Pronta la sonda Indiana per Marte

Pronta la sonda Indiana per Marte

[html]Decollo entro il mese di ottobre, poi un viaggio di dieci mesi verso il pianeta rosso. Continua a leggere[/html]

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Io capisco che ogni nazione voglia fare per se’, e che l’autarchia porta vantaggi tecnologici che compensano i governi degli investimenti fatti, ma mi chiedo se ha senso che tutti quanti continuino a ripetere le stesse missioni. Quali scoperte ci possiamo aspettare da una fotocamera “a media risoluzione” con una orbita cosi’ ellittica che sembra il tragitto di un pendolo? Tra un anno anche gli Indiani ci confermeranno che “no, non c’e’ metano nell’atmosfera di Marte”?
Certo che ognuno ha il diritto di fare quel che vuole con i propri soldi, pero’ con un po’ di cooperazione e coordinamento internazionale la scienza ci guadagnerebbe di sicuro.

Lift off!
Partita con un lancio perfetto ed ora è in ottima forma in orbita ellittica intorno alla Terra. :wink:
Ecco le foto del lancio:
http://www.isro.org/pslv-c25/Imagegallery/launchvehicle.aspx

concordo dal punto di vista scientifico, ma complessivamente penso che per una nazione come l’India l’approccio sia giusto: con il loro know-how in una missione marziana scientificamente avanzata avrebbero contribuito con il payload adapter e un paio di strumenti, probabilmente allo stesso costo di questa missione autarchica e con il rischio di fare la figura dei pistola se uno dei loro due strumenti si fosse rotto sabotando una importantissima missione internazionale.
Invece cosi hanno solo da guadagnarci, dal punto di vista dell’immagine…e probabilmente anche dal punto di vista del know-how tecnologico. Se va male pazienza, saranno stati coraggiosi a provarci. Se va bene presenteranno un paio di studi non particolarmente rivoluzionari e si metteranno in curriculum una missione verso Marte, che non è comunque una meta facile. In fondo, onestamente, non credo che per le nazioni emergenti (India e Cina in pratica) l’aspetto scientifico sia poi così rilevante…come d’altronde non lo è stato in passato per USA e URSS. Non credo, ad esempio, che i cinesi sarebbero contenti di farsi “concedere” il diritto a rifornire la ISS con le Shenzou in cambio di qualche posto a bordo…hanno l’ambizione di ritagliarsi un loro programma self-standing che sia almeno apparentemente di pari dignità (perché scientificamente credo sia improbabile), poi semmai collaboreranno da pari.

per esempio degli studi a lungo periodo dell’atmosfera, della sua dinamica, del clima e della meteorologia, che non richiedono una camera ad alta risoluzione. ci sono studi che hanno notevole valore scientifico e che non richiedono il metro di risoluzione.

ottimo, vorrebbe dire che abbiamo una conferma indipendente! spiacente ma e’ cosi’ che funziona la scienza.
e non e’ che perche’ un solo strumento non ha trovato metano in un solo punto preciso di tutto il pianeta si debba concludere che il metano non c’e’. io resto molto scettico, ma non sarebbe la prima volta che una scoperta (o una smentita) annunciata da un team viene ribaltata da un team indipendente.

Sopratutto se riuscissero a portare a termine tutto la missione con il budget dichiarato di 55 milioni avrebbero già fatto la prima scoperta sensazionale :slight_smile:

c’e’ un motivo per cui la missione costa cosi’ poco…
http://www.npr.org/blogs/thetwo-way/2013/11/04/243082266/why-indias-mars-mission-is-so-much-cheaper-than-nasas

Se fosse solo per il costo degli ingegneri in Italia potremmo mandare una sonda per due soldi anche noi.

Comunque a proposito di ingegneri indiani, io personalmente sono pieno di libri tecnici in edizione indiana, in India puoi acquistare libri come “Foundamentals of Aerodynamics” di Anderson o “Rocket Propulsion Elemnents” per meno di $20, magari hanno risparmiato anche sulle biblioteche :slight_smile:

Non so nell’editoria, ma conoscendo altri settori posso provare a ipotizzare che questi prezzi siano legati alla fantasiosa interpretazione indiana delle leggi internazionali sulla proprietà intellettuale…

Nel caso dei libri sono edizioni della casa madre, della sua filiale Indiana, ovviamente le edizioni sono economiche e le pagine “trasparenti” ma sono le stesse versioni che da noi costano una cinquantina di euro, sempre che si riescano a trovare.

/OT/ dovrebbero avere l’indicazione che la circolazione del libro è permessa solo in India. Però, come diceva blitzed, l’interpretazione è fantasiosa.