Rinviato al 2023 il lancio di Orion con equipaggio a bordo

Non capisco fino in fondo tutto questo scoramento intorno al progetto. Se è vero che l’idea non piace a Obama, mi sembra che anche tra gli appassionati non si perda l’occasione di criticare SLS e Orion decretandone anzitempo la morte ad ogni nuovo comunicato stampa. In fondo viviamo in un’epoca non particolarmente fertile per l’esplorazione spaziale, eppure NASA mantiene, con gli altri partner, la ISS e tutte le attività correlate…non proprio briciole, né sul piano degli investimenti né su quello delle ricadute scientifiche. Poi ci sono tutte le partnership con i privati, svariate. Programmi e veicoli esterni, ma che esistono praticamente solo grazie all’iniziativa di NASA. In buona parte, almeno. Poi ci sono tutte le missioni di esplorazione automatica…maggiori e minori, alcune di immenso valore scientifico. Che in tutto questo il programma per un lanciatore pesante sia leggermente ritardato, visti i tempi mi sembra onestamente miracolo. Manca la sua missione? La missione in realtà mi sembra chiara: essere pronto per quando ci sarà la volontà politica, e quindi i finanziamenti, per avviare un serio programma BEO. Non sono questi gli anni, è evidente a chiunque…sarebbe ingenuo aspettarsi domani mattina un annuncio di Obama circa nuove improvvisate aspirazioni marziane. Se il programma intanto procede, anche lentamente, va bene cosi. Se nel frattempo la Cina raggiunge la Luna, ne riparleremo eventualmente…

tutto corretto, ma vorrei ricordare un giorno del 1986 in cui oltre al Challenger andarono im mille pezzi tutti i programmi che si stavano faticosamentte mettendo su.

Il Columbia che volò a Gennaio avava un dispositivo che produceva tralicci in alluminio base per l’assemblaggio delle strutture orbitanti.

Oltre i tagli costanti ad STS fu fatale la non economicità del sistema sin quasi dal principio

E, per certi versi, più disponibilità a rischiare.

Secondo me Constellation non era così male come lo si dipingeva. Aveva un target e un’archtettura, che peraltro IMHO non era neanche così stupida (separare il cargo dall’equipaggio significa non dover certificare manned un lanciatore superpesante, nella fattispecie l’Ares V, e avere parallelamente a disposizione un lanciatore “light” per tutte le possibili applicazioni manned in LEO). Il guaio sono state alcune scelte che hanno portato la progressiva perdita di comunanza tra i componenti dei due veicoli, di fatto penalizzando tutto il sistema.

Questa è una visione romantica che tendiamo ad avere del passato ma non credo corrisponda al vero. Anche per il programma Apollo hanno fatto parecchi test prima di procedere con gli astronauti. La stessa decisione di anticipare l’allunaggio all’Apollo 11 non è mai stata una decisione presa contro la sicurezza degli astronauti.
Tra l’altro una delle Lessons Learned dell’Apollo è proprio il non esagerare con la fretta, visto cosa è successo con l’Apollo 1. Vedi il famoso discorso di Gene Kranz in proposito…

La differenza è che il programma Apollo aveva un budget sostanzialmente illimitato, che è lievitato di ordini di grandezza mentre il programma andava avanti. Si manteneva fissa la data dell’allunaggio (“…entro la fine del decennio”) e di conseguenza si aumentava il budget continuamente.
Per Orion è al contrario: si mantiene fisso (anzi, si riduce) il budget e di conseguenza si pospone continuamente la data della missione

Al di là di quello che ha postato Albyz, di sicuro i requisiti sono stati scritti e scolpiti sulla pietra ancora prima di cominciare il progetto.

Si inizia da un “mission statement”, che è quello che ha postato Albyz e che è sempre necessariamente molto generico.
Dal mission statement poi si costruiscono i requisiti di alto livello, da lì si fa il flowdown dei requisiti fino al livello base, dai requisiti poi si fa l’analisi funzionale per identificare tutte le funzioni che servono per soddisfare ogni requisit, dall’analisi funzionale si identificano quali possono essere le soluzioni tecniche per assolvere queste funzioni e infine si fanno i trade-off per decidere quali sono le soluzioni migliori.
Quello che ho descritto è in poche parole lo studio di fattibilità, ovvero la fase 0 e la fase A di tutti i progetti spaziali.

Alla fine della fase A si procede alla PDR, ovvero la review in cui si paragona il progetto ai requisiti e si vede se tutto è stato rispettato. Dopodichè si procede con la fase B e C, e alla fine si arriva alla CDR, che è quella che Orion ha passato da poco. Finita la CDR, si ha la conferma che tutti i requisiti sono stati implementati con soluzioni tecniche che li soddisfano e che tutto e pronto per iniziare l’assemblaggio e il testing.

