Presentazione Cygnus

In allegato una presentazione che riassume i dati salienti del Cygnus e del Taurus di Orbital per il rifornimento alla ISS.

Fa sempre piacere leggere di qualcosa costruito anche in Italia!!!
Se non ho capito male loro lanceranno dalla Virginia da un loro centro costruito ad hoc…
Come mai questa scelta e non il KSC?

Grazie per la presentazione Alberto, finora del Cygnus si sapeva davvero poco.
Mi associo a Biduum per la scelta “anomala” della base di lancio, si tratta della vecchia base NASA di Wallops Island da dove sono partiti centinaia di razzi sonda negli ultimi 50 anni (praticamente l’equivalente della base di Kiruna per l’ESA).

Apparentemente il Cygnus pare proprio la versione americana di ATV, con tanto di modulo pressurizzato costruito da TAS-I. Quindi il ciclo di carico COTS della NASA verso la ISS pare il seguente, P/L che salgono su col Cygnus dovrebbero poi ritornare giù col Dragon Cargo, o almeno cosi’ sembra.

Peppe nella presentazione si parla anche di un modulo di rientro per il ritorno del carico fra le varie opzioni…anche se non ho visto disegni…probabilmente è ancora in una fase di studio molto embrionale

A pag.2 cito:

Return Pressurized Cargo (with Return Cargo Module)

Questo in mezzo a tutte le altre opzioni di carico pressurizzato e non con i vari moduli evidentemente intercambiabili.
Questo mi fa pensare ad un’eventuale possibilità di modulo di rientro…

Si ho letto, ma pare una mera intenzione futura…

L’attracco con il portellone ampio del lato USA della ISS mi sembra sia il vantaggio maggiore.
Ma poi, in fondo non fa molto la differenza, non permettendo in pratica il rientro o la sostituzione dei rack.

Si ma ricordo sempre che a regime (dopo STS-134) i rack sulla ISS saranno quelli previsti e non ci sono in attualmente programmati nuovi rack scientifici da portare in orbita, per cui quelli che sono a bordo rimarranno probabilmente per tutta la vita utile della ISS. L’eventualità di dover riportare a terra un intero rack è estremamente remota.

E’ vero, pero’ dai disegni del Dragon Cargo si evince che la SpaceX ha preso in considerazione anche l’eventualità del rientro di un rack intero, per quanto improbabile al momento.

Anche se non previsto il cambio dei rack, mi sembra che lasciare aperta la porta della “modularità” sia un contribuire a mantenere viva la ISS.

Vista l’estensione della vita operativa della ISS, anche se non prevista in origine, non escluderei a priori la possibilità di un invio di altri Rack e neanche l’aggiunta di altri possibili moduli alla ISS. Da qui al 2020-2025 ci sono tantissime possibilità di ampliamento e aggiunta rack per nuove sperimentazioni e discipline.

Non mi pare che il Dragon possa trasportare rack ISPR standard, ne all’andata ne al rientro, di quali disegni parli?
SpaceX pubblicizza il Dragon/DragonLab per esperimenti e payload fino alle dimensioni standard dei “Middeck Locker” non mi pare interi rack… potrei però sbagliarmi…

Cygnus… sniff… Posso dire che l’ho visto nascere, anche se non posso vederlo crescere…

Questa è la configurazione di volo prevista per i rifornimenti alla ISS tramite Dragon, non credo sia implementabile l’installazione di rack ISPR standard completi da portare in orbita, a mio parere questi potranno essere trasportati “solo” da Cygnus e HTV.


Pensavo che la NASA finanziasse più programmi COTS contemporaneamente per avere più chances che almeno uno arrivasse in fondo…in realtà i due programmi hanno caratteristiche di carico e quindi di compiti che possono essere diverse (tutto questo a parte le considerazioni tecniche)
Buono a sapersi!

Secondo me hanno (stanno) puntando su diversi concept per avere alternative.
Mi spiego meglio: secondo me cercano di fare cose simili in maniera differente. In questo modo se tutto va bene avranno compiti differenti o solo parzialmente sovrapposti, ma se uno dei due concept non dovesse funzionare per qualche motivo, l’altro, seguendo una via alternativa, potrebbe andare bene. è una diversificazione non solo hardware, ma anche funzionale. Almeno la vedo così. E’ chiaro però che in questo modo si rischiano di disperdere forze ed energie. Una via rischiosa, ma che prima o poi andava percorsa