Capisco tutti i punti di vista letti fin qui, ma secondo me si sta facendo un processo alle intenzioni di ESA davvero immeritato.
Qualche altra agenzia spaziale ha mai selezionato volontariamente nient’altro che persone normodotate? NO.
ESA lo fa, esplicitamente, anche facendo notare la decisione politica (mica e’ un dispregiativo!) di includere un profilo di astronauta mai esplorato fino ad oggi. E noi la disprezziamo per eventuali minuzie di linguaggio?
Io son contento che comunichino il numero di partecipanti non normodotati a fine statistico, anche per capire e far capire l’impatto che questa decisione ha avuto nel processo di selezione.
E sì, a volte serve sottolineare apposta l’esistenza di una differenza oggi, per far sì che (nel rispetto dei requisiti minimi per svolgere specifici compiti) domani diventi un fatto secondario non degno di nota.
Io mi sento solo di dire brava ESA, sono orgoglioso che ci abbiano anche solo pensato, anche se non tutto esce perfettissimo al primo colpo.
I media generalisti che ne imbastiranno romanzi e polemiche divisive ci saranno sempre. Esticazzi.
A livello comunicativo per me invece è proprio una zappa sui piedi. Questo concetto che siano i media a doversi piegare ai metodi del mondo “civile” mi fa sorridere. Sveglia…se vuoi gestire i media devi dargli in pasto il messaggio tu stesso non puoi sempre aspettare che siano i media a capire le tue intenzioni e a farti fare bello…il loro scopo è vendere non informare.
vorrei far notare che uno degli scopi principali del corpo parastronautico sarà proprio quello di aiutare a testare nuovi modi di fare le cose in modo da battere la strada ai futuri astronauti con disabilità. Questo è solo il primo passo.
Tutto quello che viene fatto per aiutare un disabile a fare qualcosa è utile anche per i normodotati (per qualunque definizione si vuole dare a disabile e normodotato).
(così come noi sappiamo che le attività fatte nello spazio hanno una ricaduta anche per chi lì non ci andrà mai)
Un motivo semplice da capire è che la disabilità può essere temporanea e/o improvvisa.
Faccio un esempio banale da non prendere troppo alla lettera. Il lavoro che farà un parastronauta amputato tornerà utile per affinare le procedure per il rientro di emergenza di un astronauta sanissimo che si rompe un arto durante la missione
122 uomini italiani sono passati alla fase due. Solo la Francia ne ha di più. Come donne (37) siamo invece superati da Francia, Germania e Regno Unito.
Eh, se mettevo la “s” del plurale, saltava fuori uno dei revisori di Anewz a ricordarmi che per le parole inglesi non usiamo i plurali.
Cènt cò cènt cràp, cènt cùl dusènt ciàp!
)!(
Sembra che la videoconferenza su ESA WEBTV sia stata posticipata di un’ora, per fare spazio al debrief della ministeriale:
23/11/202214:30 ### ESA Council Meeting at Ministerial Level - Media Conference live
23/11/202215:20 ### Announcement of ESA’s new class of astronauts live
Molto interessante l’aspetto politico della selezione.
Se prendiamo i top 7 paesi contribuenti, da Wikipedia:
Francia
Germania
Italia
UK
Belgio
Spagna
Svizzera
Ora guardiamo alla selezione: i primi 4 paesi avranno 2 astronauti a testa (hanno selezionato 1 astrronauta francese ed 1 inglese, mentre non potevano prendere altri tedeschi e italiani), e poi hanno dato gli altri 3 posti al 5, 6 e 7 stato contribuente.
Sinceramente mi aspettavo qualche altro “piccolo” paese. Direi che il messaggio è abbastanza chiaro: volete avere degli astronauti? Dovete investire di più nel settore spazio
quando ero giovane - come la gran parte dei miei coetanei su questo forum ci scommetto… - avevo pensato di “fare l’astronauta” da grande. Allora - anni '60 e '70 - era difficile acquisire informazioni in merito ma mi fu subito chiaro che per un povero italiano era praticamente impossibile sperare di essere selezionato da NASA, l’unica agenzia disponibile. Per di più bisognava passare dalla carriera aeronautica militare, cosa che per motivi di coscienza non avrei mai fatto. Quello che mi interessava era una posizione di Mission Scientist o analoghe.
Nel 2003 mi capitò di conoscere parecchi candidati ed astronauti ESA e NASA e ci cominciai a fare un pensierino… ma era ovviamente troppo tardi.
Per questo invidio molto alla generazione di oggi questa ulteriore possibilità (oltre alla facilità di acquisire informazioni senza muoversi dalla sedia), anche se il processo di selezione è tale che le speranze sono statisticamente ridotte ad una frazione insignificante. Ma ho anche notato che le generazioni recenti tendono a non avere le idee molto chiare sulla professione da prendere abbastanza in anticipo da pianificare la cosa e fare i passi giusti. Forse anche per questo i candidati non sono tanti come ci si aspetterebbe.
In questi giorni si è tenuta a Parigi la ministeriale ESA 2022, che terminerà oggi.
In programma su ESA Tv alle 2022-11-23T12:30:00Z la conferenza stampa finale.
La cosa ovviamente più interessante è che finalmente conosceremo i nomi dei nuovi astronauti europei della classe 2022. Live su ESA web Tv one2022-11-23T13:20:00Z
Di particolare interesse per chi aveva partecipato al totoastronauti l’anno scorso qui sul forum.
A questa ministeriale è legata anche all’Agenda 2025 dell’agenzia, strutturata su 5 punti chiave e 3 acceleratori. Li potete leggere su ESA Vision, ve li riassumo in italiano molto brevemente:
Rafforzare i rapporti ESA-EU, la collaborazione con la Commissione e le agenzie dell’UE sono già basi solide in quest’ottica. Ricordo che l’Agenzia spaziale europea è autonoma rispetto all’UE, che ha sì le sue istituzioni e agenzie, ma sono altra cosa.
Rafforzare i programmmi e gli accordi commerciali: l’Europa non può perdere l’opportunità di rimanere su un mercato che nel 2040 secondo le stime arriverà al valore di $1 trilione
Safety and security: lo spazio e la space economy devono essere al servizio dei cittadini
Progredire in quanto a sviluppo tecnologico e di know-how per rimanere pionieri dell’esplorazioen spaziale (e qui credo ci si riferisca anche e soprattutto a accesso europeo allo spazio e sviluppo di veicoli europei)
Rafforzamento interno dell’agenzia in ottica di adattamento dell’organizzazione e dei processi per affrontare le sfide future.
I tre acceleratori sono più vaghi e non ho avuto tempo di approfondire:
“Rapid, resilient crisis response”
“Space for a green future”
“Protection of space assets”
e secondo ESA “faranno la differenza in quanto a trattare di cambiamenti climatici e instabilità geopolitiche”.
