Riprendo il commento che ho fatto ieri.
In sostanza obama ha scelto, tra le opzioni delineate dalla Commissione Augustine, lo “Scenario 3 - Focusing on the ISS”.
Ci ho rimuginato su un bel pò e devo dire che resto convinto che nella sostanza sia stata fatta una buona scelta, che vorrei motivare.
Attenzione, anche io vorrei vedere domani stesso un astronauta, magari europeo, saltellare sulla Luna. Ma non mi basta, come hanno già scritto molti, che ci vada per piantare una bandiera con una missione “mordi e fuggi”. Vorrei invece vedere un’architettura di missione che miri a costruire il primo avamposto umano sul nostro satellite, con una base stabile e occupata permanentemente. Vorrei vedere macchinari in grado di lavorare risorse in situ. Vorrei che gli elettori, i cittadini qualunque, percepissero che c’è un serio e meditato piano (no, non la nostra smodata passione per l’argomento, amici, quella non basta e non è onestamente un buon motivo) dietro alle richieste di investimenti che si fanno nello spazio. Se non lo possiamo avere oggi, allora dobbiamo restare a terra per un pò, lavorando ai materialei e alle tecnologie che saranno le fondamenta dei futuri programmi spaziali, facendolo senza “progetti mangiabilancio” come era lo Shuttle e come sarebbe stato Constellation (che ricordo, era AMPLISSIMAMENTE già fuori budget).
Il mio pensiero ieri è andato subito però alle persone che da questa scelta dell’Amministrazione Obamba saranno direttamente coinvolte: è probabile che migliaia di lavoratori perdano, speriamo provvisoriamoente, il posto di lavoro. Ve ne sono molti che alcuni di noi conoscono bene tramite twitter: @flyingjenny (tecnico dell’RCS dello Shuttle, suo marito @apacheman, tecnico criogenico impiegato sulle torri di lancio; @absolutspacegirl, controllore di volo dello Shuttle al JSC; @JasonNASA, del team di ingegneri che lavorava ad Orion. Quando si traducono i “tagli” in “nomi” l’angoscia e il dispiacere si fanno palpabili. Devo dire che i nostri amici, dopo le prime ore di assoluto shock, sono tutti sul “piede di guerra”, tentando fin da subito di capire quali spiragli si possano aprire per un reimpiego in altri ruoli/aziende. Vorrei fare loro e ai loro colleghi un sentitissimo e commosso “in bocca al lupo” per i prossimi mesi.
Tornando a parlare della vexata quaestio “laicamente”, lasciando cioè in naftalina l’anima dello space enthusiast, non si può non osservare imho che era necessario DA ANNI un drastico cambiamento del ruolo di NASA. Prima di tutto l’agenzia spaziale USA in questi ultimi 20 anni è stata sostanzialmente legata a doppio filo ad un programma manned “fatto in casa” con una macchina assolutamente meravigliosa come lo Space Shuttle, ma che dal punto di vista del bilancio è stata un vero e proprio buco nero. Quante scelte possibilmente strategiche sono state “risucchiate” da questo maelsrom, che giustissimamente ha richiesto ingenti investimenti per il mantenimento dell’hardware e dei suoi lunghi e onerosi processi di manutenzione?
Fin dalla tragedia del Challenger a mio parere si sarebbe dovuto mettere in pista un serio, e soprattutto bipartisan, piano per arrivare ad un veicolo sostitutivo. Invece i vari tentativi di trovare un erede alla navetta spaziale sono stati altrettanti “pozzi gravitazionali finanziari” che non hanno prodotto altro che ottimi concept poi cancellati (X-20 docet, per dirne una), o pezzi da museo. Soprattutto, ad ogni cambio di Presidente e/o amministratore nessuno dei programmi di alternativa allo shuttle ha retto, e si è sempre ricominciato daccapo, cercando semplicemente di rimestare sempre gli stessi ingredienti tecnologici di base.
Inoltre il bilancio NASA è stato costantemente tagliato, anno dopo anno, fino a portare al famoso, famigerato anzi, motto di tale Daniel Goldin “Faster, Better, Cheaper”, con le figure di m… conseguenti (Mars Polar Lander su tutte).
