Sono diversi mesi che leggo , soprattutto su LinkedIn, news e post che riguardano la società SIDEREUS di Napoli ed il suo fondatore, CEO e CTO Mattia Barbarossa, classe 2002, enfant prodige del mercato aerospaziale.
www.sidereus.space
Ho letto quanto disponibile in rete (molto poco) e non riesco a farmi un’idea dell’impresa e del personaggio : genio? ingenuo in buonafede? venditore di fumo?
Eppure gli endorsement arrivano da Battiston ed altri personaggi di ESA. L’azienda ha ricevuto poi qualche round di investimenti milionari da venture capital.
E anche il progetto, non so se giudicarlo un’ ARCA all’italiana o prenderlo sul serio.
L’idea è quella di un SSTO fully reusable, carbon free, delle dimensioni di un’utilitaria… decisamente ambizioso.
In mancanza di informazioni meglio tacere…
Qualcosina c’è su Twitter, tipo un video un po’ buio di un propulsore, ma non c’è nessun riferimento.
Come abbiamo fatto con ARCA, aspettiamo… si, da quasi 2 decenni.
Si, effettivamente il tempo è il miglior “giudice”.
Però tante aziende con idee buone sono fallite per i più svariati motivi, senza però sminuire la bontà dell’idea in se.
La domanda che pongo qui è : il progetto di un SSTO riutilizzabile di dimensioni minori di un sounding rocket, è secondo voi fattibile? E con quanto carico utile?
Ho dato l’esame di endoreattori troppo tempo fa per fare due conti… Ma secondo me la risposta è no. Solamente considerando il fatto che a forza di ridurre le dimensioni del veicolo il rapporto massa carburante/massa a secco diventa troppo piccolo.
Quindi l’idea di base che sta nella mission di impresa è fallace in partenza…
Fonte? L’unico venture che ho visto è cdp venture capital sgr spa, che di venture ha solo il nome, sono al 100% soldi pubblici, vengono tutti dal Fondo Nazionale per l’Innovazione.
Sono molto bravi a ottenere finanziamenti, non ad andare nello spazio, per ora almeno.
Il razzo è anche un po’ troppo piccolino per fare tutto quello che dice, questa è l’unica foto con un riferimento che ho trovato:
E ancora non hanno depositato il bilancio 2021, per cui non riesco a fare ulteriori indagini dei soldi che girano, devono farlo entro il 30 maggio.
Hanno ricevuto un investimento di 1,5m€ da CDP e da Primo Ventures.
Quello che mi sorprende è che Primo investe in aziende del settore che effettivamente sono molto promettenti e che conosco molto bene (Aiko, Caracol).
Sono abbastanza sorpreso.
Si ma l’X33 era grosso quanto un 737 per 130 tonnellate di massa…
Qui parliamo di una cosa che nelle foto è grande un’utilitaria.
Se l’X33 aveva un problema di massa dei serbatoi figuriamoci questo, diminuendo linearmente le dimensioni dei tank il volume del propellente diminuisce col cubo…
Sospendo anche io il mio giudizio tenendomi pero’ molto stretto lo scetticismo cronico che vuole le parole accompagnate da fatti, o quanto meno da prototipi anche parziali, che qui sembrano mancare.
Quando agli annunci di aver trovato il sacro Graal spaziale si abbina la figura del “genio solitario” giovanissimo, possibile ma improbabile, mi si alza il sopracciglio in automatico, diciamo.
E’ chiaro che non si puo’ pretendere che SIDEREUS abbia un prototipo di volo fatto e finito a questo punto, ma questo non significa che sul sito di parti fondamentali come il sistema propulsivo non ci sia altro che il nome.
E’ il propulsore secondo me il vero cuore di un lanciatore. specie quando si promette di essere SSTO e riutilizzabili oltre 10 volte. Un propulsore che deve essere leggero, efficiente e capace di riaccendersi e fare throttling per gestire le fasi di atterraggio e recupero.
SIDEREUS “promette” poi un costo di lancio attorno ai 13000 euro al kg, annunciandolo come il piu’ basso sul mercato. Beh l’Astra Rocket 4 annunciato ieri sembrerebbe offrire i suoi servigi proprio a quella cifra (4 milioni di dollari a lancio diviso per 300 kg di carico utile fanno approssimativamente 13.333 dollari al kg).
Di certo l’azienda statunitense ha molto piu’ da mostrare agli investitori, per sostanziare la quantificazione dei costi, che un’animazione poco realistica in computergrafica e che sembra fluttuare magicamente con tanto di volo laterale prima di toccare terra.
Felicissimo di essere smentito tra qualche anno e mangiarmi il cappello come Peter Beck ma al momento a un osservatore esterno un minimo scafato non appare molto piu’ che vaporware.
P.S. Postilla riguardo le dimensioni del razzo orbitale piu’ piccolo che sia possibile costruire.
Qualcosa qui.
Questa settimana il fondatore , CEO e CTO sarà a Torino all’Italian Tech Week.
Su LinkedIn ho trovato diverse foto di h/w, soprattutto connettori idraulici e quella che sembra essere una pompa.
Si parla di integrazione di prototipi, oltre che di visite in stabilimento di personaggi più o meno conosciuti nel mercato spaziale Italiano.
Inoltre ci sono diversi post di neoassunzioni negli ultimi mesi…
Io rimango scettico, con la tentazione di recarmi alle OGR venerdì a fare qualche domanda direttamente alla mente dietro al progetto … peccato che l’intervento sia di 15’ tipo TEDx senza domande o contraddittorio.
Bisognerebbe chiedere a CDP Venture Capital quali siano i criteri per sostenere un progetto. Ad un anno dal primo finanziamento sembra abbiano rinnovato. Voglio dire va bene non realizzare che un SSTO così piccolo non è tecnicamente possibile ma basta fare un giro sul LinkedIn per vedere che il team è troppo ristretto per sviluppare sistema di propulsione, struttura, avionica, software, stazione a terra senza contare la documentazione necessaria per un progetto così complicato.