Scenario marziano

Visto l’interesse che ha suscitato il solo accennare ad uno scenario marziano, posto una serie di slides relative a quest’ultimo, con la sola avvertenza che si tratta di uno scenario decisamente meno elaborato di quello lunare (sopratutto in merito al calcolo delle orbite di trasferimento e delle velocità necessarie per spostarsi dalla Terra a Marte e viceversa).

Pertanto vi invito a ritenerlo un “design concept” e non di più…

Altre slides dedicate allo scenario marziano.

Le ultime due slides dello scenario marziano.

Beh mooolto interessante! :smiley: Mi è venuto un dubbio però, anche se vista la fase molto precoce del progetto è irrilevante, come mai si è deciso di montare due propulsori ai capi della nave e non si è optato per uno solo sia per l’accelerazione che per la frenata ruotando la nave?

se ho capito bene,sia la sezione a ruota abitabile dell’astronave,sia il rifugio collegato al modulo di discesa sono gonfiabili.Mi sembra un idea eccellente;sono convinto che nel XXI secolo molta parte della tecnologia per il volo umano nello spazio sarà basata sul concetto di “inflatable”.In questo senso Bigelow ed i suoi moduli meriterebbero più attenzioni e finanziamenti. P.S. il modulo di discesa mi ricorda molto il “MEM” di Von Braun :smiley: .

Beh mooolto interessante! :smiley: Mi è venuto un dubbio però, anche se vista la fase molto precoce del progetto è irrilevante, come mai si è deciso di montare due propulsori ai capi della nave e non si è optato per uno solo sia per l'accelerazione che per la frenata ruotando la nave?

La butto lì: potrebbe essere una misura di “backup”, considerato che con opportuni collegamenti idraulici, potrebbe essere possibile per entrambi i motori a razzo utilizzare tutte le taniche di carburante… :roll_eyes:.

Approposito, complimenti scontati ad archipeppe e a tutti i suoi colleghi che hanno lavorato “di fantasia” anche per questo splendido scenario.
Grazie!!! :grinning:

Noto con interesse anche la vostra propensione a prendere alcuni spunti, se non erro, dalla tecnologia russa. Mi riferisco in particolare al sistema di docking montato sul modulo di discesa. Sbaglio? :roll_eyes:

albyz85 ha scritto: Beh mooolto interessante! Very Happy Mi è venuto un dubbio però, anche se vista la fase molto precoce del progetto è irrilevante, come mai si è deciso di montare due propulsori ai capi della nave e non si è optato per uno solo sia per l'accelerazione che per la frenata ruotando la nave?

La butto lì: potrebbe essere una misura di “backup”, considerato che con opportuni collegamenti idraulici, potrebbe essere possibile per entrambi i motori a razzo utilizzare tutte le taniche di carburante… Rolling Eyes.

Però se così fosse, la ributto lì :smiley: , non è molto più dispendioso che magari mettere due propulsori affiancati e fare magari un doppio circuito di backup che arrivi ad entrambi (doppia ridondanza) invece di un unico circuito per ogni prop che invece attraversi per intero la nave (singola ridondanza)? non so se mi sono spiegato :? …

Però se così fosse, la ributto lì :smiley: , non è molto più dispendioso che magari mettere due propulsori affiancati e fare magari un doppio circuito di backup che arrivi ad entrambi (doppia ridondanza) invece di un unico circuito per ogni prop che invece attraversi per intero la nave (singola ridondanza)? non so se mi sono spiegato :? ...

Si, hai ragione, ma forse la configurazione ideata così è legata alla natura nucleare dei propulsori. Distanziarli fisicamente potrebbe avere una qualche importanza nella prevenzione di incidenti catastrofici.
Mah, chiaro che sto facendo pure illazioni.
Vediamo che dice archipeppe appena si rimette… in linea :wink: :grinning:

Può essere che la scelta sia dovuta al layout del lander?avendo il modulo abitativo e l’airlock proprio al centro?

