Oddio, domanda difficilissima da rispondere in breve nel forum, meriterebbe tre o quattro presentazioni ad Astronauticon
Come ho scritto sopra, dall’esterno si è visto molto poco, perché quando si parla di “tagli” non è che si va a dirlo alla stampa.
Dal punto di vista dei costi operativi, ESA ha cominciato a tagliare il programma Columbus dal giorno dopo il lancio. È stato un processo lungo e iterativo, non senza stress per chi c’era dentro, considerando che alcuni team sono dovuti sparire.
Per esempio al COLCC durante la expedition 16 c’erano 6 persone in turno 24/7, più altre 8 persone sempre in consolle in orario d’ufficio. Oggi in turno ci sono solo 3 persone, e quelli in consolle durante orario ufficio si sono ridotti a 5, che però vengono in consolle solo per attività specifiche e nel resto del tempo lavorano su altri progetti. La posizione con cui ho cominciato io era ALTEC ESC (Engineering Support Centre), che oggi non esiste più. Poi sono stato anche COL-EST (Engineering Support Team lead), che esiste ancora ma è tra quelli che va in console solo ad-hoc e di conseguenza è stato molto ridimensionato.
NASA e JAXA hanno fatto anche loro una cosa molto simile.
In parallelo si sono anche dimezzati gli user operation center (USOC), che sono quelli che operano direttamente gli esperimenti per conto dei ricercatori. Il nostro @archipeppe è un reduce del MARS OPS di Napoli, che oggi non esiste più.
E analogamente ci sono stati tagli anche in tutte le altre parti del programma. Ovviamente per chi c’era dentro non è stato bello, però se uno la guarda con occhio critico, ad oggi riusciamo a fare più scienza di quella che facevamo dieci anni fa, con costi dimezzati.
Passando al discorso del cambio dei processi per gli esperimenti, sono stati snelliti tutti i processi di preparazione, con l’obiettivo di accorciare sensibilmente il tempo tra quando l’esperimento viene affettato dall’agenzia e quando l’esperimento vola sulla ISS. In passato ci sono stati esperimento in cui questo tempo è stato quasi 10 anni, il che ovviamente potrà andare bene per un’università, ma non per un’azienda (chiami investirebbe su della ricerca che inizierà tra dieci anni?). Oggi si cerca di tenere questi tempi sotto ai tre anni.
NASA ha chiamato il programma RISE (non si trova granché su internet), ESA ha seguito a ruota.
In più si è aperta la strada alle operazioni commerciali, i primi credo siano stati quelli di CASIS, con Rodent. Oggi in Europa ci sono quelli di Ice Cubes (Space Application Services) in Belgio. Un altro esempio è Bartolomeo, che fornirà un servizio commerciale per esperimenti all’esterno di Columbus, interamente hai sotto la responsabilità di Airbus Brema.
In sostanza significa che ESA finanzia il crew time e l’integrazione dell’esperimento nel programma (e forse anche il lancio, non sono sicuro al 100%), ma lo sviluppo dell’ esperimento, l’hardware, l’ingegneria e poi le operazioni sono interamente a carico dell’azienda privata, la quale vende questo servizio a chi vuole fare ricerca.
Per ora questi esperimenti commerciali sono ancora pochi, perché siamo agli inizi. Ma la speranza è che questo prenda il volo nei prossimi anni.