Space Smash: simulare le collisioni tra satelliti

in ambito ESA, la ricercatrice Tiziana Cardone, ingegnere strutturista, sta conducendo un interessante progetto di ricerca, volto a simulare - con la massima fedeltà possibile - gli esiti di una collisione tra satelliti, o loro componenti (space debris).
Niente di più utile e attuale, verrebbe da dire, alla luce del sempre più grave problema dei detriti spaziali.
La simulazione viene condotta - via software, ovviamente, niente “effetti speciali” dal vivo - presso il Fraunhofer Institute for High-Speed Dynamics di Friburgo, e presso il Centro di Ateneo di Studi e Attività Spaziali “Giuseppe Colombo” (CISAS) di Padova, secondo due differenti metodologie.
Un primo approccio è basato su sofisticati modelli matematici, in grado di tenere conto delle proprietà strutturali e meccaniche dei singoli materiali, nei processi di deformazione e frammentazione tipici di una collisione.
Un secondo criterio di analisi, invece, privilegia l’interazione meccanica esistente tra le macroscopiche componenti dei satelliti (pannelli solari, payload, serbatoi di propellente etc.), in quanto unite tra loro con giunzioni sottoposte a sollecitazioni estreme, ed a rischio di rottura in caso di impatto, con conseguente separazione dei componenti medesimi.
La ricerca prende le mosse dai dati ricavati dalle uniche quattro collisioni osservate sinora in orbita, rilevando come solo una di esse sia avvenuta in accordo con i modelli previsionali; in tutti gli altri casi, gli eventi sono andati diversamente da quanto ci si aspettava, per cui resta ancora tanto da scoprire.

Fonti:
esa
theregister
ansa