Come sempre vorrei ringraziare tutti coloro che hanno mostrato interesse per il nostro lavoro… :smiley:

A questo punto mi sembra giusto rispondere alle vostre domande:

  1. Ha ragione Marco quando parla del fatto che la distanza dei due propulsori è dovuta alla loro natura nucleare, bisogna mettere quanta più distanza possibile tra l’equipaggio ed i propulsori. Per quanto riguarda la originale configurazione del Mars Ferry del tipo “push-pull”, devo dar credito al suo ideatore l’Ing. Luciano Micciché di AAS-I.
    Tale configurazione presenta alcuni vantaggi: consente di applicare nuovamente il concetto modulare al Fery che risulta composto da una sezione centrale con la ruota rotante inflatable (ad 1/3 di g), airlock, portelli d’aggancio per i 4 lander e rifugio corazzato anti brillamenti solari e due sezioni identiche a traliccio con i serbatoi di carburante e i motori; il secondo vantaggio consiste nel non dover ruotare l’astronave a mezza strada così da non creare eccessivi stress strutturali alla sezione gonfiabile; il terzo vantaggio è nel fatto che quando un motore è acceso l’altro continua ad erogare energia elettrica e (last but not least) l’eventuale esplosione di un motore non infiierebbe l’altro (cosa che accadrebbe se fossero affiacati).

  2. I due motori hanno un sistema di alimentazione incrociato l’uno può prendere il carburante dell’altro e viceversa.

  3. Il sistema di aggancio rappresentato è quello russo “probe-drogue” ma questo non significa che non possano venire adottati (in un seguito, se c’è…) altri sistemi d’aggancio (come l’IBDM dell’ESA adottato ufficialmente dallo scenario Moonlight).

  4. In questo scenario si fa largo ricorso a strutture “gonfiabili” e sono d’accordo con Carmelo quando dice che Bigelow meriterbbe più attenzione…

  5. Per i moduli di discesa ci siamo ispirati a quelli di von Braun, è impossibile non risentire del suo influsso (ancora a tanti anni di distanza) quando si affronta il tema dell’esplorazione marziana. Nella mia biblioteca fa bella mostra di sé una copia della “Conquista di Marte” splendidamente illustrata da Chesley Bonestell, ogni qualvolta devo lavorare allo scenario marziano non posso fare a meno di pensare a quel libro (si lo sò che “quel” modulo marziano di von Braun appartiene al suo scenario - molto più realistico - del 1969, ma io non posso far a meno di sognare le splendide astronavi uscite fuori dalle copertine di “Collier’s”).

Lo scenario è molto interessante ma soltanto una cosa, al momento, mi rende dubbioso… i quattro moduli di discesa non sono un po troppo vicini alla sezione gonfiabile del ferry? Intendo dire che al momento dello sgancio la vicinanza potrebbe essere pericolosa.
Bè lo so, in fondo si tratta di un “concept” e quindi mooolto preliminari come scelte ingegneristiche…
Un’altra cosa che non ho ben capito… ma come ritornano i modulo di discesa verso il ferry in orbita?
Comunque GRANDE Archipeppe!!!

Lo scenario è molto interessante ma soltanto una cosa, al momento, mi rende dubbioso... i quattro moduli di discesa non sono un po troppo vicini alla sezione gonfiabile del ferry? Intendo dire che al momento dello sgancio la vicinanza potrebbe essere pericolosa. Bè lo so, in fondo si tratta di un "concept" e quindi mooolto preliminari come scelte ingegneristiche... Un'altra cosa che non ho ben capito... ma come ritornano i modulo di discesa verso il ferry in orbita? Comunque GRANDE Archipeppe!!!!

Effettivamente i moduli sono abbastanza vicini alla sezione pressurizzata, ma come hai detto tu stesso, si tratta di un design concept e non di un “esecutivo” per cui la cosa (al momento) non è rilevante.
Serve solo a far capire che i moduli di discesa sono solo “abbastanza” vicini alla sezione pressurizzata.

Per quanto riguarda la risalita i moduli marziani sono intesi come degli SSTO a perdere, una volta compiuta la missione riaccendo i motori di atterraggio e decollano, lasciando sulla superficie marziana solo la base di appoggio con le quattro zampe (un pò come il modulo di discesa lunare sovietico LK).