Si parte sempre dai requisiti, se non ci sono i requisiti (e sto parlando di migliaia di pagine di requisiti super dettagliati) non si comincia neanche a fare la progettazione. È impensabile che Orion sia arrivata ala CDR senza dei requisiti molto dettagliati e precisi.

Lo shuttle ha potuto fare cose per cui non era stato pensato essenzialmente perché era un sistema sovradimensionato, dimostrando che questo è un requisito imprescindibile per ottenere una soddisfacente polivalenza d’impiego. Esempi nell’aviazione: F-4 Phantom II, F-15 Eagle. Ma qualunque compito dovesse fare e ha fatto, la meta era sempre la stessa: LEO. Con requisiti progettuali che, a livello di mero profilo di volo, sono bene o male sempre quelli.
Ma come si fa a fare una capsula BLEO “multiruolo”? Senza un target? Dove dovrà andare? Quanto carburante dovrà imbarcare? Quanto delta V? Per quanto tempo dovrà sostenere l’equipaggio? A proposito, quanti uomini? Schermature? Velocità di rientro, scudo termico? Potenza dei motori? Distanza prevista dal Sole? Dimensione pannelli solari? E via discorrendo. Posso fare una capsula per andare su Giove ma se poi la uso in ambito cislunare è un attimino una spesa inutile…

O le Capsule Apollo.

Beh, uno switch tra Apollo 9 e Apollo 8 non ce lo vedo tanto nel 2015 e senza la Russia che ti fa pressione. :wink:

Come ho scritto sopra, è impensabile che siano arrivati alla CDR senza avere risposte super precise a tutte le domande che poni. Forse non ci sono le direttive politiche precise e di sicuro non dicono al grande pubblico che scelte hanno preso. Ma di sicuro, in vista delle direttive politiche ballerine, hanno deciso dei requisiti che inglobano tutte le possibili missioni e hanno implementato quelli.
Vuol dire che forse stanno facendo un sistema che sarà sovradimensionato, se alla fine la missione sarà solo un’orbita cislunare. Ma non è questo che fa slittare la data di lancio…

Di sicuro quello switch non metteva in pericolo la sicurezza dell’equipaggio. Di sicuro hanno fatto fior di analisi per dimostrare che potevano ridurre la coreografia togliendo una missione, collassando nelle missioni precedenti gli obiettivi della missione che sarebbe stata tolta. E ancora una volta stiamo parlando di lavoro aggiuntivo che probabilmente ha fatto ancora lievitare i costi nell’anno in cui è stato fatto ma che ha permesso di mantenere fissa la data finale di allunaggio…

Ciò che dico io è semplicemente che la molteplicità di scenari BLEO richiede giocoforza hardware molto diversificato, mentre per la LEO ciò che si richiede a un veicolo rientra entro una forbice di parametri tutto sommato stretta. Quindi nella mia ignoranza penso che, BLEO, dovrei avere bene in testa dove voglio andare con la mia navicella, prima di cominciare a disegnarla.

Beh, ovviamente non giocavano alla roulette russa, ma non è che sia stata proprio una traversata senza inconvenienti, anche corposi. Si sono presi un rischio, magari non catastrofico, ma se lo sono preso. Per dirne una: in uno scenario tipo Apollo 13 e senza a disposizione il LEM, l’equipaggio avrebbe lasciato le piume. No perché fin dall’inizio il LEM era considerato utile in condizioni di emergenza. Lì non ce l’avevano perché non era ancora pronto. Ma non vorrei andare off topic! :slight_smile:

Dal punto di vista di una capsula, fa molta differenza se vado su un asteroide o intorno a Marte?
Per lo scudo termico basta definire la velocità di rientro massima (non credo molto diversa tra una BEO e Marte), per lo spazio disponibile e i sistemi ECLSS basta definire il numero di astronauti e la durata di missione, per i sistemi di controllo termico basta fare un’analisi dell’ambiente termico e prendere quello più conservativo, per la struttura non fa nessuna differenza, per il sistema di Command and Data Handling neanche.

Rimangono la parte di AOCS, propulsione, telecomunicazioni e generazione di potenza elettrica, se non ho dimenticato qualcosa. Ma di nuovo si possono fare dei budget massimi che inglobino tutte le missioni che finora sono ipotizzate e poi al massimo si lancia con un po’ di propellente in meno (E cmq credo che qui stiamo parlando di Orion la capsula, non di MPCV. Tutto il service module ancora manca, quello che hanno dato ad Airbus serve solo per i voli di test, e per quello i requisiti credo siano piuttosto chiari)

D’accordo al 110% con Buzz, aggiungo solo che molti dei requisiti che ha citato Andrew per la BEO non sono e non saranno requisiti per la capsula ma per il sistema che ospiterà gli astronauti durante il viaggio (almeno per le missioni oltre l’orbita lunare). Cose come la quantità di propellente, i requisiti propulsivi, la generazione di potenza ecc. non sono caratteristiche che saranno allocate alla capsula bensì ai moduli abitativi, ed è per questo che prima di definire i requisiti per la capsula si sono analizzati i concept di missione di riferimento.

