono quelle fino alla 20, ridotte poi alla 17 (con lo “spostamento” di Schmitt dal 18 al 17 per consentire ad almeno uno scienziato di arrivare sulla Luna) nonostante che l’hardware per le missioni cancellate fosse stato comunque pagato e realizzato.

La “consecutio temporum” è precisa: avvio del programma Shuttle nel gennaio del 1972, ultima missione sulla Luna nel dicembre del 1972, congelamento della configurazione Shuttle nell’aprile del 1974. Ultima missione di una capsula Apollo nel luglio 1975 (ASTP) e rollout del primo Shuttle (Enterprise) nel settembre del 1976.

Però rimane il fatto che “andare” nello spazio nonostante i decenni passati in cui si sono accumulate esperienze e conoscenze tecnologiche rimane comunque un’operazione assai costosa,perchè?

Dipende forse dall’industria ovvero dalla sua organizzazione,dal lavoro di progettazione alla realizzazione dei vettori?
Questa alta soglia dei costi da affrontare non si può abbassare con un qualche tipo di riorganizzazione dell’industria aerospaziale?

Credo che sia una somma di vari fattori: innanzitutto si ricorre a leghe di metalli e materiali preziosissimi, che nella maggior parte dei casi non possono essere riutilizzati, poi la parte dell’hardware e della programmazione deve essere allo stato dell’arte, con programmi e supporti sviluppati appositamente per ogni singola missione.
Inoltre, almeno per il lato commerciale, la possibilità concreta che un satellite molto costoso vada perso fa alzare di molto il prezzo delle assicurazioni. Comunque credo che i membri più esperti sapranno spiegarti meglio tutti questi fattori! :slight_smile:

Fondamentalmente perché il modo di andare nello Spazio è rimasto sostanzialmente inalterato negli ultimi 50 anni. Il problema maggiore è legato alla propulsione, fintanto che si utilizzano i propellenti chimici in maniera “tradizionale” i limiti tecnologici ed operativi sono quelli che sono anche se siamo in presenza di razzi progettati “ex-novo”.

Ci vorrebbe un “breakthrough” (come ama ripetere Buran) nel settore propulsivo che consenta, ad esempio, di avere SSTO o TSTO veramente funzionali il che, a sua volta, abbatterebbe drasticamente i costi al lancio.

mi sono sempre chiesto quanto costerebbe in termini di carburante raggiungere la luna lentamente, anziche’ raggiungendo la velocità di fuga, ma non saprei come fare il calcolo.
Voglio dire, per “portare” un proiettile al 20° piano di un edificio, posso spararcelo, ma posso anche portarcelo tenendolo in tasca mentre faccio le scale…

Non essendoci una scala che collega la Terra alla Luna, qualunque velocità raggiungesse un ipotetico proietto inferiore a quella di fuga dalla Terra, porterebbe detto proietto a ricadere senza alcuna possibilità di giungere a destinazione.

Non è un problema di quota, quanto di velocità terminale (e quindi di quantità di moto impressa all’oggetto) e di accellerazione.
Si può anche portare un oggetto a 10.000 km dalla Terra ma se non dispone della giustà velocità terminale, ossia se non abbia accumulato la quantità di energia sufficiente, non potrà restare in orbita e quindi sarà destinato a ricadere a terra, è solo questione di tempo (anche questo funzione della velocità terminale).

E’ possibile, partendo dall’orbita terrestre (ossia da 8 Km/sec) arrivare sulla Luna sia in maniera “veloce”, ossia guadagnando subito quei 3 Km/sec che occorrono per sfuggire la gravità terrestre ed inserirsi in orbita circumlunare; oppure si può farlo “lentamente” (e può durare anche mesi con un motore elettro-ionico) tramite una lunga traiettoria a spirale. Ciò che non può assolutamente variare è la quantità di moto necessaria a portarsi nella giusta posizione per essere “catturati” dal campo gravitazionale della Luna.

un’osservazione: Ma come fai a quantificare l’energia che utilizzi tu per salire le scale??? chi ti dice che sia inferiore a quella dell’eventuale sparo del proiettile??? :skull:

Per rispondere alla tua domanda, scusami ma non ha senso…senza il giusto $ \Delta $v per “uscire” dal campo gravitazionale non vai da nessuna parte…

Ciao Unknow! Scusami ma non sono d’accordo!
Il sistema di fuga LES in dotazione alle capsule Apollo, controllato automaticamente dal sistema elettronico EDS (Emergency Detection System) era stato testato più volte con successo su vettori sperimentali più piccoli chiamati Little Joe, fatti brillare appositamente in volo per testare tutta la coreografia d’emergenza.

