Mentre mi stavo informando sul progetto ITER da cui si spera di dimostrare che si può sfruttare economicamente la fusione nucleare (insomma far si che l’energia prodotta dalla reazione nucleare sia maggiore di quella utilizzata x contene il plasma) ho trovato qst “curioso” documento:
Certo è presentato un po’ sensazionalisticamente facendo l’esempio di Star Treck xo non mi sembra x niente capata in aria l’idea di utilizzare la tecnologia ke permette di contenere il plasma nel tokamak per proteggere le future navi spaziali dalle particelle cosmiche.
Campata per aria assolutamente no,però si deve risolvere il problema di come portare nello spazio tutti i kilowatt necessari per mantenere il campo,e nn è un problema di poco conto,anzi l’energia elettrica striminzita nelle applicazioni spaziali rappresenta un problema sentito,anche nel campo della propulsione (elettrica per l’appunto).
Già anke se l’energia ke servirebbe sia molto minore di quella ke serva x la fusione, resta cmq un grande problema allo stadio attuale delle cose e inoltre fino a qnd nn si penserà seriamente x missioni interplanetarie sinceramente il problema delle radiazioni spaziali non è in primo piano.
Il problema delle radiazioni esiste per le missioni interplanetarie quanto per quelle sulla Luna, specialmente per la base permanente, anche se lì ci si può affidare alla regolite. E’ per questo che ci si sta lavorando già adesso a partire dalla progettazione del CEV.