Probabile presenza di acqua salata liquida su Marte (Phoenix) [0903-UNM]

Blitzed hai perfettamente ragione … C’è da considerare però il fatto che i futuri esploratori vi arriveranno dopo più di sei mesi a gravità zero ed esposti alle radiazioni cosmiche , con una dieta monotona per quanto completa dal punto di vista nutrizionale e per di più con un livello di stress psicologico sostenuto, tutto ciò di per se indurrà loro un certo livello di immunodeficienza. Non voglio essere e non sono catastrofista, ma bisogna considerare il quadro generale.

Per le infezioni riflettiamo sulla sifilide endemica in America e portata in Europa che si rivelò epidemia e altamente virulenta.

Beh ma era roba che si era evoluta replicandosi tra esseri molto molto molto simili ai nativi americani.
Qui si parla (ipoteticamente) di roba molto diversa. Credo che un batterio estremofilo non sia un grosso problema per l’uomo.

Michael, il non “conoscere” un agente patogeno fa si che il nostro organismo non abbia armi adatte e specifiche per poter contrastare la sua zione
Quindi è come de fosse alieno.

Ma mentre l’uomo bianco non conosceva il patogeno, il patogeno conosceva l’uomo bianco, essendo la stessa specie che infettava già in America. Non è quello il punto?

Provo a parafrasare il pensiero di Michael e blitzed: se il microorganismo è per noi alieno, è anche vero il contrario: noi siamo alieni per loro. La cosa più probabile è che i due tipi organismi si ignorino a vicenda - noi non ci siamo evoluti per difenderci da loro, ma è anche vero che loro non si sono evoluti per attaccare noi… Se il microorganismo è in grado di attaccarci significa che biologicamente è simile a noi, per quanto improbabile sia. In tal caso le opzioni sono tutte aperte: può essere un problema per noi oppure la nostra flora batterica può, con la stessa probabilità, essere un problema per loro.

Qualunque microorganismo sulla Terra, per quanto “alieno” (penso ad esempio le specie infestanti in Australia, o l’esempio fatto da Pilgrim) condivide comunque la stessa biologia, lo stesso tipo di DNA, etc… siamo tutti figli dello stesso batterio, alla fine :smiley:

sottoscrivo. grazie per il contributo riassuntivo e chiarificatore!

aggiungo che non solo siamo figli dello stesso batterio, ma che tutto quello che c’è sulla Terra (o quasi) è cresciuto e si è evoluto a stretto contatto con le altre forme di vita: ciò che non ha incontrato l’uomo ha comunque incontrato altri mammiferi o altre forme di vita terrestri. Da questo si sviluppano i rapporti tra forme di vita…siano essi di reciproca ignoranza, predatori od opportunistici.

Ciò che si fosse sviluppato o anche solo evoluto al di fuori da questo sistema, io dubito fortemente che possa possedere gli strumenti per nuocerci in modo efficace…salvo che si tratto di creature macroscopiche con denti e artigli :stuck_out_tongue_winking_eye:

o almeno, diciamo che ci vorrebbe una bella sfortuna perché un batterio alieno abbia curiosamente la capacità di eludere le nostre difese ed innescare meccanismi di patogenesi!

Il nostro corpo straordinariamente può rispondere anche a patogeni sconosciuti, nel senso di mai incontrati prima da noi come individui. Questo perché da un lato ci siamo evoluti a contatto con migliaia di batteri virus etc. e quindi “li conosciamo” come genere umano, e dall’altro lato abbiamo anche sviluppato un sistema immunitario molto adattabile che è potenzialmente in grado di rispondere a qualsiasi cosa che non sia “self”, poco importa se terrestre o alieno.

