Sistema Tolemaico

Come in molte cose, esiste una versione MOST POPULAR di certe faccende che spesso è un fritto misto di cose vere e false.
Il Sistema Tolemaico: molti ne parlano pochi lo conoscono.
La versione M.P. sostiene che il principio fondamentale era che tutti gli astri del firmamento ruotano attorno alla Terra.
Ma non è così semplice.
Aristotile raccolse le osservazioni e le filosofie di studiosi dei tempi passati e ne DEDUSSE che l’universo ruotava attorno alla Terra, ma senza MAI fare delle prove per verificare le sue affermazioni, nel più puro stile dei filosofi greci. Pochissimi cercarono prove alle loro affermazioni. Filosofeggiare e spremere le proprie doti retoriche erano gli unici strumenti da loro usati.
Qualche secolo dopo un tale Tolomeo d’Alessandria d’Egitto, trasformò l’idea di Aristotile in un modello matematico funzionante, meglio dire geometrico. Tolomeo, uomo del suo tempo, concepì questo modello d’universo come “immagine geometrica della divinità”, ovvero le caratteristiche dell’universo erano quelle di una divinità e della filosofia di vita che ne stava alla base. Con il tempo il modello fu perfezionato e persino Dante Alighieri ci tramanderà una versione “moderna” di tale sistema, quando questo aveva raggiunto l’apice del successo.
Ma come funziona il Sistema tolemaico e quali sono le affinità divine?
Per descriverlo, invece di partire dal centro, la Terra, partiamo dall’esterno, le stelle. In corsivo saranno evidenziate le caratteristiche divine rappresentate dall’universo.
Le stelle si trovano sulla sfera del firmamento. E’ una sfera cava che ruotando mette in movimento un complesso sistema di sfere che si trovano all’interno e sulle quali sono fissati gli altri astri. E’ la sfera “motrice”. Il diametro è incalcolabile perchè stando a Tolomeo le stelle si trovano tutte alla stessa distanza dalla Terra e la distanza è infinita.
Come detto sopra, tutti gli altri astri si trovano su sfere invisibili che ruotano l’una contro l’altra. Per l’esattezza questo insieme di sfere fa sì che i pianeti ruotino con un moto circolare attorno alla Terra, ma a loro volta gli astri ruotano attorno alla loro traiettoria ideale descrivendo un moto complesso rappresentato da una curva epicicloidale che fa sì che gli astri si avvicinino e si allontanino dalla Terra e che permette di spiegare quello strano fenomeno del “moto retrogrado” visibile dalla Terra. L’applicazione della matematica dell’epicicloide però è difettosa e gli astronomi successivi a Tolomeo dovettero supporre che il centro delle orbite dei pianeti era continuamente in moto alternato, altrimenti i loro calcoli risultavano sbagliati. Il moto alternato rappresentava l’alternanza degli eventi della vita che si ripetono.
Ma gli astronomi che usavano il Sistema tolemaico riuscivano così a prevedere il moto degli astri? Si, ma non quello reale. Il cielo stellato è tagliato in due da una linea immaginaria chiamata Eclittica o Zodiaco. Essa rappresenta la traiettoria del Sole tra le stelle oppure, più correttamente, la proiezione dell’orbita terrestre fra le stelle. Sopra e sotto questa linea, all’interno di una fascia ben definita, è possibile trovare i pianeti. Le costellazioni toccate da questa fascia sono le costellazioni zodiacali, che nel frattempo sono diventate 13 e non più 12, come da tradizione.
Il Sistema Tolemaico non era in grado di prevedere la posizione REALE dei pianeti in cielo, solo la PROIEZIONE sull’Eclitticha della loro posizione. ai tempi questa soluzione era considerata più che sufficiente perché il calcolo dei moti dei pianeti, sull’eclittica, serviva solo agli astrologi. I pianeti a loro volta avevano nomi appartenenti alla cultura greco-romana e ne conservavano le caratteristiche. Uno fra tutti Marte.
La posizione di Marte era imprevedibile, a causa della sua orbita particolare, ma nel mopndo greco-romano Marte rappresentava l’uomo ed anche il dio della guerra, quindi ben gli si addiceva la caratteristica dell’imprevedibilità divina. Pertanto gli astronomi del passato, calcolavano la sua orbita, poi il risultato veniva cancellato e sostituito con la posizione effettiva. Ed erano contenti così.
Infine il Sole e la Luna. Il sole chiaramente rappresentava lo spirito e l’immagine della divinità stessa, che con la sua luce e calore dà la vita alla Terra ed all’uomo rappresentato dalla Luna, o meglio la Luna rappresenta il potere costituito, i re e gli imperatori, che comandano sulla Terra e che la illuminano di luce riflessa, luce che mette anche in mostra che i potenti, per quanto tali, mostreranno sempre luci ed ombre in quanto uomini. Sono potenti perchè la divinità lo vuole.
Anche la Terra però ha delle particolarità, perché come si vede nell’immagine fornita da Dante, il vero centro dell’universo è spostato rispetto alla terra e lì Dante pone il Paradiso, in cima ad una montagna altissima, mentre l’inferno è al centro della Terra stessa. Dall’altra parte del monte, sul lato opposta della Terra, si trova Gerusalemme, il “centro” del mondo teologico.
Con tutto questo impianto per più di un millennio si è fatta astronomia, ma soprattutto astrologia. Il sistema era considerato perfetto anche perchè sembrava validato dai pochi passi astronomici contenuti nella Bibbia e nel Vangelo.
Sebbene agli inizi la religione cristiana lo rigettasse insieme alla filosofia aristotelica, quando il cristianesimo fu percorso da moti eretici si trovò a cercare qualcosa che DIMOSTRASSE concretamente la sua validità e riscoprì Tolomeo ed Aristotile. Il Sistema Tolemaico, con la sua base mistica calzava a pennello con l’idea del mondo cristiano e diventò un dogma di fede insieme alla filosofia aristotelica specialmente quando quest’ultima sosteneva che un uomo istruito poteva dare una spiegazione ad ogni evento del mondo, che tradotto in chiave religiosa diventa che chiunque padroneggi le Sacre Scritture può dare l’unica risposta agli eventi del mondo.
Contestare Tolomeo o Aristotile era come contestare Dio, quindi impossibile.
Fin tanto che l’astronomia fu solo un gioco di retorica mistico-filosofica non vi furono problemi, ma quando si cercò d’applicare tale sistema alla realtà, iniziarono i guai.

