Rocket Lab annuncia il nuovo vettore Neutron

Al momento solo il primo stadio sarà riutilizzabile.

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Entro totalmente a gamba tesa (e forse OT): inizialmente la configurazione a “petalo” che racchiude il secondo stadio non mi ha convinto, ma se l’hanno scelta hanno i loro motivi. E anche casi d’uso: che Neutron sia in grado di ripulire alcuni detriti spaziali? Forse, non entra in orbita, ma con qualche modifica si può rendere attuabile?

Chi ha condiviso il tweet lavora in RL (non che sia garanzia di certezza)

Interessantissimo e mai sentito prima, ma mi sembra geniale.

Dato che il secondo stadio non deve resistere allo stress di Max Q, viene esposto solo una volta nel vuoto, e probabilmente il primo stadio fornisce anche supporto strutturale, il rapporto di massa del secondo stadio potrebbe essere molto migliore e il suo costo molto piu’ basso.

Gran parte del delta V e’ fornito dal secondo stadio, un miglioramento di prestazioni e costi di quest’ultimo che per inciso e’ anche la parte spendibile potebbe cambiare molto i razionali.

Non ho approfondito molto ne’ ascoltato ancora il video, ma lo faro’, non mi aspettavo di trovare un’idea cosi’ interessante mai sentita.

Ora mi aspetto che qualcuno proponga un secondo stadio riutilizzabile con le sue fragili piastrelle dello scudo termico tenute al sicuro e protette in una cargo bay del primo stadio.

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Il primo stadio non arriva in orbita, quindi direi proprio di no

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Con carico pagante in salita certo, no. Ma se salisse solo il primo stadio per andare a prendere qualcosa forse potrebbe…


Anche potendo riuscirci la velocità che dovrebbe avere per raggiungere in orbita qualunque cosa ne renderebbe distruttivo il rientro cancellando l’economicità del Neutron


Magari se i faring potessero continuare col secondo stadio e se il primo potesse rientrare spuntato la perdita di quei petali potrebbe non essere una diseconomia troppo grava

Dipende molto dal caso d’uso e dalle alternative della concorrenza
Ma mi pare comunque qualcosa d’improbabile

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Articolo fresco di “stampa” di Jeff Foust su SpaceNews:

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E’ assoutamente OT qui, ma va chiarito che se anche un primo stadio o un veicolo suborbitale arrivano alla quota di un satellite o un detrito orbitale, comunque tra i due oggetti c’e’ una differenza di velocita’ di svariati chilometri al secondo e svariate volte quelle di un proiettile di arma da fuoco.

Se cerchi di acchiappare i detriti a quella velocita’ relativa non ripulisci, anzi, fai un bel botto e ne produci tanti altri, di detriti.

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Non per ammazzare la discussione sulle fantacapacità di Neutron, ma il vettore non ha il recupero di satelliti/detriti dall’orbita tra i suoi obiettivi annunciati, e non credo sia perché se ne sono dimenticati.

Tutto è possibile in futuro, ammesso e non concesso che Neutron arrivi al lancio, ma oltre al problema del rendez-vouz col detrito c’è anche che quanto recuperato va messo in sicurezza all’interno del vettore, e che lo stesso abbia la capacità di rientrare e forse atterrare senza trasformarsi esso stesso in un detrito o pericolo per le aree sottostanti.

Penso che di carne al fuoco reale Rocketlab ne abbia messo tanta, di cui si può discutere.

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Nuovo articolo di Marco Zambianchi pubblicato su AstronautiNEWS.it.

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Hanno deciso quindi di abbandonare le pompe elettriche per i motori. Forse è una tecnologia che non scala come dimensioni?

Esattamente.

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E’ incredibile osservare come, al livello di design, oramai lo stile “retrò” si sia definitivamente imposto come mainstream per i veicoli spaziali del XXI secolo, a partire dallo SpaceShip di SpaceX.

Per il Neutron la fonte è rintracciabile nell’astronave “Space Sheriff” del serial televisivo dei primi anni 50 del secolo scorso intitolato “Commando Cody: Sky Marshal of the Universe”, realizzato in 12 puntate dalla Republic Pictures:

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beh le “zampe” di atterraggio fisse sono un must degli anni 50! anche MK1 Starship aveva le zampe fisse

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A me ricorda non poco il DC-X che non e’ fiction ma un precursore dell’atterraggio retropropulsivo nel mondo reale.

All’epoca, ignoranza mia, mi chiedevo dove volevano andare a parare. Invece era un design profetico.

L’unica lieve differenza e’ che il Neutron non prova a fare il SSTO ma una volta nello spazio partorisce un secondo stadio.

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All’epoca capii subito le implicazioni di DC-X e Y. Seguivo affascinato le prove di volo attraverso gli articoli della stampa specializzata oppure attraverso qualche raro servizio sul TG oppure a Superquark.

Inutile dire che fu grande la delusione quando il programma fu abbandonato. Per anni ripensavo al DC-X come una “grande occasione mancata”, almeno fino all’avvento della SpaceX con i suoi Falcon 9 e Starship…

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Nope. Solo che anzichè essere alloggiate all’interno della “gonna”, si trovavano all’esterno.

intendevo questa MK1 ma probabilmente ho sbagliato sigla :sweat_smile:

Non ho capito come invece penseranno di integrare l’eventuale capsula per il trasporto di equipaggi, sempre che rimanga questo un obiettivo come dichiarato ancora a marzo. Di certo è che la struttura a petali aggiunge un possibile problema in coso di abort, in quanto gli stessi dovrebbero aprirsi in condizioni ben diverse da quelle nominali, oltre che essere un ulteriore point of failure.

Sarebbe interessante vedere se ci sarà un Neutron “crewed” e uno “uncrewed”.

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Una versione crewed penso sarà senza fairing, perciò secondo stadio e capsula che se ne vanno dal primo stadio come su falcon 9.
Però non so se riusciranno a fare un primo stadio universale in questo senso

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Tra l’altro, 8 t di payload non mi sembrano molte per una capsula crewed. E dubito che si userà mai un Neutron expendable…

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