Ma, e farla “ammarare” in una grossa piscina predisposta? Tanto l’atterraggio di precisione dovrebbe comunque essere garantito dai SuperDraco. Così le gambe non servono, e si eliminano tutti i rischi e i pericoli (e scomodità) di ammarare in mezzo all’oceano.
Certo bisogna prevedere qualche sistema di backup in caso di failure dei SuperDraco :wounded:
uhm, e allora un grosso cuscino gonfiabile tipo quello dei pompieri? o una rete…l’anno scorso non c’è stato un pazzo che si è buttato da un aereo senza paracadute ed è attarrato centrando una grossa rete? Certo le masse in gioco sono molto differenti…
Non ho detto impossibile ho detto molto più arduo. La Dragon con equipaggio sarà ben diversa da quella cargo odierna nel senso che vari parametri saranno molto più stringenti. Non è quindi automatico che ciò che può essere riutilizzato con la versione cargo lo sarà anche con quella per equipaggio.
Usare un lago per ammarare risolve il problema del sale ma ne pone/lascia irrisolti molti altri:
1- un lago è piccolo, anche se parliamo dei grandi laghi: ciò impone l’uso dei retrorazzi o di un parafreno (stile gemini Rogallo) per centrarlo. Quindi un rientro totalmente diverso da quello per cui si sono accordati finora, nuove procedure, collaudi tempo… e la necessità di molto peso in più per stivare il carburante. Se invece si parla di un ala di Rogallo o simili dobbiamo ridisegnare tutto e vedere dove stivarla e come comandarla.
2- entrerebbe comunque acqua fredda dentro i motori a razzo caldi bollenti, per non parlare dello scudo termico. Tutti questi shock termici non mi piacciono, saranno anche considerati in progetto ma dopo un pò di cicli inizierei ad avere paura di fessurazioni e crepe. (Se lo scudo ha una microcrepa invisibile perchè è stato arroventato e buttato in acqua già un pò di volte, non voglio esserci io seduto sopra)
Altro non mi viene in mente, ma comunque preferirei un approccio duro alla Soyuz che dover centrare un lago da 400 km di altezza
L’ellisse di rientro per atterraggio nominale è di pochi km per lato, la precisione che viene raggiunta oggi anche da capsule come la Soyuz è molto stretta e su Orion sarà molto maggiore, per cui probabilmente non servirebbe nemmeno un “grande lago”… non dico un Trasimeno ma probabilmente ci siamo vicini. https://www.nasa.gov/mission_pages/station/structure/elements/soyuz/landing.html
2- entrerebbe comunque acqua fredda dentro i motori a razzo caldi bollenti, per non parlare dello scudo termico. Tutti questi shock termici non mi piacciono, saranno anche considerati in progetto ma dopo un pò di cicli inizierei ad avere paura di fessurazioni e crepe. (Se lo scudo ha una microcrepa invisibile perchè è stato arroventato e buttato in acqua già un pò di volte, non voglio esserci io seduto sopra)
Non vedo nessuna differenza con l’acqua di mare e non credo sia un problema per propulsori che comunque sono stati attivati l’ultima volta molti minuti prima dell’ammaraggio e si sono già raffreddati dopo molti minuti di aria a centinaia di km orari… così a naso… sempre che siano riutilizzabili https://www.forumastronautico.it/index.php?topic=6539.msg62653#msg62653
Tra l’ammarare in oceano e l’atterrare in un lago, non c’é storia.
Con l’ammaraggio si possono avere finestre di rientro molto più estese e ricorrenti, non é necessario avere molto carburante a bordo per compensare le deviazioni di traiettoria, e infine, in caso di fallimento totale, non c’é rischio che la capsula o pezzi di essa finiscano in testa a qualcuno.
E che io sappia, la traiettoria balistica di rientro di una capsula dallo spazio é molto più impegnativa di quella di un primo stadio.