Sever: la Soyuz prima della Soyuz

Nel corso del 1961, all’indomani dello storico volo di Yuri Gagarin, l’OKB-1 diretto da Korolev iniziò lo studio per una serie di missioni circumlunari e di possibile sbarco, denominate da L1 a L3.

Korolev era conscio del fatto che la capsula Vostok non era adatta ad un rientro a velocità interplanetarie (ossia a 11 Km/sec) a causa della sua configurazione sferica, che consentiva solo rientri puramente balistici (veloci e ad alto numero di g), di fatto incompatibili con un eventuale equipaggio a bordo di rientro da una missione lunare.

Il suo gruppo, pertanto, avviò lo studio per un nuovo veicolo di rientro che consentisse rientri semiportanti (così come le Gemini ed Apollo americane all’epoca in fase di studio). Ne risultò la oramai familiare forma “a campana” (utilizzata da Soyuz e Shenzou) che rappresentava un affinamento aerodinamico e strutturale di tutto rispetto.

Nel contempo Korolev, in ossequio al concetto “di famiglia” di veicoli spaziali, iniziò l’evoluzione della Vostok, prima nella Voskhod (con una serie di modifiche “minori”) e poi nella Voskhod-Zh che aveva capacità di manovra orbitale e possibilità di effettuare docking attraverso un rudimentale sistema di aggancio di tipo “probe-drogue”.

Non completamente soddisfatto del lavoro, Korolev utilizzò la nuova forma “a campana” del modulo di rientro per una successiva versione della Voskhod-Zh che venne denominata “Sever” (“Nord”) con il numero di serie 5K.

La 5K era una capsula spaziale composta da due elementi:

  • Un modulo di rientro (50% più grande della attuale Soyuz) dotato di una sonda d’attracco all’estremità.
  • Un modulo di servizio cilindrico, equipaggiato con thrusters (per il controllo d’assetto), radiatori (per il controllo termico) e pannelli solari (per la fornitura di energia elettrica).

In particolare i pannelli solari erano, in versione pantografata, del tipo sperimentato dalle Vostok di prova (in particolare la 1KP) ma poi non utilizzato operativamente (Vostok e Voskhod utilizzavano delle batterie).

Sebbene non sia mai stata realizzata la Sever è l’importante anello di congiunzione tra le Vostok/Voskhod e le Soyuz (in tutte le possibile varianti successive, fino ai giorni nostri). Difatti Korolev, al fine di ridurre pesi e volumi al rientro, modificò ulteriormente la Sever riducendo il modulo di servizio del 50% ed introducendo un modulo pressurizzato orbitale (i cui primi disegni possono essere rintracciati nel profilo di missione L1 proposto nel 1963).

In tal modo si passò dalla Sever 5K alla Soyuz 7K, in particolare al primissimo modello di Soyuz la “A” (che doveva essere poi utilizzata in congiunzione con altri due elementi unmanned denominati “B” e “V” dalle prime tre iniziali dell’alfabeto fonetico russo), ma questa è un’atra storia…

Interessantissimo.
Ci sono dei concept reperibili in rete?

Eccolo!!


Grazie Archipeppe… Interessante, come sempre!

Non so perché, ma queste storie relative agli albori dell’astronautica sovietica a me affascinano molto, sarà perché se ne sa molto meno rispetto a quella americana…

Baste chiedere e il buon Peppe esce fuori sempre qualcosa … :slight_smile:

Grazie Dario, il disegno è frutto di una serie di ricerche di archivio (online) congiunte ad una rudimentale conoscenza del russo… :wink:

Una cosa è certa: di menti produttive dietro la cortina di ferro ce n’erano tantissime, e scoprire quanto lavoro fu fatto segretamente mi lascia ogni volta a bocca aperta.
Grazie dell’ennesima chicca Peppe!

Più che di “Lost Cosmonauts” (termine ormai abusato e sopratutto ampiamente sbufalato da tempo) sarebbe più corretto parlare di “Lost Projects”…

Disegno Magnifico!
Complimenti come sempre.
Chiedo,sarebbe stato possibile passare dalla Vostok alla Sever saltando la Voskhod?
Magari i Russi avrebbero rischiato di perdere tutto il 1964,con conseguente rischio di “farsi mettere il sale sulla coda” dagli Americani in fatto di lanciare più di un uomo nello spazio e di EVA,ma in compenso avrebbero potuto disporre di un valido contraltare della Gemini.
Potevano farcela con Sever per il 1965?

Grazie Carmelo.

Quanto alla tua domanda, la risposta non è così immediata, nel senso che la Voskhod avrebbe comunque fatto seguito alla Vostok.
Questo per le spaventose pressioni politiche (Khruščёv in testa) a cui era sottoposto Korolev ed il suo team all’OKB-1.
Khruščёv aveva chiesto, anzi imposto, a Korolev di realizzare un nuovo veicolo spaziale per battere gli americani con la Gemini allora in fase di studio.

Quantunque il grande scienziato russo avesse già avviato gli studi che portarono prima al Sever e poi alla Soyuz-A, si rese conto che non sarebbe mai riuscito a realizzarli prima degli americani (tanto che descrisse la cosa come “una fatica erculea”), pertanto fece l’unica cosa logica da fare: modificò il progetto della Vostok, con l’aggiunta di tecnologie già studiate per il programma Zenit (2K e 4K), per ottenere la Voskhod.

Dunque, la vera domanda è se in realtà la Sever avrebbe avuto qualche chances di essere realizzata prima della Soyuz.
Probabilmente si, in ogni caso sarebbe stato difficile che una Sever potesse comunque volare prima del 1966.

In ogni caso era un progetto ancora “grezzo” per certi versi (sia pure più raffinato di Vostok e Voskhod), ed in realtà si è semplicemente “evoluto” nella Soyuz così come la conosciamo oggi, tant’è che le sue caratteristiche di base erano già (per l’appunto) presenti nel progetto della Sever.

Ricostruzione molto interessante :slight_smile: