Dopo il grande successo ottenuto con la missione dello spazioplano X-37B/OTV-1, l’USAF ha dato il via libera alla seconda missione che prenderà il via il prossimo 4 Marzo, con durata prevista di circa 270 giorni. L’ora del decollo non è ancora stata annunciata.
Alla Cape Canaveral Air Force Station, nel complesso del Pad-41, sono in corso i preparativi per l’assemblaggio del vettore Atlas-501, nella cui ogiva è già stato installato il veicolo.
Il secondo esemplare dello spazioplano riutilizzabile era giunto in Florida nei primi giorni di Gennaio ed è stato poi sottoposto ad una serie di test per verificarne il perfetto funzionamento.
I due esemplari X-37B sono stato costruiti in California dalla Boeing Phantom Works.
Il primo esemplare fu lanciato nell’Aprile dello scorso anno e concluse la sua missione il 3 Dicembre con un atterraggio automatico su una pista della Vandenberg Air Force Base.
Solo un piccolo problema ad un freno ha intaccato il completo successo dell’operazione.
In orbita aveva eseguito una serie di manovre che ne hanno modificato più volte la traiettoria, per effettuare i test richiesti dalle esigenze militari del Paese.
Gli obiettivi di queste missioni sono tenuti segreti dai responsabili militari e governativi.
Una terza missione potrà essere effettuata in futuro riutilizzando una delle due navette costruite.
In effetti, il problema è stato lo scoppio di una gomma per surriscaldamento, e ora che noto… non ci sono foto che inquadrano il carrello principale sinistro…
Scherzi? Non esiste il luogo che “non sia vietato”,semplicemente non si può fotografare qualcosa che sia di interesse militare.
Pensa che negli States (non mi ricordo più in quale stato) c’è chi è stato denunciato perchè colto a fotografare una normalissima centrale termoelettrica.
Beh no, fotografare un lancio non è vietato, benchè sia militare… ricordo il lancio cui ho assistito insieme ad altri amici del forum, era militare e benchè ci fossero i Black Hawk che ci passavano sulla testa non ci sono stati problemi e non eravamo certamente gli unici.
Rispetto all’Italia dove “tutto è vietato” a scanso di equivoci e chiunque ti può dire che “non si può” negli States è decisamente più definito cosa si può fare e cosa no.
L’anno scorso sono andato a visitare la tomba di Geronimo che è all’interno di Fort Sill, installazione militare che ha radici alla metà dell’800. Oltre alla tomba di Geronimo c’è da vedere le caserme della cavalleria dell’epoca (il famoso 7° Cavalleggeri) e una mostra di cannoni e carri armati di varie epoche. Oltre al fatto di entrare e girare abbastanza liberamente (forse anche perchè non è una vera e propria base militare nel senso strettissimo della parola), ho gentilmente chiesto se posso fotografare e filmare e mi hanno risposto molto laconicamente: “Sure, only you cannot take any picture of the water tower”. Ora cosa ci fosse di strategico nella torre dell’acqua Dio solo lo sa, ma mi sono adeguato e nessuno mi ha detto nulla.
Se non vado errato il fairing deve comportarsi, per quanto possibile, come una camera anecoica.
Ossia deve smorzare le vibrazioni indotte nel payload ecco spiegato l’aspetto alquanto sconcertante del suo interno.
E’ impressionante come l’USAF abbia spinto sull’acceleratore, per così dire, dello sviluppo di spazioplani.
A breve dal rientro dell’OTV-1, già si lancia l’OTV-2.
Questo evento, più di ogni altra considerazione, è la misura dello strepitoso successo rappresentato dal primo (e lunghissimo) volo dell’X-37B, se si fossero manifestati problemi seri non avremmo avuto un secondo volo così ravvicinato.
Sono proprio le considerazioni che stavo facendo tra me e me leggendo il thread.
La prima missione è stata un successo incredibile, il fatto che la seconda missione fosse già programmata così ravvicinata implica anche una certa fiducia che c’era nel programma (anche se ci avrebbero messo un nano-secondo a posticiparla in caso di problemi…)
Adesso mi piacerebbe capire in quanto tempo riescono a far rivolare il primo esemplare, giusto per avere un idea del livello che si è raggiunto. Credo che l’esperienza di STS abbia giovato parecchio a questo programma, pur ovviamente tenendo conto che è unmanned e quindi più “semplice”
Sicuramente l’handling post-volo dell’X-37B deve essere molto (ma molto) più semplice rispetto allo Shuttle Orbiter, sia per dimensioni che per tecnologia.
Credo che nel reflight dell’OTV-1 pesi più il tempo di procurement del vettore che qualsiasi altra considerazione tecnica…
A cosa ti riferisci con tecnologia? I sistemi di bordo sono ovviamente completamente diversi. Io pensavo al lungo lavoro sullo scudo degli Shuttle Orbiter, l’X-37B uso lo stesso tipo di piastrelle o sbaglio? Ovviamente sono meno ma il lavoro è piuttosto lungo comunque.
Scusa ma non sono molto avezzo a questa terminologia, per “procurement” intendi la ricerca di un vettore disponibile sul mercato o la costruzione proprio del vettore?
In generale a tutti i vari sottosistemi, in particolare a quelli relativi al sistema di protezione termica (TPS), va da se che le piastrelle dell’X-37B oltre ad essere di ultima generazione sono in numero enormemente minore rispetto allo Shuttle, quindi richiedono meno tempo per essere verificate e rimesse eventualmente a posto.
Perdonami, a furia di lavorare in questo settore parlo oramai una sorta di miscuglio tra italiano ed inglese…
Per “procurement” si intende l’ordine di acquisto del vettore atto a portare un determinato paylaod (in questo caso non è necessaria alcuna ricerca di mercato in quanto il vettore è già noto) ed il tempo intercorrente tra l’ordine stesso e la sua consegna.
Nel caso di vettori commerciali occorrono alcuni anni tra il momento dell’ordine e l’effettiva realizzazione e consegna del razzo.
Vero, nel caso di USAF però credo d’aver letto che si sia riservata una dose di “slot” e vettori per utilizzi “vari”, e questo credo proprio rientri in questa casistica essendo il calendario commerciale pieno per anni ma comparso solo di recente nel manifesto il lancio di OTV-2.
Per questo secondo lancio di OTV si ipotizza un’orbita di lavoro radicalmente diversa dalla prima in modo da collaudare il sistema con uno spettro il più ampio possibile, vediamo quanto ci vorrà per “ritrovarlo” dopo il lancio.