Questo aveva funzionato sempre efficacemente nel giro di pochi millisecondi (non secondi) e siccome l’elettronica EDS che volava a bordo di Little Joe, era la stessa che poi avrebbe volato sul Saturn 5, non vedo il motivo per cui su quest’ultimo avrebbe dovuto funzionare diversamente.

Tieni presente che questo importantissimo hardware, risiedeva nel modulo di comando e controllava contemporaneamente il funzionamento ottimale dei 5 propulsori F-1, gli angoli d’assetto forniti dalle piattaforme inerziali (in primis quella dell’Unità strumentale del Saturn) e i dati aerodinamici (angoli d’attacco) provenienti dagli 8 tubi di pitot installati nella “Q Ball” (la punta conica del razzo LES).

Le condizioni che richiedevano l’intervento d’emergenza della torre LES in automatico, erano le seguenti:

• Perdita di spinta improvvisa di almeno due propulsori F-1 su cinque nello stadio S-1C;
• Angoli d’attacco eccessivi su una o più coordinate di riferimento inerziale (imbardata, rollio e beccheggio), che stavano a significare un’improvvisa perdita della rotta prestabilita.

Il sistema elettronico EDS funzionava in automatico solo quando il centro di controllo lancio del KSC, autorizzava l’equipaggio a innescarlo, ovvero dal momento in cui la White Room veniva definitivamente allontanata dal Saturn 5 (circa 6 minuti prima del liftoff). L’accensione di tale dispositivo avveniva traslando l’interruttore EDS (installato sotto il DSKY) su AUTO. Esso rimaneva allerta dagl’ultimi minuti di countdown e per circa 100 secondi dal lancio. Questo lasso di tempo permetteva al vettore di attraversare la parte più densa dell’atmosfera e in seguito di scaricare in volo lo stadio S-1C.

Poco dopo l’accensione dei cinque propulsori J-2 dello stadio S-2 (circa 30 secondi dopo lo scarico in volo dello stadio S-1C), il sistema EDS veniva spento (Interruttore EDS su OFF) e la torre scaricata in volo dal CDR, premendo il pulsante protetto: “LES Motor fire”, installato nella grande console in corrispondenza del sedile di sinistra dove trovava posto il comandante.

Da quel momento ogni situazione d’emergenza che richiedesse l’aborto della missione era affidata al propulsore SPS installato nel Modulo di Servizio, che poteva essere acceso manualmente dal comandante agendo sempre sulla cloche di controllo della traslazione, armata sin prima del decollo, per tale scopo. La stessa cloche poteva essere utilizzata dal comandante per innescare manualmente l’accensione della torre LES, anche quando il sistema EDS stava funzionando in automatico, o quando sulla rampa di lancio, tale dispositivo non era ancora entrato in funzione!

Le torri LES sono talmente sicure che non a caso nel progetto Orion si è ben pensato di rispolverarle e guarda caso anche i Russi le utilizzano da sempre nelle loro Soyuz, sulle quali se non erro, hanno salvato la vita ad un equipaggio durante una situazione d’emergenza, verificatasi in passato sulla rampa di lancio del cosmodromo di Bajkonur.

Teoricamente nella meccanica celeste quello che conta è l’energia finale in confronto a quella iniziale, indipendentemente dal percorso che fai nel mezzo.
Nella pratica invece, siccome gli impulsi che si danno non sono istantanei, i deltaV (ovvero energia) che si devono dare sono più alti di quelli teorici.

Provo a spiegarla così: quello che conta è l’impulso totale che si da, ovvero forza x tempo (N x s). Più breve è il tempo in cui si dà la forza (e quindi più grande è la forza) e meglio è dal punto di vista meccanico.

Di contro, propulsori con spinte molto basse (elettrici) hanno impulso specifico molto più alto di quelli con spinte molto alte (chimici), e questo fa sì che le trasferte usando questi tipi di motore, pur necessitando di un energia totale maggiore, nel totale consumano di meno perchè più efficienti…

Il solito enciclopedico Teo :slight_smile: