Il capogruppo della ricerca, Rui Wu, pensa che in futuro le sonde saranno sempre più grandi e pesanti e di conseguenza saranno più grandi anche gli scudi termici. Per alleggerirli e renderli più gestibili si è pensato a questo sistema flessibile, una specie di gonna che si apre ruotando. Nell’articolo si parla solo di materiale flessibile e resistente, non dice cosa potrebbe essere.
A me non convince del tutto un sistema attivo rotante, temo che ci sarebbero troppe variabili da gestire. Ma magari invece è un’idea valida per determinate missioni.
Se non ricordo male c’era un progetto di scudi termici gonfiabili per gli stessi motivi, mi sembra si chiamasse IRENE…ma Beppe dovrebbe saperne di più…
Non capisco, in pratica la “gonna” si “allarga” ruotando, per forza centrifuga? Sembra quasi un “paracadute al contrario”, in cui il rallentamento non avviene per depressione della superficie retrostante ma per dissipazione termica del calore generato per attrito. Interessante idea.
non vorrei dire troppe fesserie ma forse il tentativo inglese è quello di creare una sorta di cuscinetto d’aria (per raggiungere minori temperature) stile supercavitazione per i siluri (per andare piu veloci)
Dal colore del composito sembra un mix carbonio nomex, usato nelle applicazioni in cui occorre bilanciare la resistenza meccanica con una ridotta conducibilità.
Non credo che alla velocità di un rientro e con la ridottissima densità dell’aria delle fasi “calde” possa essere valido uno schema come quello del siluro.
Vedo forse più importante l’effetto di ridurre la conduzione del calore principalmente tramite i bracci di collegamento e potendo irraggiare anche dal retro dello scudo questo rimane ad una temperatura più bassa rispetto ad un equivalente montato sulla struttura della sonda.