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Bel post, mi permetto di fare un paio di correzioni.

Poverini, come li tratti male! :slight_smile:
Diciamo anche che erano gli unici strumenti di cui disponevano. Quello che scrivi è molto giusto, ma non vorrei che qualcuno si facesse l’idea che gli astronomi del passato fossero degli invasati che cercavano di spiegare il cosmo adattandolo a tutti i costi alle loro convinzioni personali. Le persone come Tolomeo erano dei matematici di prim’ordine, che miravano soprattutto a dare una spiegazione il più possibile razionale ed esatta dei moti celesti. Ovviamente a loro sfavore giocava il fatto che non avevano grandi strumenti di osservazione, e quindi spesso tiravano ad indovinare, ed in questo le convinzioni religiose o filosofiche giocavano un ruolo importante. Quando però le osservazioni oggettive erano alla loro portata, erano capaci di risultati straordinari. Basta pensare alla misura della distanza Terra-Luna, Ipparco e Tolomeo fecero un lavoro notevole, e già nel II secolo dC si sapeva che la Luna stava a circa 60 raggi terrestri dalla terra.

Le stelle si trovano sulla sfera del firmamento. E' una sfera cava che ruotando mette in movimento un [i]complesso[/i] sistema di sfere che si trovano all'interno e sulle quali sono fissati gli altri astri. E' la sfera "motrice".

Aggiungo giusto una pignoleria: alcuni astronomi distinguevano fra il primo mobile (la sfera motrice, che impartiva a tutte le altre il moto del giorno siderale) e la sfera delle stelle fisse, per spiegare così la precessione degli equinozi.

