Propulsione a dipolo

https://twitter.com/robert_zubrin/status/983886343607541760

@Robert Zubrin

On Friday April 14, I will speak at the Breakthrough Initiatives conference at Stanford. My talk, around 2 pm PST, will be on a new type of propellentless #Space propulsion system that I call the [b]Dipole Drive[/b]. It will be live streamed online.

ne sta arrivando un’altra… :stuck_out_tongue_winking_eye:

Già alla stessa conferenza dovrebbero parlare anche:

@Harold White: Q Thruster (https://en.wikipedia.org/wiki/Quantum_vacuum_thruster): ovvero il portavoce del team che ha prodotto anche il paper sull’EmDrive

@Headi Fearn: MEGA Drive (Quella basata sull’Effetto Woodward ecc… che ha da poco ottenuto il secondo livello di finanziamento NIAC )

Breakthrough Initiatives 2018 a Stanford

Essendo cambiato l’argomento, il topic è stato diviso da quello dedicato alla propulsione a microonde.
Detto questo, per creare un post costruttivo e interessante sarebbe opportuno indicare qualche commento/contributo degli utenti in italiano ad accompagnamento di link e video.

Zubrin nel suo intervento ha presentato un concept che dice esser piaciuto a NASA.
Gli appassionati di navigazione a vela ne resteranno estasiati.

Zubrin ha presentato l’idea di utilizzare un vela, costituita da una griglia elettrostatica, capace di accelerare gli ioni dispersi nel “vuoto” così da trarne una spinta nella direzione opposta. Nessuna fisica nuova dunque, ma una sfida insita nella realizzazione della vela e nella generazione della potenza di alimentazione in rapporto ai tre diversi scenari di impiego ipotizzati.

Lo scenario più semplice, per densità ionica e facilità di alimentazione, è di un satellite che sfrutti tale propulsione per contrastare il drag solare ed il decadimento dell’orbita.
Dai calcoli presentati, una vela di raggio=80m alimentata da 500W, in orbita a 400 km dalla Terra e caricata così da disporre di una differenza di potenziale di 64 volt, alla sua velocità (7760 m/s) sarebbe in grado di intercettare un numero di ioni positivi sufficienti (densità di 900k per cm3 di cui il 10% O+) a generare una spinta continua di 7,2 mN.

Altri scenari considerati sono di una sonda in spazio profondo nel Sistema Solare e nel mezzo interstellare.
Mentre in LEO la prima sorgente di ioni è costituita dall’atmosfera, nello spazio Solare sarebbe il vento solare mentre nel mezzo interstellare le radiazioni cosmiche e i venti stellari. A bilanciare la minor concentrazione sarebbe di aiuto la più alta velocità degli ioni, la maggior velocità della vela (in grado di spazzare volumi maggiori di spazio nell’unità di tempo) e una maggiore potenza di alimentazione.

L’intervento di Zubrin è disponibile dall’inizio della 5° ora del filmato.

Peter, grazie per il riassunto, finalmente ora ho un’idea più concreta della cosa.
Certo che disporre di una maggiore potenza di alimentazione nello spazio profondo non sembra una bazzeccola (a parte la distanza da un sole, i generatori duraturi pesano).