Sara' italiano il mini-shuttle ESA

Arriva dall’expo di Le Bourget la splendida notizia che ESA e Thales Alenia hanno siglato un accordo per la realizzazione di un veicolo sperimentale intermedio (IXV) con capacita’ di rientro atmosferico.
Esso costituira’ il primo passo del programma FLPP (Future Launchers Preparatory Programme), e dovra’ concretizzarsi in un mezzo caratterizzato da elevate prestazioni aereodinamiche grazie alla forma a corpo portante, e dotato di sistemi di controllo avanzati basati su superfici di governo e propulsori, nonche’ di protezione termica per il rientro.

Il velivolo avra’ una massa di circa 1800 kg, e sara’ lanciato dal vettore Vega con partenze da Kourou.
L’altitudine prevista per il volo dimostrativo e’ di ben 450 km, dai quali l’IXV comincera’ il suo volo planato di rientro, con splash-down nel Pacifico. Con una velocita’ di ingresso di circa 7.5 km/sec si trattera’ dell’esemplificazione di una tipica missione in orbita bassa.

Thales Alenia e’ capocommessa del progetto, ed l’IXV verra’ costruito quasi interamente a Torino, negli stabilimenti di corso Marche, cono consegna prevista entro il 2012. Ricordiamo che anche i motori del Vega sono italiani, in quanto realizzati dalla Avio.

Secondo fonti giornalistiche, il rientro del veicolo sara’ assistito, nell’ultima fase, da un paracadute, e le dimensioni dell’IXV dovrebbero essere contenute entro i 5 metri, con spazi modulari interni.

Evidentemente, il motivo principale per realizzare un velivolo in grado di rientrare in sicurezza e’ quello di adibirlo al trasporto di astronauti: questo sara’ l’obiettivo della seconda generazione di mezzi realizzati nell’ambito del programma FLPP, al quale si trovera’ presto una designazione ufficiale piu’ accattivante.

A margine, ESA ed Arianespace hanno siglato ieri l’altro un accordo-quadro per la fornitura di servizi di lancio, volto a massimizzare l’impiego di Ariane, Vega e Soyuz dal centro nella Guyana a prezzi competitivi.
Inoltre verra’ firmato oggi il contratto da 20 milioni di euro con il consorzio Joint Propulsion Team, composto da Avio SpA (I), Astrium GmbH (D) e SNECMA (gruppo SAFRAN) (F), per lo sviluppo del dimostratore di motore a carburante liquido da impiegarsi nel primo stadio della prossima generazione di lanciatori europei.

Oh,questa si che è una fantastica notizia,e cade proprio a fagiolo in un periodo in cui gli Shuttle americani andranno in pensione e per di più verrà costruito quasi interamente a Torino!!!
Quando c’è da investire in ricerca su nuove soluzione è sempre un’ottima cosa;ricorda il progetto del buon vecchio Hermes che venne poi abbandonato.
Mi chiedo sempre come partono queste idee,da chi vengono prese e come si fa a trovare un accordo…
C’è una cosa che mi sorprende non poco:la consegna avverrebbe già nel 2012,in così poco tempo!Ma come fanno? :star_struck:
Intanto linko un articolo di giornale de La Stampa in cui c’è anche una illustrazione della navetta:shuttle

devo proprio mandare il curiculum in Thales al più presto…

Raffaele

P.S.
qualcuno ha agganci? :roll_eyes: :roll_eyes: :ambulance: :angel:

Ohhh finalmente un articolo scritto bene e senza “cavolate” l’ho sempre pensato che Bianucci è ancora il miglior giornalista “scientifico-astronomico-astronautico” che abbiamo attualmente. Ho anche avuto il piacere di parlargli qualche volta di persona ottenendo sempre risposte dettagliate precise e sopratutto sensate.

Raffaele

Meglio precisare che stiamo parlando di un prototipo (singolo a quanto ne so) dalle dimensioni contenute (simili per rendere l’idea a quelle dell’USV) per testare e verificare tecnologie di rientro in vista di un suo utilizzo eventuale e successivo per l’immissione in orbita e recupero di piccoli payload scientifici, da qui a parlare di mezzo manned basato su tale tecnologia c’è un abisso e probabilmente decine di anni fra le due cose.

Ah ecco si testano nuove tecnologie,adesso mi pare molto più normale… :stuck_out_tongue_winking_eye:

Finalmente la firma ufficiale del contratto, ottima notizia.

Mandi il curriculum in Thales? Se scopri il modo di farlo fammi sapere! :rage:

Per COTS i tempi sono ancora più stretti, e non si tratta di prototipi :wink:

Meno male che c’è Alberto!! :smile:

Si tratta di un dimostratore tecnologico, quindi non “montiamoci” subito la testa, avente dimensioni e pesi contenuti (considerando che viene lanciato da Vega e dispone pure di un modulo di servizio) e con un’architettura di tipo “a corpo portante”. Si tratta di un veicolo tipologicamente simile al programma ASSET condotto dagli americani alla metà degli anni '60 del secolo scorso.

Di seguito una pagina dedicata all’IXV su Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/IXV_(shuttle)

Ed un’altra, in inglese, dedicata all’ASSET:
http://en.wikipedia.org/wiki/ASSET_(spaceplane)

Senza assolutamente voler sminuire il lavoro di nessuno, anzi, si tratta di una bella affermazione per l’industria italiana (italiana? In effetti TAS-I è a maggioranza francese…) e può portare un notevole know-how in un campo delicato come quello del rientro “portante”.

Però da qui a parlare di derivati manned dell’IXV ce ne passa…

Ah bene,sono utili le precisazioni perchè leggendo l’articolo un po’ fuorviante pubblicato dalla Stampa che ho linkato più sopra in cui si facevano riferimenti ad Hermes,sembrava proprio che l’intenzione fosse quella di sviluppare da subito un sistema manned.

E’ già stato postato in un altro topic, ma mi sembra opportuno risegnalare questa bellissima animazione di ESA su IXV:
http://www.esa.int/esa-mmg/mmg.pl?collection=&mission=&keyword=±-%3E+Keyword&idf=SEMWAF9FTLF&Ic=on&Vc=on&Ac=on&Gc=on&subm3=GO

E’ un’ottima notizia anche quella che si procede con lo sviluppo di nuovi propulsori: negli ultimi anni in ESA c’è stata un po’ di stagnazione in questo settore.

Bellissimo filmato,me lo sono anche scaricato… :slight_smile:
Curiosi quei due flaps,passatemi il termine,a zampa di “papero” per controllare l’assetto al rientro. :stuck_out_tongue_winking_eye:

Davvero interessante.

dalle mie chiavi ho trovato un art concept del progetto.


ixv3.JPG

Quelle “zampe di papero” come le chiami tu sono praticamente l’unica cosa che rendono controllabile l’IXV, come qualsiasi altro corpo portante del resto, durante il rientro nell’atmofera… :wink:

Diventano pressoché inutili una volta in aria densa, tanto che l’IXV per essere recuperato necessita di un paracadute.

Con tristezza,ma quoto al cento per cento.

FANTASTICO!