Il diametro è incalcolabile perchè stando a Tolomeo le stelle si trovano tutte alla stessa distanza dalla Terra e la distanza è [i]infinita[/i].

Non infinita come la intendiamo noi, Tolomeo ipotizzava che la sfera fosse finita in realtà, ma che la distanza fosse talmente enorme da poter essere considerata infinita. In altre parole, considerava il globo terrestre come puntiforme in relazione ad essa. Tempo fa ho “bookmarkato” un post in un newsgrop, dove si cita un passo in cui Tolomeo dà una stima delle dimensioni del cosmo. Se interessa lo riporto…

Il Sistema Tolemaico, con la sua base mistica calzava a pennello con l'idea del mondo cristiano e diventò un dogma di fede insieme alla filosofia aristotelica specialmente quando quest'ultima sosteneva che un uomo istruito poteva dare una spiegazione ad ogni evento del mondo, che tradotto in chiave religiosa diventa che chiunque padroneggi le Sacre Scritture può dare l'unica risposta agli eventi del mondo. Contestare Tolomeo o Aristotile era come contestare Dio, quindi impossibile.

Beh no, qui mi sento di fare una correzione maggiore. Non era tutto il sistema tolemaico ad essere dogma di fede, ma solo le proposizioni sulla fissità della terra nel centro dell’universo e della mobilità del sole. Questo non toglie che l’autorevolezza di Tolomeo fosse notevole e che quindi condizionasse il pensiero corrente. Ma comunque l’Europa era piena di astronomi che aggiungevano epicicli o equanti, o che magari si chiedevano se il Sole stava sopra o sotto Venere e Mercurio.

Grazie, hai aggiunto tutti quei punti chiarficatori che ho tralasciato io.
In buona sostanza a trasformare il Sistema Tolemaico in un dogma di fede era più la sua similitudine con la filosofia cristiana che la perfezione matematica. Non dimentichiamoci che la similitudine era considerata una prova quasi scintifica. Bastava che soddisfacesse requisiti teologici e diventava autorevole.
Avrei voluto anche descrivere come in poco tempo il Sistema Tolemaico sia decaduto, ma questo lo farò un altra volta.
Mi sono stancato di sentire poco informati sbandierare Tolomeo e Galileo a loro comodo. La prossima volta che qualcuno ne fà cenno lo rimando qui, poi ne parliamo.
Grazie.

Potresti riportate il testo a cui accenni? Mi interessa molto. Grazie! :wink:

Certamente. È dal trattato “Le ipotesi sugli astri erranti”:

Insomma, prendendo come unità il raggio della superficie sferica della terra e dell’acqua, il raggio della superficie sferica che circonda l’aria e il fuoco [cioè la superficie inferiore del guscio lunare] è 33, il raggio della sfera [superiore] della Luna è 64, il raggio della sfera di Mercurio 166, il raggio della sfera di Venere 1079, il raggio della sfera del Sole 1260, il raggio della sfera di Marte 8820, il raggio della sfera di Giove 14187, il raggio della sfera di Saturno 19865 [questo è il raggio inferiore della sfera delle stelle fisse]. Se però c’è spazio o un vuoto tra le sfere, allora è chiaro che le distanze non possono comunque essere inferiori a quelle che abbiamo dato.

Ho evidenziato l’ultima frase in grassetto, perché appunto dimostra una caratteristica (spesso ignorata nei dibattiti di oggi) del sistema Tolemaico: non ha profondità, alle sfere di ciascun pianeta puoi applicare un fattore di scala arbitrario ed il modello ottenuto sarà altrettanto buono come quello di partenza.

Per chi è curioso, consiglio la lettura di questo pdf:

http://www.amicidelcorni.it/layout/upload/Copernicus_Decoded_-_Copernico_Decifrato.pdf

Molte cose che ho imparato sulla questione vengono da lì, è un po’ lungo ma si segue abbastanza bene.

Interessantissimo! Sarei curioso di assistere ad una spiegazione simile direttamente sul meccanismo del planetario.
Ho capito di cosa si tratta, ma vederrlo materialmente deve essere veramente… lampante!