Selezione astronauti ESA 2021

Beh i requisiti e la natura del lavoro sono un attimo diversi da quelli di un impiegato amministrativo di categoria C :stuck_out_tongue:

Personalmente sono contento del numero di domande, specie confrontando questa selezione con quella del 2020 di NASA… I numeri europei sono quasi il doppio.

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Anche la popolazione dei pesi ESA è quasi il doppio di quella USA

Hai confrontato i dati assoluti od in percentuale sui cittadini candidadibili?

Infatti molti si sarebbero candidati senza certificato medico ( me compreso :grinning:)
Quindi diciamo che secondo me sono stati già in tanti!

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L’effetto Pesquet ha surclassato quello Cristoforetti/Parmitano?

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Marco, riapro un topic vecchio perché questo post tuo è l’unico in cui trovo queste informazioni riguardo a Mogensen e Peake (cercando anche in lingua inglese)

Sapete se esiste qualche articolo scritto in cui si conferma questa cosa?

Era stato detto da David Parker durante la conferenza stampa di commento alla chiusura del periodo di accettazione delle domande. Puoi provare a riascoltare il punto preciso partendo da qui.

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Volevo sapere se c’era qualcosa di scritto, ma sembra di no :slight_smile:

Il prossimo novembre sapremo numero e identità dei prescelti.

https://www.esa.int/Newsroom/Press_Releases/ESA_highlights_in_2022

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Ma anche l’altra volta ci hanno messo un anno e mezzo? :flushed:

No, per la selezione precedente l’ESA ha impiegato un anno quasi esatto.

Nel frattempo il primo round è andato: degli oltre 23.000 partecipanti ne sono stati selezionati 1391. 1362 sono astronauti (39% donne e 61% uomini) mentre 29 sono parastronauti (72,4% uomini e 27,6% donne).

Il secondo round prevede una serie di test cognitivi, tecnici, di coordinazione e della personalità in una struttura in Europa.

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Commentavamo con un collega, a proposito del fatto che le donne erano solo il 24% delle applications, e vedo che al primo round la percentuale è salita al 39%.

Questo può essere intepretato in tanti modi; la mia intepretazione è che le donne sono più brave degli uomini nel riconoscere i propri limiti, e quindi quelle che avevano seri dubbi sulle proprie possibilità probabilmente non hanno applicato, mentre invece gli uomini sono più propensi a fare application “a ca**o” anche sapendo di non avere speranza :smiley:

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Questa distinzione secondo me non dovrebbe esistere, o sei selezionato o no!

Io all’università sono stato più bocciato che promosso, ma l’ho finita in tempi record.
A volte partecipare ti da la vera prospettiva di come stanno le cose, di come si viene valutati e di cosa è richiesto veramente.
Se non ci sono penalità, a parte il tempo perso, ho sempre suggerito di partecipare a qualunque competizione di alto livello, come questa, anche essendo sicuri al 100% di non passare, o di sapere già in anticipo di rinunciare al posto in caso di vittoria.

Rispetto la tua opinione e non pretendo assolutamente che il mio modo di fare sia migliore, anzi magari agendo in modo diverso avrei ottenuto gli stessi risultati, solo volevo condividere la mia esperienza.

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Questo me lo aspetterei per le future selezioni. Quest’anno ESA ha dato tanta enfasi alla prima selezione di parastronauti, e suppongo sia normale che ne specifichino le percentuali.

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Simone, cerchiamo di essere pragmatici, stiamo mandando queste persone nello spazio.

Nessuna agenzia al mondo ha mai mandato un parastronauta nello spazio, per l’ovvio motivo che le loro limitazioni fisiche possono prevenire la loro capacità di operare i veicoli in cui devono viaggiare, semplicemente perché quei veicoli non sono stati progettati con il requisito di permettere le operazioni anche a chi ad esempio è stato amputato ad una gamba.
(Per inciso, questo vale anche per me che sono daltonico).

ESA sta facendo questa campagna e forse sarà la prima agenzia al mondo a riuscire nell’intento. È una gran cosa e speriamo che riescano, ma non è per niente garantito. E quindi non ci trovo niente di male che si menzioni la distinzione.

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L’esistenza di una distinzione dovrebbe esserci solo nel caso di diversi requisiti… se ne esistono e sono sostanziali vuol dire che un “para” non sarà mai un “astronauta” in senso teorico e l’operazione potrebbe essere solo per integrazione sociale o di immagine… o per mutamento di accessibilità allo spazio (vedasi i precedenti che abbiamo già discusso sugli “aviatori” nel fenomeno dei voli commerciali)… se non esistono invece la distinzione non ha senso e a far notizia (positiva) dovrebbero essere i requisiti “novità “ di questo concorso…. in tal caso si andrebbe verso una inclusione.
Inclusione che , seppur sempre più auspicabile, non credo personalmente sia sempre realizzabile per qualunque mansione ad un certo stato tecnologico…per esempio io con 184 cm di altezza non posso pretendere di fare il fantino nelle corse dei cavalli… o un mutilato non può pretendere di fare il chirurgo a mano libera….

Come ho scritto, esistono.

Ci sono per esempio requisiti sull’altezza massima e minima, una persona di 140 cm non può volare su in veicolo “normale”, perché l’ergonomia viene fatta sulla base di una definizione di uomo e donna “standard”, usando ad esempio il 95 percentile americano (per l’altezza) e il 5 percentile giapponese (per la bassezza).

Ogni attività viene simulata da un team che si occupa di ergonomia, usando nel simulatore degli astronauti “normodotati”. Ad esempio, se una persona è particolarmente bassa o gli manca un arto, bisognerà considerare diversamente se riuscirà o meno ad arrivare a tutti gli appigli o a tutti i pulsanti e touch screen quando è seduto e legato. Per usare un esempio estremo: una persona che ha un braccio solo non può usare una procedura standard in cui servono due braccia per spostare o avvitare qualcosa.

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Sì certo, sapevo che esistevano qui e in altri svariati ambiti. Il mio voleva essere un ragionamento “ad alta voce” sull’approccio generale a scelte come queste…. Concordo con te su quanto hai detto sopra!:smiley:

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I miei timori sono rivolti perlopiù alla stampa generalista e sensazionalista.
Certo per gli astronauti professionisti la questione non esiste, sono tutti colleghi superaddestrati.
Mi sono ricordato, e sono andato a ritrovarlo, un articolo NASA del 2007 dove si vedevano degli ingenieri che, per progettare il nuovo umbilical structural assembly di Orion erano andati al KSC a smontare quello di una Apollo in esposizione, e uno di loro era in carrozzella.

https://www.nasa.gov/mission_pages/constellation/orion/umbilical_inspection.html

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