Satelliti a rischio collisione e fattori che determinano la precisione delle previsioni

Io ci faccio la firma di vivere 1000 anni anche se con l’orbita impraticabile!! :smiley:

Scherzi a parte non dubito che il numero di frammenti potrebbe essere relativamente limitato e censendoli permettere di navigare comunque. E non si puo’ neanche escludere che in questi 1000 anni si trovi il modo di andargli ad attaccare a ciascuno un nastro magnetodinamico (come da altro 3d) per deorbitarli velocemente.

Pero’ incrociamo le dita lo stesso.

Andrà bene anche questa volta spero. L’uomo è così, si dice tanto di imparare ma non succede mai. Fino a che non succederà un casino molto serio temo che si andrà avanti con dita incrociate santini e danze magiche

Video di Scott Manley postato un’oretta fa:

2 Mi Piace

Ringrazio @Buzz e @Vespiacic per aver corretto una mia convinzione errata e sono contento che questa piccolo scambio abbia portato a correggere anche Wikipedia in Italiano (che ora non trarrà in inganno più nessuno!).

Ho controllato la Treccani e pare sia corretta. Vi linko la pagina della voce riguardante il problema dei tre corpi (scritta dal Roberto Marcolongo più di un secolo fa) che è molto interessante.

Inoltre ho scovato un altro articolo sempre sulla Treccani del 2003:

Questo capitolo illustra, a grandi linee, la storia del problema dei tre corpi, fornisce una breve panoramica degli scritti su questo tema e mostra quale legame vi sia fra il problema dei tre corpi e quello della stabilità del Sistema solare. In particolare, le pagine che seguono sono incentrate sul contributo fondamentale di Jules-Henri Poincaré (1854-1912), il cui tentativo di risolvere il problema in questione lo portò alla scoperta del caos matematico […]

E’ ottimo materiale per chi volesse cimentarsi ad arricchire la scarna pagina di Wikipedia in italiano sull’argomento e anche una interessante lettura!

Stiamo a vedere cosa succederà nei cieli di Pittsburgh tra poco e speriamo bene!

1 Mi Piace

Il massimo avvicinamento (speriamo non scontro) è previsto alle 6:39:35 p.m. EST (quindi tra poco più di un ora).

Siamo salvi.

Si parla di 47 metri.

Anche ai passaggi successivi non si rilevano frammenti di alcun tipo.

Parlano di 47 m come approccio più vicino previsto, non è quello che hanno misurato. E come sempre le previsioni avranno avuto un massimo e un minimo…

Sarebbe carino sapere quanto sia stata la distanza minima effettivamente misurata

2 Mi Piace

Trovata una fonte, il calcolo è molto approssimativo, il decadimento da 900 km dipende da tantissime cose (massa, area della sezione, ecc…), ma la “A ROUGH GUIDE” dice 1000 anni:
https://www.spaceacademy.net.au/watch/debris/orblife.htm

2 Mi Piace

Giusto.
In effetti se sono ancora lì che tengono d’occhio eventuali detriti mi sa che al momento non lo sanno ancora.

1 Mi Piace

Astroscale approfitta per fare un riassunto degli eventi simili registrati nell’ultimo mese e sensibilizzare sul problema

1 Mi Piace

Swissh

https://twitter.com/Greg_NJ/status/1222702451951837185?s=20

7 Mi Piace

idea forse malsana o forse invece è già così. Visto che come ben discusso prima non è facile prevedere i comportamenti degli oggetti in orbita, sarebbe utile, possibile, impossibile, avere una rete di satelliti di tracking che con radar, lidar o che mappino con qualche Hz lo spazio intorno alla terra per avere un tracking in tempo reale di tutto ciò che supera una determinata dimensione? È vero che qualche…decina (?) di satelliti in più aumenta a sua volta l’affollamento.

Al momento l’unico strumento che potrebbe essere “im(n)barcabile” è il LARADO project… Ma ancora non è una tecnologia consolidata. La vera utilità di quest’ultimo sarebbe ridurre le dimensioni identificabili di MMOD a <5cm

Ci vorrebbe più che altro una rete di radar estesa, ma suprattutto ben connessa e con uno standard unificato di comunicazione dei dati. (vedi il misunderstanding AEOLUS/ Starlink)

1 Mi Piace

Bellissimo articolo che riassume l’evento in questione.

3 Mi Piace