Più che un limite della fusione direi che si tratta di un limite delle nostre tecnologie…è uno degli esempi più limpidi di qualcosa che può essere concepito e teorizzato sulla base della nostra comprensione dei fenomeni fisici, ma al momento non può essere realizzato perché non abbiamo la tecnologia necessaria…come l’elicottero di Leonardo da Vinci
Vedremo se i vari progetti più o meno ambiziosi di questi anni porteranno a qualcosa…in ogni caso anche l’impressionante progetto ITER con il suo tokamak immenso se avesse successo sarebbe poco più di un proof of concept…
vero, ma in questo caso si tratta di un fenomeno che in natura, così come lo si vuole riprodurre, non esiste. Sarebbe una prima volta grazie alla tecnologia umana, e non è scritto che sia possibile. Vedremo, sicuro che sta assorbendo investimenti mostruosi da molti anni e per il momento nessuno ha ancora risolto l’arcano
@arkanoid, la fusione è facile da fare, anche sulla Terra. Se cerchi “fusor” scopri che è relativamente semplice farla in casa, con il deuterio. Quindi il fenomeno è sicuramente possibile e riproducibile. Il problema da risolvere non è la fusione, ma il confinamento dei plasmi con temperatura e densità tali da avere il rendimento >1. E quello è “solo” un problema tecnologico. Così come sono problemi tecnologici l’iniezione di energia nel plasma per accenderlo, la gestione dei neutroni generati, la resistenza dei materiali ai medesimi e ai raggi gamma che si creano, e via di questo passo.
Il progetto Lockheed è interessante perchè propone una via alternativa al tokamak per risolvere i problemi di cui sopra. Il guaio è che i problemi sono davvero enormi, e questo spiega l’eterno ritardo della fusione e anche l’abortire di moltissimi progetti promettenti, come la fusione a confinamento inerziale eccitata da laser. Ad esempio, il NIF ai Livermore Labs ha proclamato la parità di resa a fine 2013, ma pochi mesi prima era stata annunciata la fine dell’esperimento.
Ciao, concordo con @IK1ODO. Il problema nei reattori a fusione è effettivamente il confinamento del plasma per ottenere le altissime temperature e la uniformità necessarie alla fusione per autosostenersi. Nelle stelle invece la natura usa una soluzione diversa: la gravità. Il confinamento inerziale era, secondo me, la tecnologia che più si avvicinava a fare ciò che fa la gravità in natura. I campi elettromagnetici invece sono difficili da gestire soprattutto in presenza di plasmi in cui una parte è fortemente polarizzata. Ciò nonostante i campi magnetici potrebbero essere utili per lo sviluppo dei motori spaziali. Infatti qui non serve il confinamento tipico dei reattori ma un confinamento parziale a temperature più basse ma che porti il plasma a riscaldare il propellente dove serve per farlo fuoriuscire ad alta velocità e con una grande spinta. Oppure si potrebbe far uscire direttamente il plasma, ma la vedo male per quello che sta dietro al motore in questo caso.