Però guardando certe statistiche degli anni 50-60 circa la sopravvivenza dei piloti collaudatori,non posso fare a meno di pensare che una certa propensione ad accollarsi dei rischi ci fosse,e fosse maggiore di adesso.
Ovvio però che il settore astronautico anche allora era cosa diversa; le missioni Americane si svolgevano sotto gli occhi del pubblico,e correre gli stessi rischi che si ritenevano accettabili per i piloti collaudatori era fuori questione.
Se Alan Shepard non fu il primo uomo nello spazio si deve propio a questa maggiore prudenza;un fallimento sarebbe stato catastrofico dal punto di vista del prestigio nazionale.
Detto questo le lezioni di Apollo 1,del Challenger e del Columbia hanno certamente imposto una prudenza maggiore,e ciò è bene.
A questo si aggiunga un più facile accesso all’informazione da parte del pubblico nell’era di internet e dei social network,che come scriveva qualcuno tempo fa comporta anche la possibilità da parte di addetti ai lavori di postare delle critiche e diffonderle,cosa che ai tempi di Apollo 1 o del Challenger non era certo possibile.

Per Orion è al contrario: si mantiene fisso (anzi, si riduce) il budget e di conseguenza si pospone continuamente la data della missione

Il guaio è se il budget si riducesse ancora o se Orion ed SLS non fossero accompagnati da ulteriori veicoli necessari quanto capsula e lanciatore alle varie missioni di exploration.
Sarebbe un pò come se avessero costruito solo la capsula Apollo ed il Saturno V,ma non il LEM,lo Skylab,il modulo missione di ASTP…ci fai Apollo 7,e poco altro.

Quali moduli abitativi?
Guardate che il problema non è tecnico,ma politico.
Di questo stiamo parlando,e per questo che il primo volo manned di Orion è previsto almeno tra otto anni.
Siete certi che il Congresso finanzierà una missione su Marte,sia pure spalmata in circa vent’anni?
E se ciò non avvenisse (come finora non è avvenuto,malgrado i molti progetti presentati nel corso degli anni),cosa farà Orion e SLS,visto che l’opzione luna sembra essere esclusa?

Io parlavo di Orion MPCV; per me Orion è tutto il sistema con anche il modulo di servizio. Il requisito più variabile che mi viene in mente è il delta V; ovvio, posso lanciare coi serbatoi mezzi vuoti per le missioni che non richiedono la massima performance (peraltro, forse una missione marziana potrebbe richiedere meno delta V alla Orion in sé che non una missione lunare) ma mi conviene avere un SM sovradimensionato come accadde per l’Apollo/Skylab? Comunque se è come dice Albyz, capisco che la capsula in se possa essere considerata un elemento tutto sommato standard.

Potrebbe trattarsi semplicemente di un progetto messo in background, che in caso di necessità o di volontà potrebbe ritornare in primo piano in tempi molto ma molto più rapidi rispetto al far ripartire tutto da zero; diversamente il tutto costituirà uno studio di interesse notevole, valido per successive evoluzioni. Intanto hai formato personale specializzato, procedure, componentistica adeguata, tecnologie. Pensate ad Orion come ad una visione strategica, chiamatelo studio di fattibilità, ma non missione marziana impallata. Quando Von Braun disegnava gli Aggregat, sicuramente non li pensava per farli volare sulla carta, ma così é stato e le conseguenze di quegli studi le abbiamo viste.
Inoltre di certo non puoi formare un gruppo di lavoro di personale specializzato e motivato, dicendogli che tutto quanto non volerà mai.

Intanto proseguono i test del sistema di paracadute per la capsula con equipaggio. Martedì si è svolto il secondo test aviolanciato. Ne serviranno altri sei per ottenere la certificazione del sistema.

In particolare questo test ha simulato un atterraggio a seguito di un abort nella fase di lancio.

https://www.nasa.gov/image-feature/nasas-orion-spacecraft-parachutes-tested-at-us-army-yuma-proving-ground

Ma quanti set di paracadute differenti ci sono?

Inoltre, come fanno a tenere la telecamera puntata con tanta precisione sulla capsula?

Interessante il coding dei paracadute con l’alternanza degli spicchi fra bianco e rosso.

Il nostro articolo: https://www.astronautinews.it/2017/03/21/test-dei-paracadute-per-la-capsula-orion/