SIDEREUS startup Italiana nel mercato dei lanciatori

Dovevano lanciare a fine 2023 diciamo che i risultati sono davvero modesti.

Se teniamo conto che l’ambizione è SSO e ritorno la meta è davvero lontana.

Però continuano a ricevere finanziamenti.

Wet dress rehearsal?

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Si ma di cosa?
Ho visto anche io il post su Linkedin ma francamente oltre a questa foto non dice nulla.

Mi spiego meglio, se è un test “vero” mi sarei aspettato non dico un technical report (per carità) ma almeno due righe due su quello che è stato testato, i risultati attesi e quelli conseguiti, ecc.

Con queste foto sparate così siamo dalle parti di ARCA…

Il prossimo step è lo static fire…
Io rivedrei un attimo la struttura della rampa di lancio però.

Io apprezzo davvero l’entusiasmo ma mi chiedo quale sia l’intento comunicativo di certe condivisioni?

Certo che buttare i soldi così è veramente incomprensibile… Tra l’altro il fondo che paga fa capo a cassa depositi e prestiti, lo Stato in prima persona insomma.
Posso capire che vogliono incoraggiare l’impresa e i giovani, e tutto sommato l’intento in sé sarebbe anche encomiabile, però qui si parla di decine di milioni per fare giocare qualcuno. Ripeto, fossero soldi privati pure pure, ma lo Stato…

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Non ne so molto, non si trova molto (a parte queste discutibili uscite sui social media) ma proprio per questo interpreto per un attimo l’avvocato del diavolo e mi chiedo se ci sono davvero elementi per essere cosi’ lapidari a questo punto dello sviluppo.

Magari si’ eh (nel caso sarebbe utile qualche link), ma una cattiva comunicazione non implica necessariamente una mancanza di sostanza.

In ogni caso, comunicazioni fatte cosi’ male si rivoltano contro chi le fa.

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C’è una sezione di wikipedia, forse un po’ troppo tecnica, che riassume le difficoltà tecniche di un SSTO:

Se guardi il grafico a destra, però, puoi notare bene come i SSTO stiano proprio al limite della tenuta strutturale, è che ti devi spingere ben oltre i 400 di ISP per riuscire a stare fuori dalla parte critica gialla. 400 di ISP è inimmaginabile per me al decollo.

Le formulacce descritte sono solo relative alla Terra, il corpo celeste da dove SIDEREUS vuole far partire il suo prototipo. SSTO da altri corpi celesti ci sono stati, ad esempio dalla Luna o da asteroidi leggeri e senza atmosfera, da cui sono poi stati prelevati campioni. Quindi la tecnologia è fattibile, ma la Terra ha delle complicazioni che altri corpi non hanno.

Se il razzo è molto grande, ci si può avvicinare di più ai limiti strutturali. Con una tonnellata, così sembrano le dimensioni di SIDEREUS, tecnicamente forse si riuscirebbe ad arrivare a pochi grammi di payload in orbita, sempre dando per buone le formulette di wikipedia. Purtroppo, la riusabilità e le dotazioni per un rientro del payload potrebbero contribuire ad annullare il margine che gli ideatori della startup hanno in mente per avvicinarsi al limite strutturale.

Non siamo a conoscenza di una tecnologia sviluppata da loro per abbassare i limiti strutturali, è vero, ma le critiche che stanno arrivando da alcuni di noi si riferiscono solo a tecnolgie attualemente in uso.

Se SIDEREUS porterà un’innovazione tale da stringere la fascia gialla del grafico, sicuramente ci sarà tanto beneficio per i lanci spaziali.

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Grazie Gianmarco per la risposta veramente dettagliata. Capisco cosa suggerisci. Il mio punto era, diciamo, ancora precedente considerazioni cosi’ puntuali sul merito.
Se quel test fosse solo un test criogenico di un modello di sviluppo dei serbatoi, anche se in scala ridotta?

Per questo accennavo al backfire di comunicati “sponanei” di questo tipo. Gia’ la tua audience potenziale e’ scettica (giustamente) e guarda ai dettagli. Se non si specifica bene cosa si sta vedendo nella foto (e’ un wet test dei serbatoi? Un test dei sistemi di terra per il caricamento del propellente? Un test dei faretti? :stuck_out_tongue: ) chi guarda puo’ vederci molto di piu’ (o di meno) di quel che si voleva documentare.

Fine con mia opinione: stiamo vedendo un WDR del/dei serbatoi di test.

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Senza contare che 400 s di impulso specifico sono quasi oltre il limite per kerosene e ossigeno liquido.
Il mio scetticismo deriva dal fatto che i "conti della serva " dicono che è un impresa quasi tecnicamente impossibile e diciamo che le poche informazioni non lasciano intendere che sia una soluzione raggiungibile a breve.

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Vorrei fare un paio di riflessioni approfittando del grafico molto eloquente che hai giustamente richiamato.
Il coefficiente strutturale in buona sostanza è il margine di protezione che i progettisti si prendono per compensare tutte quelle sorprese purtroppo inevitabili nel mondo reale in generale e che poi sono estremamente più frequenti nel campo ingegneristico di frontiera in particolare.
Quindi tanto più ti spingi avanti tecnologicamente quanto più ti servirebbe margine di protezione.
Quello che mostra principalmente il grafico è quanto “costa” in massa questo margine di protezione e confronta la cosa in un tipico lancio verso orbita bassa con un carico pagante di 4,5 tonnellate tra due soluzioni, Single Stage rispetto Two Stages, utilizzando tre tipi di propellenti.
Il coefficiente strutturale numericamente si avvicina molto al valore in percentuale della massa della struttura rispetto alla massa totale al lancio, quindi un coefficiente di 0,1 significa che la massa della struttura è circa il 10% della massa totale al lancio.
Bene, tornando al grafico, nel caso di un SSTO si vede bene che aumentare la percentuale di coefficiente strutturale dal 10 al 12% con propellenti super efficienti addirittura a 450s di impulso specifico (condizione minima per un SSTO e già praticamente irrealizzabile con propellente RP1 al livello del mare), costa circa 400 tonnellate in più di massa totale al lancio. Lo stesso aumento di percentuale per un Two Stages e con propellenti a normalissima efficienza per RP1 ossia 350s, costa invece circa 30 tonnellate in più.
Direi che già solo questo dato qui chiude il discorso.

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Dimenticavo la cosa più importante, la fisica…:blush:
Se il Single Stage deve anche essere riutilizzabile, allora la sua struttura deve essere in grado non solo di resistere alle sollecitazioni del lancio ma soprattutto a quelle ben maggiori del rientro, come giustamente osservato già da Vespiacic.
Dunque rispetto ad un normale Two Stages a perdere, il coefficiente strutturale di un SSTO riutilizzabile immagino sarà almeno un 50% in più, quindi se un Two Stages tirato può farcela con coefficiente 0,1 al SIngle Stage serve minimo 0.15 e la cosa diventa allora fisicamente impossibile.

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