Parlando di tecnologie legate alla fase del raggiungimento della LEO, se togliamo i magnifici lavori sui propulsori al plasma/ioni, purtroppo del tutto inutili in questa fase di volo, è mancata totalmente la scoperta di tecnologie “breakthrough”, che fossero capaci di far fare un salto di qualità (leggi costi, a sicurezza e performance costanti) alla razzotecnica moderna. Constellation a questo proposito ha prevalentemente pescato nelle tecnologie del passato (J2-X). Questione sicuramente di fondi, per cominciare: lo Shuttle costa, ad oggi, 1 miliardo di dollari più di tutto il contributo USA alla ISS, cioè oltre 2.900 milioni di dollari l’anno. Solo il suo pensionamento, seguito da almeno 5-6 anni di “nulla”, avrebbe consentito di pagare i costi di Constellation, o meglio, in questa prima fase, di Orion + Ares 1. Decisamente un piano di basso profilo, dove a fatica riesco a intravedere un nuovo e duraturo (leggi insediamento) sbarco sulla Luna.
Osservando la proposta di bilancio rilasciata ieri, vediamo che la cifra proposta per ricerche di base sulle tecnologie “breakthrough” di cui parlavo ammonterà, quanto meno fino alla fine del primo mandato Obama, ad oltre 4.500 milioni di dollari, quasi la somma spesa nell’anno fiscale attuale per Shuttle + ISS !!! E non riesco a non vederla come una buona notizia, nel contesto di una NASA che cambia, avvicinandosi all’allora concetto di NACA.
Affidare ai privati il lancio degli astronauti e dei cargo in LEO è logico, sensato, e, nell’ottica di voler finalmente creare un mercato dell’accesso manned alla LEO sganciato dall’attore unico NASA, molto condivisibile.
Rincorrere il miraggio della Luna solo per poterne “graffiare” la superficie è qualcosa per cui gli sforzi, la passione, l’impegno di ingegneri, operai, divulgatori, non valevano la pena di essere spesi, non con questo programma.
I soldi per lo sfruttamento della ISS e per le ricerche in nuovi materiali e tecnologie ci sono, e sono TANTI. Non è giusto che si celebri il funerale alla “NASA”, che invece riceve via via un aumento di budget. Si celebri pure il funerale al vecchio modo di fare.
Infine un cenno “politico”. Dare oggi “colpe” solo a Obama è sbagliato: la NASA di oggi è il frutto di tutte le scelte politiche e di bilancio precedenti. Non basta fare annunci roboanti per produrre qualcosa: i due Bush avranno anche entusiasmato tutti con la loro “idea” di tornare sulla Luna, salvo poi non approvare il rilascio di fondi adeguati e una timeline che fosse inferiore ai 15 anni. Oggi Obama cambia rotta. Si può condividere o meno, ma di sicuro non è “colpa” di Obama, cui invece imputerei il torto di averci messo troppo tempo a prendere una posizione sulla questione.
Infine, mi fanno ridere i politici che oggi si stracciano le vesti per “difendere” il ritorno americano sulla Luna. Sono gli stessi che strizzavano i testicoli degli Amministratori NASA degli scorsi anni, intervenendo nel merito anche tecnico dei programmi spaziali, deformandoli, spesso castrandoli, così come fu fatto (peccato originale) per il programma Shuttle negli anni 70. Andassero a quel paese: quanto meno esternalizzando i voli verso la LEO a società private, sarà il mercato e la richiesta di specifiche prestazioni da parte dei clienti (inclusa NASA) a guidare progettazione e sviluppo delle soluzioni, e non le solite manfrine di politici troppo spesso incompetenti
Concludo la spatafiata ribadendo la mia posizione personalissima: credo fortemente che quella tracciata da Obama sia la strada giusta, al momento. Servono, e presto, nuovi “mattoni” tecnologici innovativi sui quali costruire futuri programmi che siano davvero rivoluzionari. E credo che il compito di una moderna NASA sia quello di spendere laddove le industrie private non vogliono o non possono investire, per creare un meccanismo virtuoso di crescita che veda non un solo attore governativo, ma quante più aziende private possibile sul mercato.
Tutto, sempre e comunque, nel rispetto delle opinioni divergenti e imhhho