Le interazioni tra patogeno ed ospite sono complesse e spesso più specifiche di quanto si pensi, non basta “un batterio” a nuocerci…ne siamo ricoperti e farciti! Anche gli agenti infettivi più semplici (i virus, lasciamo perdere ora i prioni) rivelano nelle loro interazioni con le nostre cellule un grado di intimità evolutiva stupefacente e onestamente molto affascinante…

Qui usciamo dal tema stretto pr addentrarci nel cosmo dell’immunologia.

ma voglio lanciare altra riflessione perchè (senza cura) si muore di HIV? oppure perchè la neoplasia diventa evidente?

Di HIV si muore perché si tratta di un retrovirus incredibilmente ben adattato ad eludere le difese umane, cosi come il suo precursore SIV era evoluto per eludere le difese dei primati. L’HIV è tutto fuorché “alieno”, anzi: i virus, proprio perché si tratta di ammassi di proteine ed acidi nucleici di dimensioni minime ed incapaci di soddisfare i requisiti minimi per essere considerati forme di vita, rappresentano la massima espressione dello stretto rapporto evolutivo tra forme di vita…cosa, più di un parassita obbligato, può dimostrare i miracoli delle interazioni evolutive tra creature diverse? Molti altri patogeni hanno sviluppato strumenti ancora più efficienti per aggirare o sconfiggere il nostro sistema immunitario… HIV in fondo fa, come ogni forma di “quasi” vita, il suo interesse evolutivo…anche la lunga latenza della malattia non è altro che un vantaggio per la disseminazione dell’infezione e la prosecuzione della specie (la sua). Guai a pensare che tutto questo capiti “per caso”…noi mammiferi ci siamo evoluti in mezzo ai virus ed ai batteri, nella maggior parte dei casi ci siamo adattati a controllarli, in molti casi loro sono ancora (evolutivamente) un passo avanti a noi, nonostante i farmaci!

I tumori sono un’altra cosa, uno dei problemi è che si tratta di cellule nostre…ma già siamo OT, non vorrei addentrarmi anche in rami che nemmeno centrano con le infezioni di cui si parlava…

Anni fa, un amico biochimico, a una mia domanda sul rischio biologico che potevano correre eventuali astronauti su Marte mi rispose che i microbi patogeni per gli umani si sono evoluti appunto insieme all’umanità. Un microbo che viva nel sottosuolo di Marte si è adattato a vivere su quel terreno e a sfruttare le sue proprietà biochimiche per nutrirsi e riprodursi e, come i vari milioni di specie di microbi che vivono sul terreno terrestre e che bellamente da millenni ci ignorano, del corpo umano non saprebbero che farsene.
Del resto è anche vero che microbi e virus patogeni che attaccano gli animali (quindi organismi viventi superiori come noi) spesso non possono fare il salto di specie o è comunque raro. Per i microbi che infestano specie vegetali addirittura impossibile nonostante condividiamo il pianeta e hanno anche loro il DNA.
Poi per carità, tutto può succedere e il rischio va contemplato.

Premetto che se qualcosa riesce a vivere sul Marte di oggi, io non voglio averci niente a che fare.
Se la teoria della “fecondazione” tramite comete ed asteroidi è fondata, mi sembra lecito supporre che una forma di vita marziana sia basata comunque sul carbonio ed abbia un DNA. Probabilmente per noi sarebbe pericolosa quanto un batterio estremofilo nostrano. Il problema con questi affarini piccoli è pero’ che in un anno fanno magari migliaia di generazioni (e di mutazioni), e non si sa mai cosa può venirne fuori.

Mia moglie veterinaria conferma appieno. Un virus é un’entità che possiede la chiave per penetrare le nostre barriere, che può essere anche molto complessa. Non parliamo poi di un ambiente dove mancano gli organismi pluricellulari, che danno letteralmente “da mangiare” alle malattie batteriche. Per quello che dice paolo relativamente alle mutazioni, pensando a quante sono le specie microbiche presenti sul nostro pianeta, se fosse così facile mutare ed aggredirci, noi dovremmo essere già tutti morti :wink: